Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
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Ottobre.2023
Cristo Gesù, Re-Pastore e Giudice, 26 Novembre 2023
Cristo Gesù, Re-Pastore e Giudice
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dell'introduzione
La
Signoria
di Cristo Gesù,
morto e risorto,
sommo e unico Re
dell’universo,
Pastore buono e
Giudice giusto della
nostra storia
personale, non è un
atto di potere, ma
volontà e disegno di
salvezza universale,
attraverso il Suo
servizio e il Suo
amore, soprattutto
verso i più piccoli,
più deboli,
bisognosi e fragili.
Fulcro e anima
della Celebrazione
(come di tutte le
altre
Celebrazioni
liturgiche) che
conclude l’Anno
Liturgico, è
Cristo Gesù, Re
universale, Re dei
re, Pastore delle
pecore e Guardiano
delle nostre anime,
Signore e Giudice
giusto del Suo
gregge! Egli non è
re come gli altri
(Gv 18,36)! È
Pastore che sceglie
le Sue pecore, le
protegge, le guida a
pascoli erbosi e
verdeggianti, le va
a cercare, quando si
perdono, fascia le
ferite di quelle che
sono cadute e cura
le ammalate, le
accoglie sempre, le
difende, fino a
sacrificare la Sua
stessa vita.Gesù,
nel Vangelo, più
volte, si rivela e
proclama buon
Pastore alla
continua ricerca
delle pecore
perdute, persone
escluse ed
allontanate
dalla comunità
sociale e anche
religiosa:
peccatori,
pubblicani,
prostitute,
pagani e
stranieri (Lc
15,1-7). Nel
vedere la folla, che
Lo cercava, perché
voleva ascoltarLo e
seguirLo, il
Maestro-Pastore
spesso si
commuoveva
perché era come
gregge
sbandato, senza
un pastore che lo
difendesse, lo
guidava e lo
conduceva ai pascoli
erbosi e alle
sorgenti di acqua
viva (Mt 9,38; Mc
6,34). Egli è Re
perché si prende
cura e serve i
fratelli più
piccoli: i poveri,
gli affamati ed
assetati i senza
tetto e senza
vestiti, senza
patria e senza
libertà, e dignità,
ammalati, feriti e
sofferenti.
Regnare, per
questo Re, è
servire, è
dare la propria
vita per i Suoi
“sudditi”! Il Suo
trono, infatti,
è una croce,
la legge del
Suo Regno è
l’amore! Egli,
perciò, regna dalla
croce, in agonia,
fino a che tutti i
gli uomini siano
stati riscattati dal
Suo sangue che
continua a scorrere
per lavare e
togliere per sempre
il peccato del
mondo, causa
dell’ultimo nemico,
la morte, che sarà
annientata anch’essa
dalla Sua morte
redentiva e la
Sua gloriosa
risurrezione!
Alla Sua venuta a
giudicare il mondo
degli uomini, Egli
separerà le
pecore dai
montoni e dai
capri, che “se
andranno questi al
supplizio eterno, i
giusti invece alla
vita eterna”. Il
criterio di
giudizio e di
verifica: se abbiamo
aderito e ci siamo
relazionati a Lui e
Lo abbiamo amato
efficacemente e
attivamente nei Suoi
poveri, gli
Infelici, gli
sventurati e gli
esclusi, che
sono in mezzo e
accanto a noi!
Io, dunque,
non sarò
giudicato per quante
belle prediche
ho preparato e ho
fatto, né in
base al
gradimento
ottenuto ed al
successo
raggiunto, né per
gli articoli o libri
pubblicati, né per i
beni accumulati, ma
per quello che
sono stato e per
quanto ho amato i
“suoi fratelli più
piccoli”! “Essere”,
infatti, è amare,
donarsi, servire e
spendere la propria
vita per gli altri
e al servizio degli
ultimi, poveri,
esclusi emarginati,
nudi, carcerati,
malati affamati e
assetati ed
abbandonati a loro
stessi.
Mi sarà chiesto
conto
se ho sfamato e
dissetato; se ho
accolto con
premura e vestito
con delicatezza; se
sono andato a
visitare ed
incoraggiare i
carcerati, se
ho assistito con
premura e ho
sostenuto, con
le mie mani e con
tutto il mio cuore,
gli ammalati,
i caduti e feriti a
terra, gli
emarginati e
vulnerati
dall’ingiustizia e
dal nostro egoismo,
i più poveri e gli
sfortunati! Egli,
il Re dell’universo,
Pastore della
Chiesa e della
Umanità, è
riscontrabile,
trovabile e amabile
nella persona dei
Suoi e nostri
fratelli più
poveri e più piccoli.
Come ha fatto il
Maestro, allora,
devo agire anch’io,
imitando il Suo
infinito amore!
Dio,
Pastore
unico
del Suo popolo,
interviene
attraverso i
Profeti, soprattutto
con Geremia ed
Ezechiele, Voce del Signore
rimasta inascoltata,
per contestare ai
sacerdoti, ai re di
Giuda e di Israele
la mancata
fedeltà
nell’adempimento
del compito di
pastori,
affidato loro a
servizio della
Comunità (prima
Lettura) . Paolo
continua ad
affrontare e ad
affermare la
verità fondamentale
della fede, non
ancora inserita
pienamente nel
Credo della sua
Comunità: la
Risurrezione di
Cristo e i suoi
effetti salvifici (seconda
Lettura). Ecco,
in sintesi, i
tre annunci
principali della
Parola odierna: il
Re-Pastore,
che conosce,
ama, guida,
conduce, fascia
le ferite, cerca
la pecora
perduta e tutti
conduce
nell’unico ovile del
Padre; la vittoria
totale e definiva di
Cristo
risorto sul
peccato e sulla
potenza della
morte e, per
questo, “in
Cristo tutti
riceveremo la vita”;
il Re-Giudice,
che si identifica
con i più poveri e
più deboli,
facendosi ‘fratello’
dei più piccoli,
giudicherà tutti
sull’amore che
avremo avuto o non
avuto per loro!
La Gloria del Figlio
dell’uomo,
nostro Re e Pastore,
è nel cercare chi si
è smarrito e
perduto; il Suo
potere /i>è ridare
vita con la Sua
vita; il Suo
regnare è
servire gli ultimi e
i più piccoli; il
Suo trono è
una croce, il Suo
regno è “Regno
eterno e universale,
Regno di verità e di
vita, Regno di
santità e di grazia,
Regno di giustizia,
di amore e di pace”
(Prefazio proprio);
la legge unica,
insopprimibile e
immutabile del Suo
regno è l’amore!.
Ultimo aggiornamento
25/11/2023 - 09:21
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