Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Giovedì Santo in Coena Domini, 17 Aprile 2025
Fate questo in memoria di me
Il
Triduo pasquale
celebra la Passione, la
Morte e la Risurrezione
del Signore. È il centro
dell’anno liturgico ed
inizia dalla Cena fino a
tutta la Domenica di
Pasqua, è la fonte dei
sacramenti e dei
sacramentali. È il cuore
del Mistero di Cristo e
della Sua Chiesa. “Il
Triduo della Passione e
della Risurrezione del
Signore risplende al
vertice dell'anno
liturgico, poiché
l'opera della redenzione
umana e della perfetta
glorificazione di Dio è
stata compiuta da Cristo
specialmente per mezzo
del Mistero pasquale,
col Quale, morendo, ha
distrutto la nostra
morte, e risorgendo, ci
ha ridonato la vita”
(dal Messale Romano
Ordinamento dell'Anno
liturgico e del
Calendario, 18).Il
Triduo Pasquale
costituisce, pertanto
un’unica Solennità,
culmine di tutto l’Anno
liturgico: Inizia con i
Vespri del Giovedì
Santo e la
celebrazione della
Cena del Signore e
si conclude con i Vespri
del giorno di Pasqua.
Nel
Giovedì Santo,
la Liturgia c’invita a
contemplare e ad
accogliere i tre Doni:
il Comandamento Nuovo
della Carità nel
Servizio (Gv 13,1-15:
“ho lavato i vostri
piedi perché anche voi
lo facciate
vicendevolmente”);
l’Eucaristia, (1 Cor
11,23-26: “Questo è il
mio corpo e il mio
sangue”); Istituzione
del Sacerdozio (1
Cor 11 24b. 25b: “Fate
questo in memoria di
me”).Il Giovedì Santo, è
preludio della Gloria,
vertice ne è il Venerdì
Santo nella
contemplazione della
Passione di nostro
Signore Gesù Cristo,
Servo obbediente
preannunciato da Isaia,
unico sommo Sacerdote
che offre Se stesso al
Padre, e il culmine è la
Veglia Pasquale
attraverso le Letture
dell’Antico Testamento
che rievocano i mirabili
prodigi (mirabilia)
di Dio nell’opera della
salvezza, la
risurrezione di Cristo e
il Battesimo, Sacramento
della risurrezione.
Cristo, Sommo ed Unico
Sacerdote, Vittima ed
Offerta, Tempio ed
Altare, istituisce il
sacramento dell'amore.
Gesù lava i piedi ai
Suoi: gesto di servizio
e comandamento
dell’amore fraterno e
scambievole. Gesù dona
Se stesso in cibo e
bevanda: è il Sacramento
dell’amore, dell’unità e
della comunione con Dio
e tra di noi. Cristo, il
Figlio di Dio, il sommo
ed eterno Sacerdote, si
china a lavare i piedi
ai Suoi che purifica e
rende idonei a
partecipare alla Sua
cena e a ricevere il
Ministero di perpetuare
e riattualizzare il Suo
sacrificio in memoria di
Lui nei secoli! Dunque,
senza servizio
vicendevole e carità
fraterna, non ci possono
essere né Sacerdozio né
Eucaristia. Senza
servizio fraterno, senza
riconciliazione, senza
unità e comunione
ripetiamo un rito non
celebriamo l’Eucaristia!
La Lavanda dei piedi,
nei suoi contenuti e
finalità, afferma la
condizione “sine qua
non” per “fare
tutto questo” in Sua
memoria. Senza questo
prioritario gesto di
umiltà, di servizio e di
purificazione, noi non
potremo mai
“riattualizzare” tutto
ciò che ha fatto e ci ha
affidato Gesù. Per
celebrare il mistero
dell’amore, per mangiare
degnamente l’unico pane
spezzato per noi e bere
all’unico calice del
sangue versato per noi,
dunque, dobbiamo prima
farci lavare il cuore
dal Maestro, dobbiamo
lavarci, con i Suoi
stessi sentimenti, i
piedi gli uni con gli
altri, amarci di vero
cuore, perdonandoci a
vicenda e formando un
solo corpo e una sola
anima con Lui e tra di
noi! I Suoi discepoli,
poco prima, avevano
discusso come essere i
primi sorpassando gli
altri, come sentirsi
superiori, abbassando
gli altri, come
diventare forti,
schiacciando gli altri!
Gesù risponde con un
gesto che stravolge ogni
nostra visione:
inchinarsi per elevarsi,
farsi ultimo per essere
il primo, servire per
essere il vero potente!
Gesù, questa sera,
attraverso questo gesto
vuole farci capire il
modo giusto per
partecipare e sedere a
questa Sua tavola:
dobbiamo lasciarci
lavare i piedi e il
cuore sporco per
partecipare al pane e al
calice della salvezza
per riprendere il
cammino verso i fratelli
davanti ai quali ci
inchineremo come ha
fatto Lui, con il
grembiule e la brocca
per lavare e lasciarci
lavare i piedi e
partecipare insieme e
nella piena
riconciliazione e
comunione tra noi al
banchetto del Suo corpo
spezzato e sangue
versato per la nostra
salvezza! Il
grembiule, il catino
di acqua sporcata,
l’asciugatoio, il
chinarsi e il rialzarsi
di Gesù, formano la
cattedra dell’amore che
insegna la vera vita e
inaugura un mondo nuovo.
Gesù, Maestro e Signore,
si fa servo, ci ama “sino
alla fine”, fino a
donare la Sua vita
perché noi avessimo vita
piena ed eterna.
Liberamente si fa servo
dei Suoi per amore e
dare loro l’esempio:
“Capite quello che ho
fatto per voi? Vi ho
dato l’esempio, perché
anche voi facciate come
io ho fatto a voi”.Il
vero discepolo, dunque,
non può ritenersi Suo
vero e fedele seguace,
se non agisce come il
Maestro, se non serve
come Egli ha servito, se
non è disposto, cioè, a
dare la sua vita, come
Egli l’ha sacrificata
per noi.
La Chiesa deve,
nella fedeltà assoluta,
vivere e trasmettere
quanto ha ricevuto dal
suo Signore, Maestro e
Redentore: il Dono del
memoriale perenne del
Suo Mistero pasquale.
Fate tutto in memoria di
Me! Tutto o niente!
Tutto per il Signore,
con il Signore, nel
Signore! Si partecipa
alla mensa della Parola
e del Pane per essere
purificati, nutriti,
assimilati e imparare la
lezione del servizio
dell’umiltà e del vero
amore: donarsi. Fate
questo in mia memoria,
fate come Me che mi sono
spogliato di tutto, vi
ho lavato i piedi, vi ho
dato tutto Me stesso, la
Mia carne, il Mio
sangue, la Mia vita.
Volete capire, ora, cosa
ho fatto Io per voi?.
Ultimo aggiornamento 16/04/2025 - 17:41
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