Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
30a Domenica Ordinaria, 27 Ottobre 2024
Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me
Il
viaggio verso
Gerusalemme passa
per Gerico, ultima tappa
e luogo di un incontro,
di un grido di speranza,
di una domanda da parte
di Gesù, di una precisa
richiesta e di una
guarigione salvifica che
diventa vocazione e
sequela. Ognuno di noi è
mendicante cieco: ha
bisogno di guarigione
per ‘poter vedere’
come ‘vede’ e ‘dice’
Gesù, e, così, da vero
discepolo poterLo
seguire sulla Sua
strada, quella della Sua
passione, morte e
risurrezione.
Il Vangelo,
nella figura di
Bartimeo, ci descrive in
modo esistenziale, il
vero cammino della fede:
riconoscersi bisognosi
di aiuto nella cecità e
credere in Colui che può
farci “vedere di nuovo”
e salvarci, rialzarci, e
andare da Lui per farci
guarire e salvare.
Infatti, con il cuore
indurito e posseduto da
tanti idoli, con gli
occhi accecati dalle
tante falsi luci, che
abbagliano e accecano,
con la mente annebbiata
dal relativismo, ed
egoismo, difficilmente
possiamo accorgerci di
Gesù che passa, ogni
momento, proprio sulla
nostra strada perché
vuole guarirci e farci
“vedere di nuovo”, vuole
farci dono della fede
che salva, quella che
dobbiamo riscoprire,
ravvivare, testimoniare
e pregare per poter
“sentire” la Sua
presenza e il Suo amore.
Dobbiamo avere la forza
e il coraggio della fede
in Lui, se vogliamo
buttare via il
mantello (in tutti i
suoi significati), per
alzarci e, subito,
andare da Lui e da Lui
lasciarci “salvare” per
porci a seguirlo
fedelmente, lungo la via
del mistero della Sua
passione, morte e
risurrezione.
Gridare la propria fede
per farla sentire,
comunicare agli altri,
superare ogni resistenza
e ogni ostacolo per
andare incontro a Gesù,
invitare il fratello ad
avere coraggio, a
liberarsi dal
“mantello”, ad alzarsi
per andare da Lui per
lasciarsi guarire e
poter vedere di nuovo
tutto con occhi nuovi,
quelli della Fede! “Coraggio!
Alzati, Gesù ti chiama!”.
Buttare via tutto ciò
che impedisce di alzarci
e correre da Lui per
riacquistare la nuova
vista e vedere
nuovo con gli occhi
lavati e purificati
dalla vera Parola che
guarisce, ricrea,
illumina e riplasma,
vivifica e rinnova, fa
rinascere e rimettere su
un nuovo cammino della
fede.
Bartimeo grida,
sempre più forte, non
perché dubita che Gesù
sia sordo alla sua
richiesta, ma perché
vuole far giungere il
suo urlo di bisogno e di
aiuto al cuore indurito
e indifferente di quanti
lo ignorano e,
addirittura, gli
impediscono di
proclamare la sua fede
nel Nazzareno che passa.
Grida tutto il suo
dolore, il cieco
condannato a mendicare e
a marcire ai margini
della vita, ignorato da
tutti, inosservato,
isolato, abbandonato e
inascoltato. Ma egli
proclama, ad alta voce,
la gioia della sua fede
perché passa Gesù e
perché sa che Egli vuole
guarirlo e salvarlo!La
forza e la potenza della
sua fede trasforma
situazioni angosciose,
apre il suo cuore alla
speranza di vita nuova!
Il suo, dunque, è grido
di dolore che professa
tutta la sua fede in
Colui che sta passando,
e manifesta intima
fiduciosa speranza di
poterci vedere di nuovo
per saper seguire Colui
che lo ha guarito e gli
ha conquistato il cuore!
Gesù lo incontra e lo
salva per la sua fede,
ma non gli chiede di
doverlo seguire: Va’
in pace, perché, per la
tua fede, sei stato
guarito! Egli, ora, che
vede con i Suoi occhi,
vuole amare con il Suo
cuore, mettendosi a
seguirLo lungo la Sua
strada, quella di una
nuova vita con Lui.
Così, il desiderio di
incontrare Gesù, il
Figlio di Davide, la
fede e la fiducia in
Lui, il grido di
speranza, la
salvezza-guarigione, in
Bartimeo si fanno
sequela libera e felice!
Egli non torna indietro
a riprendersi il vecchio
mantello e a tornare a
casa, ma continua
a camminare per la
stessa strada di Gesù e
da mendicante non
vedente, è trasformato
discepolo fedele che si
pone dietro Gesù per la
Sua stessa strada che
porta alla Sua Pasqua.
La
salvezza raggiunge
tutti gli uomini, in
qualunque situazione si
possano trovare, irrompe
proprio là dove ogni
speranza sembra essere
assente e si avvicina
quando l’uomo, che
sperimenta situazioni in
cui la sua vita sembra
far naufragio, come
nella malattia fisica o
spirituale, è toccato da
Dio e si apre alla fede
e a Lui si affida con
fiducia completa.
La promessa di Geremia
(Prima Lettura), si
muove in questa linea
e annuncia l’opera
potente di Dio a favore
di un popolo cieco e
zoppicante, partito nel
pianto e ricondotto
dalla Sua misericordia
tra le consolazioni.
Il Salmo
responsoriale celebra la
straordinaria efficacia
e fecondità della
seminagione che avviene
nel pianto: la ‘strada’
del Signore passa e
attraversa la
sofferenza, la prova, la
tribolazione, ma conduce
e si conclude nella
gioia e nella festa
dell’ abbondante e
pregiato raccolto.
Questa gioia
e questa festa trovano
fondamento nel
Sacerdozio Sommo di
Cristo, Mediatore ed
unica Speranza, che apre
gli occhi all’umanità
accecata per ri-metterla
in comunione con il
Padre (Seconda Lettura).
Ultimo aggiornamento
27/10/2024 - 08:47
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