Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
4a Domenica d'Avvento, 22 Dicmbre 2024
Si apra la terra e germogli il
Salvatore
Siamo
giunti al
compimento del nostro
cammino dell’Avvento e
il profeta Michea vuole
guidarci e condurci al
luogo della nascita del
Messia, che non è una
capitale ricca,
importante e potente,
ma, secondo lo stile
di Dio, una piccola
e sconosciuta località:
Betlemme, la “casa del
pane”! (Prima Lettura).
Il Salmo risponde
alla sua profezia,
rivolgendosi a Dio, “Pastore
d’Israele”, perché
susciti per il popolo un
pastore umile e saggio
che lo possa condurre ai
Suoi pascoli ricchi di
vita e libertà.
Per questo, Gesù Cristo
si è spogliato della
gloria divina per farsi
uomo come noi per farci
come Lui attraverso
l'obbedienza perfetta
che si compie nel
sacrificio della Sua
vita che supera e
(abolisce) tutti gli
altri sacrifici imposti
dalla legge, i quali,
pur ripetendosi ogni
anno, risultano
inefficaci e non
riescono a espiare il
peccato. Assumiamo la
stessa filiale
obbedienza di Cristo
Gesù che, nell’atto di
venire al mondo,
prendendo la nostra
carne, afferma: “Eccomi
Io vengo, Padre, per
fare la Tua volontà”;
dichiarazione che
contiene e ricapitola
tutto il mistero del
Natale e che deve
diventare la “regola” di
vita per i Suoi
discepoli di ieri, di
oggi e di domani (Seconda
Lettura).
Perciò, lasciamoci
pervadere,
come le due donne
gravide del mistero
della vita, dallo
Spirito Santo perché
vinca in noi la
tradizionale
sterilità spirituale
per farci fecondi di
vita, di gioia, di pace
e comunione con tutti, e
saper vivere e
condividere, così, la
vera beatitudine che
nasce dal credere,
come Maria,
nell’adempimento di ciò
che il Signore ci ha
detto. Concentriamo,
come e insieme con Maria
ed Elisabetta, tutta la
nostra attenzione su
Gesù, il Bambino che
vuole far sussultare di
gioia e di vita nuova
ciascuno di noi.
Dobbiamo, per questo,
alzarci per andare,
senza più indugiare,
attraverso la “regione
montuosa” della
fede, a visitare
il fratello e la
sorella, che hanno
bisogno di noi e, nella
condivisione gioiosa e
sincera, comunichiamo
loro il “sussulto” della
grazia di vita nuova,
che cresce in noi,
perché, vogliamo
accogliere il Salvatore
del mondo, come Maria di
Nazareth che, salendo
sulla montagna, porta
con sé il Cristo per
donarlo ad Elisabetta al
precursore e in loro, a
tutta l’umanità. Ella,
così, diviene modello
perfetto di ogni
Evangelizzazione e
Missione. In Lei,
il Vangelo di oggi,
indica il compimento
della promessa. La
vergine Madre ci insegna
come accogliere Gesù e
come testimoniarLo e
“portarLo” agli altri,
fino a farli sobbalzare
di vera gioia della
salvezza e farli
partecipare, insieme, al
sussulto di speranza
natalizia, che si fonda
nella Parola offerta e
accolta. Ancora, è
Maria, la donna della
prontezza, della fiducia
e della disponibilità,
a venire da noi,
come và da Elisabetta, a
portarci la buona e
lieta notizia che sta
per partorirci il Figlio
di Dio che in Lui vuole
farci sussultare
di vita nuova!
Maria ed Elisabetta,
due donne, che
attendono, con trepido
amore, i loro figli e
custodi di vita e di
speranza, si salutano,
si abbracciano con i
loro corpi, fino ad
unirsi nelle loro anime
nei palpiti dei sussulti
di vita delle loro
creature. Nelle due
donne diverse per
età, custodi di due
misteri, racchiusi nei
loro grembi il Salvatore
del mondo e il Suo
precursore. Le due donne
e madri, nelle quali Dio
vuole riscattare tutte
le donne e tutte le
madri, così diverse per
età, per condizioni, per
origini, ma così simili,
per il mistero della
vita che hanno accolto e
fanno crescere in esse,
ci insegnano la via e il
modo per celebrare il
Natale del Signore,
nella verità, nella lode
perenne e nella gioia
perfetta della salvezza,
che solo accogliendo
nella nostra vita
l’Emmanuele, possiamo
ricevere, vivere,
sperimentare, gustare e
godere per sempre.
Oggi, in Maria
che visita Elisabetta
nella casa di Zaccaria,
Dio visita il Suo
popolo, lo abbraccia in
un simultaneo sussulto
di gioiosa salvezza, se
ne prende cura come un
Pastore misericordioso
perché abiti sicuro e in
pace.
Il Natale
è, ormai, vicino:
l’attesa si deve far più
intensa! Il desiderio
dell’Atteso deve
crescere ardentemente!
Siamo invitati ad
aprirci per accogliere,
con amore e gratitudine,
efficacemente e
finalmente, il
Salvatore! Per questo,
massima attenzione a che
non sia mai che, anche
quest’anno, fra tante
cose da fare, tra tanti
regali da scegliere,
alberi da addobbare,
presepi da completare,
messaggi e messaggini da
inviare, cenoni e
pranzetti da prevedere,
viaggi e gite da
programmare e gli ultimi
regali d’acquistare e
presi da tanto stress e
da tanta ansia per i
tanti falsi idoli, ci
dimentichiamo e lasciamo
fuori proprio il
Festeggiato, Gesù e i
Suoi amati beniamini che
sono i nostri fratelli
poveri e i bisognosi!
Ultimo aggiornamento
21/12/2024 - 09:10
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