Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

Solennità di nostro Signore, Gesù Cristo, re dell'universo, 24 Novembre 2024

Io sono re e sono nato e venuto per dare testimonianza alla verità
Cristo Gesù, Figlio unigenito, Sacerdote eterno e Re dell’universo

Nella conclusione dell’Anno liturgico, la Solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo, la Liturgia della Parola annuncia la gloriosa venuta del Figlio dell’uomo che regnerà per sempre (prima Lettura); Egli sconfiggerà tutte le forze ostili e avverse ai piani di Dio che regna da sempre (Salmo);  La seconda lettura ci presenta il Figlio dell’uomo  come il Testimone fedele dell’amore misericordioso di Dio, Suo Padre, verso ciascuno di noi resi figli dal suo Figlio, Primogenito dei morti, “Alfa ed Omega,  Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!”
Regnare per Gesù Cristo
è servire, dare la propria vita per la salvezza di tutti. Il Suo Regno non è di questo mondo, anche se agisce e opera nel mondo. La Sua regalità è al servizio dell’uomo, è per la vita e la salvezza dell’intera umanità. Non di questo mondo, che finirà come tutte le realtà terrene. ma si compie nelle nostre vicende umane: “È in mezzo a noi!” (Lc 17,21). Il Suo regno è nel mondo, anche se non è del mondo! Si attualizza nella storia quotidiana e concreta degli uomini, nelle vicende della loro vita, “campo” dove grano buono e zizzania crescono insieme, ma lo fermenta come il lievito la massa e dona sapore alla pasta che la fa crescere senza rumore e senza attirare l’attenzione; come la foresta che cresce senza farsi vedere e sentire, contrariamente al fragore assordante e inquietante di un solo albero che viene abbattuto! Dunque, è Dio che fa crescere il Suo Regno attraverso i nostri “sì” al Suo progetto salvifico.
Il Regno, inoltre, non si identifica
con la Chiesa, nella Quale è presente come la pianta è nel germe e come il lievito nella massa informe. La Chiesa non il Regno, deve porsi al servizio del Regno, deve trasmetterne la presenza, alimentarne l’efficacia con la Parola e i Sacramenti, perché il Regno di Dio è già presente tra noi, ma non si è ancora compiuto. È “già qui e ora”, presente, anima, lievito della storia umana, coinvolta e implicata nelle lotte quotidiane ed esistenziali, ma si realizzerà solo quando “Gesù Cristo, il Testimone fedele, il Primogenito dei morti e il Sovrano dei re della terra, che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue” (Ap 1,5-6b), “consegnerà il Regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti” (1 Cor 15,24-28).Dunque, il Regno di Dio non è un concetto astratto o una dottrina da formulare, ma ha un nome preciso e un volto inequivocabile: “Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra” (Ap 1,5). Le parole di Gesù che precisa “il Mio Regno non è di questo mondo” (Gv 18, 36), non possono essere prese come invito al disimpegno, alla ‘fuga mundi’, al disprezzo delle realtà terrene, ma pressante chiamata a matura responsabilità a dover trasfigurare il mondo ed aprire la storia alla speranza della venuta del Regno di Dio.
Gesù ci rivela
, con le Sue parole e il Suo esempio, la natura e la finalità del Regno e con il Suo agire ‘obbediente’ in che cosa consista il Suo ‘regnare’: compiere la volontà del Padre Suo per realizzare il Suo progetto di salvezza universale. Il nostro modo di considerare il regnare, è molto distante da quello di Gesù: Egli ha messo a disposizione di tutti la Sua vita, l’ha spesa nel servizio agli ultimi, deboli, poveri, infermi, peccatori, senza nulla chiedere in cambio. Per noi, ancora, regnare significa dominare, controllare, signoreggiare, comandare, servirsi, mirare solo ai propri interessi e seguire tutti e solo i nostri idoli.
La Croce e la Risurrezione
realizzano il Regno di Dio. Gesù è il Re crocifisso che dona tutto Se stesso, è Signore dell’universo in quanto ”Egli sacrificando Se Stesso immacolata Vittima di pace sull’altare della croce… offrì alla Tua maestà infinita il regno eterno e universale: regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace” (Prefazio proprio). Riconosce questa Regalità divina chi rinasce ed “ è dalla verità”,  ascolta la Sua Parola e segue le regole del Suo Regno.
Il Vangelo  di oggi
riporta il dialogo tra Pilato e Gesù, che rivela la Sua regalità di supremo Re dell’universo e presenta il Suo regno eterno ed universale, che non ha origini e non è di questo mondo, ma è regno di verità e vita, di santità e grazia, di giustizia, di amore e di pace (Prefazio). Per questo Egli “è nato” ed “è venuto” ( chiaro riferimento al mistero della Sua Incarnazione)  a rivelare la verità di Dio, Suo Padre, e della Sua intima relazione con Lui e a testimoniare la Sua volontà salvifica per tutti e il Suo grande amore che ci rigenera ad “essere dalla verità” perché possiamo “ascoltare  la sua voce”. È la grazia di Dio, dunque, a farci dono della verità che ci rende idonei di ascoltare la sua Parola  e capaci di metterla in pratica.
Cristo regni! Sempre!
Così ci si salutava qualche tempo fa! Ma, oggi, Cristo vive e regna in noi? Riconosciamo la Sua regalità assoluta e prioritaria nella nostra vita? Chi, in effetti, vi regna? A chi abbiamo consegnato lo scettro e il trono del nostro cuore? Viviamo per noi stessi o per Cristo, nostro unico Signore (Rm 14,7-9)?
La Comunità cristiana
, oggi e sempre, celebra, nell’inno dossologico, la Sovranità universale e salvifica di Cristo e vuole esprimere, nella Liturgia perenne, il vivo gioioso riconoscimento al suo Re e Signore, “l’Alfa, l’Omega, Colui che è, che era che viene, l’Onnipotente”.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 23/11/2024 - 09:31

Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it