Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
2a Domenica di Quaresima, 16 Marzo 2025
Questi è il Figlio mio, l’Eletto; ascoltatelo!.
Oggi,
Domenica,
Giorno del Signore, come
ogni giorno,
nella Celebrazione
dell’Eucaristia, Gesù ci
prende con Sé per
portarci con Lui su
questo sacro monte,
l’altare dell’offerta
della Sua vita, ci
riunisce in preghiera e
ci rende partecipi del
definitivo e pieno
compimento del Suo esodo
di passione, morte e
risurrezione, che ci ha
preannunciato e fatto
intravedere quando,
“mentre pregava”, su
quel monte, “il suo
volto cambiò d’aspetto e
la sua veste divenne
candida e sfolgorante”.
Il Suo volto glorioso
rivela quello del Padre,
pietoso e sempre
misericordioso che se ci
invita ad ascoltarLo e
seguirLo per la via
della Sua croce che
conduce alla
glorificazione eterna.
Non lasciamoci prendere,
come Pietro e i suoi
compagni, dal sonno e
dopo aver ascoltato la
voce del Padre che ce Lo
presenta come “Suo
Figlio, l’eletto”,
poniamoci dietro di Lui
e, con più
determinazione e
coraggio, costanza e
perseveranza, fede e
speranza, seguiamoLo nel
Suo esodo verso
Gerusalemme e
lasciamoci trasfigurare
questa nostra misera
vita nel Suo Corpo
glorioso, che spezza per
noi, e che a noi lo dona
a mangiare.
Ascoltatelo! È il
Figlio Mio, l’Eletto!
“Egli solo”, il Figlio
Suo, deve essere
ascoltato, in tutte le
sue Parole e deve essere
seguito sulla Sua
strada, strada, quella
della Croce e del dono
di Sé. Ascoltare la Sua
Parola, dunque, è il
passaggio necessario e
obbligato per tutti
coloro che desiderano
entrare in intima
comunione con il Padre.
La sua Parola, anche
quando le luci della
trasfigurazione si
spengono, rimane Luce ad
orientare, Forza a
sostenere e Fonte
efficace a ravvivare la
relazione vitale con
Lui.
L’imperativo di salvezza
“Ascoltatelo”, non è una
semplice aggiunta, ma la
proclamazione di Gesù
come il Profeta che
tutti dovevano e devono
ascoltare (cfr Dt
18,15). “Ascoltatelo”,
nel contesto dei due
annunci della Passione e
Morte, richiede fiducia
illimitata e
incondizionata a
seguirLo sempre e
dovunque: un impegno che
non può essere più
disatteso né rimandato.
L’Apostolo,
nel Brano della
seconda Lettura, che
proclamiamo e
ascoltiamo, rivolge una
calorosa raccomandazione
(paranesi) a
tutta la Comunità di
Filippi, invitando e
caldamente esortando
tutti a “farsi
insieme suoi imitatori”,
in quanto, egli stesso,
conquistato e
trasformato dal Risorto,
Lo ha seguito e imitato,
e a non seguire e
imitare “quanti si
comportano da nemici
della croce di Cristo”,
in quanto “il ventre è
il loro dio”, vivono
nei vizi e “non
pensano che alle cose
della terra”, mentre
noi sappiamo che la
nostra cittadinanza
è nei cieli, da dove
aspettiamo Cristo Gesù “il
quale trasfigurerà il
nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo
glorioso”.
Anche Noi credenti,
oggi, non solo dobbiamo
prendere coscienza di
essere stati destinati
ad essere “cittadini
del cielo”, ma,
soprattutto dobbiamo
rendere grazie, insieme
con l’Apostolo, perché
Dio trasfigurerà questo
nostro corpo, segnato
dalla fragilità, dal
peccato e della stessa
morte, per renderlo
simile al Corpo glorioso
del Figlio!
Dio, nella
prima Lettura, si
manifesta ad Abramo per
offrirgli un patto di
Alleanza e per
suggellare, così, le Sue
promesse di una
discendenza e di una
terra feconda di frutti
e di libertà. Il
Patriarca si fida e
obbedisce al comando di
Dio: egli crede
fermamente che Dio
manterrà, sicuramente,
le promesse date. Per
questa sua adesione
totale, Dio giurò per se
stesso di mantenere
l’Alleanza stipulata.
Abramo risponde con
prontezza, affronta
tutte le prove vivendo
nella sicura fiducia che
Dio realizzerà, anche
contro ogni speranza
umana, tutte le Sue
promesse. Così, Abramo,
errante, senza terra e
senza discendenza, si
fida incondizionatamente
della Promessa di Dio,
il quale conclude con
lui un’Alleanza che gli
apre un futuro nuovo e
glorioso. Il Signore Dio
riconosce la sua fede e
stipula con lui e la sua
discendenza la Sua
alleanza nella promessa
della “terra, dal
fiume d’Egitto al grande
fiume Eufrate”.
Credere nel Progetto di
Dio!
Crederci, fidarci senza
condizioni, altrimenti,
ci perdiamo nella notte,
e non usciamo più dalle
nostre miserie e
schiavitù. Crederci,
che non è
illuderci, ma significa
lasciarci affascinare
dal Volto di Chi
ha “già” trasfigurato la
nostra storia,
liberandoci dalle
nostre illusioni
di idoli già
morti. Crediamoci! Nel
volto del Cristo, c’è un
futuro di gloria, anche
il nostro peccato è già,
“trasfigurato” in grazie
e la nostra morte in
vita.
Nel Salmo,
professiamo la nostra
fede nel Signore, nostra
luce, forza e difesa e
nessun timore e angoscia
avvolgerà il nostro
cuore. Cerchiamo il Suo
volto, che rivela il
Volto del Padre,
crediamoci e speriamoci
e saremo certi di
contemplare il Suo amore
e la Sua salvezza.
La Trasfigurazione
è la risposta agli
interrogativi
sull’Identità di Gesù,
anche se ha una funzione
di preparazione e
d’incoraggiamento per i
discepoli disorientati
per la prospettiva della
Passione, Morte e
Risurrezione.
Ultimo aggiornamento 15/03/2025 - 09:29
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