Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

Domenica delle Palme: Passione del Signore, 13 Aprile 2025

Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito
La Settimana Santa, culmine dell’Itinerario Quaresimale, ci fa contemplare gli Eventi che fondano la nuova Alleanza, la nuova Creazione in Cristo Gesù che s’incarna, si fa obbediente e va incontro alla morte, e alla morte di croce per redimere e salvare tutta l’umanità.
Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore
Luca, nel Testo del Vangelo dell’Ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme (19,28-40), ci rende partecipi dell’entrata del Re mite e Messia mansueto in Gerusalemme, che si svolge tra gioia e incredulità, tra entusiasmo e rifiuto, tra speranza e delusione: la gioia, i canti, la festa di “tutta la folla dei discepoli”, contrasta con la reazione incredula, irata e delusa di alcuni farisei presenti che non vedono venire un Re o un Regno, ma solo un povero illuso, in groppa di un puledro! Perciò, sono infastiditi e irritati per tanta gioia e festa, per loro infondata e fuori posto, fino a pretendere, addirittura, da Gesù che li facesse tacere. La risposta di Gesù è perentoria e sconfessa la loro incredulità: “se questi taceranno, grideranno le pietre” (v 39). Anche le pietre, come i mantelli stesi per terra, i rami d’olivo elevati, rendono testimonianza a questo uomo “Benedetto che viene, il re, nel nome del Signore”, che entra in Gerusalemme, non come gli altri re che impongono la loro forza, ma come uno che offre tutto se stesso e non indietreggerà neppure davanti alla morte di croce! Per questo, è impossibile far tacere le pietre! Gesù non entra a piedi, ma, cavalca un “puledro sul quale nessuno è mai salito”, di cui ha voluto avere bisogno”, da Re mite e mansueto, paziente e disarmante nella Sua bellezza e bontà divina. Viene come l’Inviato di Dio, Re pacifico e non come Messia trionfante, che vuole imporsi con la forza e la violenza: non viene a fare strage, ma, per lasciarsi uccidere per dare ed offrire a tutti vita piena ed eterna. È il Messia dei poveri che entra, cavalca un paziente e mite asinello, non un focoso, inquieto e furente cavallo da combattimento! È il Re buono e misericordioso che lascia che l’acclamino, che l’accolgano e lo seguono quale Figlio di Davide che è benedetto, e viene nel nome del Signore!
Accogliere Gesù
, nel Suo ingresso nella nostra Comunità, oggi,  vuol dire metterci dietro di Lui, deporre, una volta acclamato e accolto, le palme, prendere la croce e seguirLo fedelmente nella Sua Passione, salire con Lui sul Calvario, morire insieme e come Lui ed essere sepolti insieme con Lui, per risorgere inseriti e uniti a Lui, il Risorto dai morti!
Con la Domenica delle Palme
, entriamo nella Settimana Santa che ci condurrà alla luce ed alla gloria della Pasqua del Signore, ma, prima dobbiamo seguire fedelmente il Servo obbediente e sofferente ed attraversare, uniti a Lui, il buio del dolore e della morte con Gesù che ci conduce alla Risurrezione con Lui! Iniziamo, dunque, la Settimana più santa dell’anno, da discepoli credenti e non da osservatori distratti e spettatori passivi!
La contemplazione della Passione e Morte, infatti, deve rivelarci lo spessore e la fondatezza del nostro essere discepoli: se abbiamo rinnegato noi stessi; se abbiamo preso la nostra croce; se seguiamo Gesù di dietro; se lo abbiamo tradito con un bacio; se ci siamo addormentati e lo abbiamo lasciato solo; se abbiamo ucciso la fiducia in Lui o preteso anche noi, irridendo il Suo modo di salvarci, che scenda dalla croce e dimostri la Sua potenza! Tutto questo dobbiamo comprendere e capire sotto la Croce! A tutto questo dobbiamo dare risposte per verificare la verità del nostro discepolato. Questo può avvenire solo se avremo il coraggio e la perseveranza di portarci sotto la croce del Crocifisso, per voler fissare lo sguardo su di Lui, restare in ascolto, silenziosi e attenti, al Dio che si dona e parla di amore dalla Sua croce!
Gesù entra
, oggi, in Gerusalemme per esservi tra pochi giorni tradito, arrestato, processato, condannato e crocifisso. Gesù che, per amore, si abbassa, si umilia fino alla morte e alla morte di Croce, è il Figlio di Dio che Egli risusciterà e lo farà trionfare sulla morte, aprendo un nuovo futuro di speranza per tutti.
Il ramoscello d’ulivo
, alzato al cielo nella liturgia per accogliere e seguire il Maestro fedelmente nella Sua passione di amore per noi, non lo porteremo a casa nostra come un comune e semplice talismano! Deve essere, invece, nelle nostre famiglie segno dell’espressione di fede nel Cristo che va incontro alla morte per venire incontro a noi e salvarci dalla morte! È ricordo del permanente impegno a voler seguire Gesù sulla via della croce con amore grato e fede viva.

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Ultimo aggiornamento 12/04/2025 - 09:31

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