Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

2a Domenica di Pasqua, 27 Aprile 2025

Beati quelli che non hanno visto E hanno creduto!
Testimoni della Risurrezione
Questa seconda Domenica di Pasqua, un tempo, era detta 'In Albis', ossia, la Domenica di coloro che, per i loro gravi peccati, erano stati invitati dal Vescovo ad una Quaresima di conversione e di penitenza, durante la Veglia pasquale partecipavano alla gioia della ritrovata innocenza con la riconciliazione e, quindi, come bambini appena nati, si rivestivano di bianche vesti. Anche Noi dobbiamo rivestirci della “veste dell'innocenza” e della “rinascita a vita nuova” del nostro Battesimo, dono di Cristo Risorto. Giovanni Paolo II, nel 2000, la indice come “Domenica della Divina Misericordia”, la “Festa di vita nuova”, perché ognuno di noi possa comprendere, accogliere e affidarsi alla Misericordia di Dio, implorata per noi dallo stesso Gesù dalla croce: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".

I doni del Risorto
La Sua pace (Gv 20,21.26); la Missione “vi mando come il Padre ha mandato me” (v 21); lo Spirito Santo: “ricevete lo Spirito Santo” (v 22); la Fede: ”Mio Signore e mio Dio” (v 28); la Riconciliazione, attraverso “il potere” di perdonare di Gesù affidato agli Apostoli (v 23); la vera Beatitudine per “quelli che non hanno visto e hanno creduto” (v 29); il potere di guarire nel Suo nome, “malati e persone tormentate da spiriti impuri venivano guariti” (At 5,12): la Sua  gioia: “non temere! Io sono il Vivente, il primo e l’Ultimo!” (Ap. vv 17-18).

La nostra incredulità
Tommaso, questo discepolo davvero ci assomiglia, non per nulla è chiamato Didimo, che significa “il gemello”: Tommaso è gemello di ciascuno di noi, increduli, incapaci di fiducia, sempre alla ricerca di segni e  prove da vedere, da investigare e toccare, Tommaso è gemello delle nostre chiusure da aprire, finalmente, alla beatitudine del Risorto: "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Dunque, siamo beati noi e tutti quelli che verranno dopo di noi, se crediamo senza pretendere di vedere, di toccare, di verificare, se ascoltiamo, ci fidiamo e crediamo la Parola. La vera fede nasce solo dall’ascolto: Credo tutte le parole che ha detto il Figlio di Dio, Gesù Cristo Risorto, “Mio Signore e mio Dio”. E noi, saremo e siamo pronti e capaci a credere senza pretendere di vedere, di toccare, senza verificare, senza miracoli, senza visioni, senza apparizioni? Io credo, con fiducia e nella verità, tutto quello che ha detto e fatto il Figlio di Dio?

"Ciò che vedi scrivilo e mandalo alle sette Chiese"
Giovanni, nella seconda Lettura, vede il Risorto, “simile a un Figlio d'uomo”, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. E' il Cristo, il Risorto! Avvolto nella luce di Dio.  La voce del Messaggero celeste che si fece udire da Giovanni, è Cristo stesso, Testimone della Parola di Dio che consegna a Giovanni, testimone di Lui nella tribolazione e nella perseveranza, perché consegni alla sua Chiesa nascente, già provata da turbamenti e persecuzioni violente e ingiuste, la confortante e incoraggiante rivelazione “Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente”. La certezza della Resurrezione dà forza, l'incoraggiamento del Cristo genera una nuova vita.

"Pace a voi!"
Rinchiusi nel cenacolo per paura dei Giudei, i Discepoli ricevono “la visita” del Risorto che dona loro la Sua Pace, Shalom (non solo pace, ma benevolenza, benedizione, pienezza di vita, tutto il bene, misericordia, giustizia, verità, fraternità…), e il dono dello Spirito Santo, mediante il quale affida ai Suoi discepoli il ministero di perdonare i peccati nel Suo nome. La Sua pace dona forza e carica di nuove responsabilità i discepoli: la responsabilità divina di rimettere o di ritenere le colpe, in nome Suo (non in Sua sostituzione e al Suo posto!). La Pace che dona Gesù non è come quella che promette il mondo! La Sua è Pace che la può concedere solo chi ha vinto la morte e il Suo perdono lo può dare solo chi, con il Suo Sacrificio, ha vinto il peccato e la morte.

Non essere incredulo, ma credente!”
La fede non può fondarsi su una tomba vuota e su un corpo non ritrovato, su un lenzuolo e sulle bende ritrovati in ordine. Si fonda su Cristo, su quanto ha detto prima, sulle sue parole da ricordare e ricomprendere, e che ora, mostrando le mani chiodate e il fianco aperto, ci chiede di non essere più increduli ma credenti per la Sua Parola! La Resurrezione è il centro della nostra fede. Se Cristo non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana, sciocca, inutile spreco di energia. Ma perché eravate così tristi e impauriti, voi che avevate sentito dire da Gesù stesso, che sarebbe risorto il terzo giorno e che sarebbe tornato e non vi avrebbe lasciati mai soli?

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Ultimo aggiornamento 26/04/2025 - 10:18

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