Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
28a Domenica Ordinaria, 13 Ottobre 2024
A Dio tutto è possibile
Salomone
sceglie e invoca la
sapienza, riconoscendola
dono di Dio più prezioso
di tutte gli altri beni,
compresi la bellezza e
la salute, perché è
impareggiabile e il suo
splendore non si spegne
mai e supera quello
della luce del sole che
tramonta. “Lo spirito di
sapienza”, dono di Dio,
che va invocato e
‘stimato’ infinitamente
superiore alla ricchezza
(oro e argento) e deve
essere desiderato ed
amato, addirittura,
prima e “più della
salute e della bellezza”
(prima Lettura). La
sapienza è il dono del
Signore che ci insegna
a saper vivere nella sua
grazia, ad acquisire “un
cuore saggio” e ci sazia
del Suo amore,
facendoci gioire per
sempre (Salmo).
Nella seconda Lettura,
la Parola di Dio è
esaltata nelle sue
qualità: viva,
efficace, tagliente,
raggiunge l’anima e lo
spirito, e “discerne
i sentimenti e i
pensieri del cuore”,
perché in Lei è presente
ed agisce, con infinito
amore, Dio stesso.
La mentalità ebraica
riteneva che bastasse
l’esteriore osservanza
dei comandamenti per
ereditare la vita
eterna. Gesù, invece,
nel Vangelo di oggi, a
quel “tale”, uomo
ricco, che aveva messo
in pratica i
comandamenti “fin
dalla sua fanciullezza”
e che era corso da Lui,
si era inginocchiato,
riconoscendo la Sua
autorevolezza e
sapienza, per
domandargli “che cosa”
ancora deve fare, dato
che ha osservato già i
comandamenti,
guardandolo con amore,
chiede e lo invita ad
una sequela radicale e
senza condizioni. Anche
se hai osservato alla
lettera i comandamenti,
ti manca una “cosa”
essenziale: la relazione
vitale con Dio! Allora,
vai, vendi tutti i tuoi
averi, che ti
posseggono, tutto il
ricavato dallo ai
poveri, poi, vieni,
libero e felice, e
seguimi! Ti assicuro,
ritroverai, in Me, la
tua vera identità e
gusterai, insieme con
Me, la gioia di vivere e
di donare te stesso per
il bene degli altri! A
questa proposta di amore
gratuito, egli, scuro in
volto e tristissimo nel
cuore, si allontanò!
Rifiuta la nuova vita,
scegliendo di rimanere
quello che era, anzi
peggio di com’era: senza
un nome, senza identità,
senza il suo vero
essere, con l’aggravante
colpevolezza di aver
perso l’occasione della
vita per restare con
Gesù. Il sommo Bene lo
ha preferito ai suoi
miseri beni che lo hanno
incupito e svuotato del
suo io! E, asservito, se
ne va triste! Ha tutto e
non possiede nulla,
perché è posseduto da
ciò che ha avidamente
accumulato e che gli ha
tolto la libertà ed ha
infranto la sua
identità! È quella
tristezza generata
dall’attaccamento
morboso e disordinato
alle cose che lo
posseggono e, mai, lo
renderanno felice e
libero! Peccato! Era
corso dal Maestro Buono
per interrogarlo, con
tanto sincero desiderio,
ma, poi, non ha saputo e
voluto rispondere a
quello sguardo di amore
che lo voleva
raggiungere ed ha
rifiutato quella
chiamata che lo avrebbe
coinvolto nella
relazione con la
Persona, nella Quale
avrebbe ritrovato la sua
vera identità, tutto ciò
che gli “mancava per
avere in eredità la vita
eterna”!
La Vita Eterna è Dio
stesso, il Sommo Bene, e
la Via unica, per
accederVi, è solo Gesù
Cristo!
Ora che, triste
e sconsolato, se ne va
chi, di corsa, era
venuto, Gesù rivolge lo
sguardo e la parola ai
discepoli turbati e
disorientati, per far
comprendere loro che le
ricchezze, messe al
posto e prima di Dio,
sono di ostacolo e
impedimento all’entrata
nel Regno. Alla domanda,
piena di paura e di
rassegnata sfiducia dei
discepoli “e, allora,
chi mai si potrà
salvare?” Gesù risponde
semplicemente: chi si
lascerà salvare da Dio,
presso il Quale “nulla è
impossibile”.
All’automatismo
farisaico, che crede e
vede nell’osservanza
esteriore e solo
apparente di regole e
comandamenti
l’assicurazione per
entrare nella vita
eterna, Gesù risponde
con la “teologia della
gratuità”: eredita la
vita eterna chi si
lascia salvare e, nella
disponibilità-responsabilità,
è capace di liberarsi di
tutto ciò che impedisce
la sequela, chi rinnega
tutto se stesso e prende
la Sua croce per
seguirLo ‘da dietro’,
nella fedeltà
quotidiana, nel servizio
e nell’occupare solo
l’ultimo posto!Solo Gesù
salva e la salvezza è
dono di Dio che si
accetta e accoglie per
la fede in Cristo
Allora,
il come
seguire Gesù e il
come essere Suo
discepolo, costituiscono
il nucleo fondamentale
di questo Brano
evangelico: chi Lo
vuole, davvero, seguire,
deve rinunciare a se
stesso, deve distaccarsi
e rendersi libero dalla
schiavitù delle cose,
deve vivere come Lui,
con Lui e per Lui (e la
Sua missione) senza mai
voltarsi indietro con lo
sguardo malinconico e il
volto rattristato! La
sequela di Cristo,
povero, libero e fedele
è esperienza bella,
gioiosa e liberante.
Perciò, anche tu, Va’,
vendi tutto, dallo ai
poveri: Vieni e Seguimi!
Donami lo spirito di
sapienza,
Signore, quella saggezza
del cuore che mi libera
dalla malattia e dalla
schiavitù del triste
possesso! Fammi giungere
alla vecchiaia, Tuo
dono, e fammela vivere
ricca di amore e povera
di cose.
Ultimo aggiornamento
12/10/2024 - 11:30
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