Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Solennità di Tutti i Santi, 1 Novembre 2024
Tutti siamo chiamati ad essere Santi e Immacolati al Cospetto di Dio
I
Santi ci sono dati
come esempio e modelli
da imitare, perché hanno
imitato Cristo Gesù,
Via, Verità e Vita (Gv
14,6), e come amici e
fratelli, che ci
incoraggiano e, ogni
giorno, ci ripetono con
S. Agostino: Se noi
ci siamo riusciti,
perché non ci provate
anche voi? I nostri
Santi sono stati uomini
e donne come noi,
fatti di carne e ossa,
di grandezze e di
miserie come noi,
ma si sono lasciati
rendere
autenticamente felici
e realizzati dal
Vangelo di Cristo.
I Santi non sono
inarrivabili,
distanti, fuori della
nostra portata: anche
noi, come loro, siamo
chiamati ad una vita “santa
e immacolata nella
carità” (Ef 1,4).
Sono stati semplicemente
uomini e donne
che, come Maria,
hanno creduto la
Parola e l’hanno
eseguita. Che cosa è la
santità, qual è il suo
contenuto? È accogliere
la vita come dono, e
viverla, seguendo e
imitando Gesù, Autore e
Testimone delle
Beatitudini, che ci
orienta al Padre del
quale ci ha resi figli.
La ragione del perché
dobbiamo essere
Santi è nella grazia di
essere resi figli di
Dio, “Padre santo e
fonte di ogni santità”
(II Preghiera
Eucaristica). E Lo siamo
“già ora”, mentre siamo
in attesa di esserlo
pienamente e
definitivamente quando “lo
vedremo così come egli è”(1Gv
3, 3), Allora, diviene
santo chi si riferisce e
si conforma a Cristo,
che vive ciò che
proclama. Chi ri-centra
continuamente la sua
vita sul Cristo, il
discepolo che recupera
l’intimità con Lui, il
Maestro, che proclama e
insegna le Beatitudini,
non solo a parole, ma
anche con il suo agire.
Così, Egli c’indica la
Sua strada, per essere
felici: dobbiamo
percorrerla, seguendo e
imitando la Sua Persona
e vivendo della Sua
stessa vita. Essere
santo, essere beato,
essere felice, dunque, è
fare sempre riferimento
fedele a Cristo, è voler
entrare in relazione con
Lui per avere e vivere i
Suoi stessi sentimenti
(Fil 2,5) e riscoprire e
seguire la nostra
vocazione, quella di
essere stati da Dio
scelti in Cristo “ad
essere santi e
immacolati al suo
cospetto nella carità”
(Ef 1,4).
La Parola, oggi,
dichiara e proclama che
tutti possiamo avere
accesso alla vera
beatitudine, a
condizione che siamo
uniti al Figlio di Dio,
il solo Santo perché
senza di Lui e fuori
della fede e della luce
del Suo Mistero
Pasquale, proclamare la
“felicità” dei poveri,
degli afflitti, degli
affamati, dei
perseguitati va contro
la più elementare
esperienza e mentalità
mondana: sarebbe come
affermare che le loro
disgrazie sono “una
benedizione” del cielo!
Questa visione è
blasfema e mortificante,
non onora Dio Amore e
impoverisce l’uomo!
Gesù, invece, l’Uomo di
assoluta coerenza,
annuncia quello che
vive, è in continua
comunione con il Padre,
esegue fedelmente la Sua
volontà, rimane in
continua comunione con
Lui, SeguirLo fedelmente
e con perseveranza,
dunque, conduce a vera
santità. Le
Beatitudini, dunque,
sono prima di tutto
appello urgente a
cambiare mentalità per
cambiare vita! Indicano
un Programma e una
Regola di vita diversa e
all’opposto del pensare
e agire del mondo in cui
viviamo, dove conta
l’essere ricchi non
l’essere poveri,
l’essere esaltati non
l’essere umiliati,
l’essere oppressori e
non essere gli oppressi,
gaudenti e non
piangenti, arroganti,
anziché miti,
vendicatori e non
misericordiosi,
guerrafondai anziché
pacificatori! Il mondo,
infatti, propone con
violenza e insegna, con
cinismo, la
logica dell’egoismo
e dell’egocentrismo,
dell’avere e
possedere. Gesù
insegna, con
autorevolezza e predica
con mitezza, la strada
della vera Beatitudine e
il cammino della Santità
che conduce al Sommo
Bene. Il vero discepolo
che si pone
incondizionatamente alla
sequela del Maestro, che
proclama e insegna la
vera beatitudine, cerca
la felicità in modo
diverso da quello
indicato e propagandato
dal mondo. Chi accoglie
la chiamata alla santità
non può più restare
tiepido (Ap 3,14-22),
indeciso, compromesso,
altalenante, sempre
sospeso e diviso tra
Vangelo e mondo.
La Solennità di Tutti i
Santi, è una
festa di gioia, di
speranza, di fede per
tutti. È “Festa
pasquale” per tutta
l'umanità che ha
sperato, che ha
sofferto, che ha cercato
la giustizia e che
sembrava perdente e,
invece, con Cristo,
risulta essere
vittoriosa sul male che
l’affligge e sulla morte
che l’angoscia. È la
Celebrazione di tutti i
Santi, non
solo di quelli del
Calendario e di quelli
che veneriamo nelle
nostre Chiese, ma anche
di quelli che sono
vissuti nell’umiltà,
senza che nessuno si
accorgesse di loro, e
che, nel nascondimento,
hanno dato la bella
testimonianza di amore a
Dio, alla famiglia e ai
fratelli: nostra madre,
nostro padre, i
familiari, i parenti,
gli amici, le umili
creature che ci hanno
amato tanto, senza che
noi ce ne rendessimo
conto e ce ne siamo
accorti, pienamente,
quando sono andati via,
ma solo fisicamente.
Chi, davvero,
vuole “diventare” Santo
deve assumere e fare
propri i “sentimenti”
del Maestro che lo
chiama a “ rimanere” con
Lui, ascoltando e
ubbidendo alla Sua
Parola, comunicando al
Suo Corpo e al Suo
Sangue e vivendo di
conseguenza, in coerenza
e operosamente, animato
da quella carità, che
deve trasformare la
vita, che deve essere
motivata unicamente dal
desiderio di servire il
Regno nel presente,
nell’attesa del ritorno
dello Agnello che “ha
lavato” e lava il nostro
peccato con il Suo
sangue.
Ultimo aggiornamento
01/11/2024 - 09:27
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