Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
AVVISO! É
stata pubblicata l'
Omelia del 22
Ottobre.2023
33a Domanica Ordinaria, 19 Novembre 2023
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri
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dell'introduzione
Animati e guidati
dall’amore di Cristo
Gesù, il vero e unico
talento, da
corrispondervi con
sapienza e perseveranza,
attendiamo con fiducia e
gioia il Signore.
Il
credente, nell’attesa
della Venuta del
Signore, è chiamato
a vivere la sua
esistenza nel mondo e
nella storia secondo il
Vangelo; Parola di
verità e vita, che è il
Dono più prezioso e
sublime che, con fiducia
e per amore, ci è stato
donato e affidato. La
nostra vocazione -
missione, infatti, è
quella che il Creatore
affida, fin
dall’inizio (Gen
1,26-28; 2,15a), alle
Sue creature, volute
a Sua immagine e
somiglianza, e affida
loro i Suoi doni, perché
li accolgano con
gratitudine, se ne
prendano cura con
dedizione, li
condividano
amorevolmente con i
propri fratelli e, così,
li facciano fruttificare
nella relazione totale e
nell’obbedienza filiale
e fedele al loro
Creatore che "ha
fatto ogni cosa con
sapienza e amore, a Sua
immagine ha formato
l'uomo, alle sue mani
operose ha affidato
l'universo perché
nell'obbedienza a Lui,
suo Creatore,
esercitasse il dominio
su tutto il creato"
(IV Preghiera
Eucaristica). Fare
fruttificare i talenti
di cui Dio ci ha
ricolmato ed esercitare
quella creatività di cui
Egli ci ha fatto dono,
impegnandoci ad essere
sempre “operosi e
vigilanti” durante
l’attesa del ritorno del
Figlio dell’uomo, Cristo
Gesù. La sapienza è
l’arte di saper vivere e
far fruttificare i doni
e i beni che Dio ci ha
affidato, “secondo le
capacità di ciascuno”,
ed amministrarli secondo
il fine per cui ci sono
stati dati, orientati e
guidati dalla Sua parola
e animati dal Suo santo
timore che ci rivelano
come compiere la
Sua volontà ed essere
degni di “prendere
parte alla sua gioia”
nella intima comunione
con il Signore (Vangelo).
La prima Lettura, ci
presenta la vera e
perfetta sapienza
personificando nella “donna
che teme il Signore”,
ci istruisce e ci
indica, concretamente,
come sia davvero capace
di comunicare, a chi la
ricerca, sicurezza,
pienezza, forza, gioia e
piena realizzazione
della propria esistenza.
Paolo, nella seconda
Lettura, riprendendo i
temi approfonditi nelle
Domeniche precedenti,
indica un altro tratto
della vocazione del
cristiano: “la
vigilanza” e “la
sobrietà” che lo rendono
vincente nel
combattimento
spirituale”! “Vigilare”
ed “essere sobri” (Temperanza:
dominio di sé), infatti,
vuol dire anche saper
lottare contro tutto ciò
che mette in pericolo la
fede, affievolisce la
speranza e spegne la
carità, dimensioni
essenziali e
caratteristiche
fondanti
dell’identità cristiana.
A ciascuno di noi è
richiesta vigilanza
fiduciosa e
responsabile,
nell’attesa attiva e
fedele, secondo la Sua
Parola, fiduciosa,
paziente e costante. Il
Cristiano, infine, non
può sottrarsi al rischio
della sua
responsabilità: ai servi
i talenti sono stati
affidati perché li
facciano fruttificare
attraverso la nostra
corresponsabilità.
Tutta la Parabola,
infatti, persegue una
finalità propositiva
e non vendicativa,
mira a fare assumere
responsabilità, non
a colpevolizzare.
Inoltre ci rivela la
vera identità di Dio che
non è un freddo
legislatore, un giudice
spietato, un padrone
possessivo e
sfruttatore: quest’idea
di Dio non apre alla
relazione/rapporto
autentico con Lui, ma
spinge ad un agire
morale da schiavi
e non per fiducia e per
amore e convinzione, ma
solo per paura e per non
incorrere nelle
punizioni e nei
castighi; Dio è Amore,
Padre misericordioso di
tutti noi, fatti figli
nel Figlio e
chiamati a rispondere
da figli al Suo
amore di Padre. Infine,
prestiamo attenzione
alla diversità dei
comportamenti fra i
servi, fra operosità
e pigrizia, coraggio
e paura, impegno
e indifferenza,
attività e
passività, relazione
filiale e
dipendenza servile, e,da
oggi in poi, non
‘seppelliamo’ questa
Parola vitale e feconda,
nella fossa dei
nostri egoismi e della
nostra ignavia,
riducendola ad una
storiella di altri
tempi, ma, accogliamola
come il Talento dei
talenti, dono
infinito che Dio ci
affida perché diventi
efficacemente fondamento
e sostanza della
nostra vita e di quella
dei fratelli.
Quando Tu, Gesù,
nell’ultimo giorno
verrai, non mi chiederai
il certificato di
Battesimo o la foto
della prima Comunione o
l’elenco delle opere
compiute. Mi domanderai
quanto e come
Ti ho ascoltato e
come e quando
ho corrisposto alla Tua
Parola. Anche a me,
Signore, hai consegnato
i Tuoi talenti e tanti
doni: la vita, un cuore
per amare, una mente per
riflettere ed imparare,
una volontà e delle
braccia per far
fruttificare, una fede
da trasmettere, una
famiglia, tanti amici e
tantissimi altri doni
ancora: tutti doni
da far fruttificare! In
realtà tengo questi doni
in cassaforte,
pigramente li ho
sotterrati, senza mai
farli fruttificare
secondo il Tuo volere e
i tuoi disegni di amore
e di salvezza. Donami,
perciò, un’altra
possibilità di sapere
investire, con
responsabilità e
assoluta fedeltà al fine
per cui me li hai
consegnati i Tuoi doni,
facendoli, questa volta,
fruttificare al massimo
e, perciò, risanami
dalla mia inettitudine e
liberami dalla mia
apatia, dalla sfiducia e
dalla paura di Te!
Infatti, riesce
nella vita chi impiega
bene i talenti ricevuti
e li fa fruttificare per
la gioia ed il bene di
tutti! Fallisce nella
vita chi, per apatia e
paura infondata, non si
impegna ad amministrare
correttamente e far
moltiplicare ciò che gli
viene affidato perché
giovi al bene di tutti!.
Ultimo aggiornamento
18/11/2023 - 11:53
Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it