Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

25a Domenica Ordinaria, 22 Settembre 2024

Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti
Gesù dopo aver insegnato le condizioni necessarie ed indispensabili per diventare Suoi veri discepoli, dominando il proprio io, superbo e onnipotente, rinnegando se stesso, portando la propria croce “dietro a Lui”, pronto e disposto a “perdere” la sua vita, spendendola per gli altri se veramente la vuole salvare (Mc 8 Domenica scorsa), oggi, per la seconda volta,  rivela di essere il “Figlio dell’uomo”,  Servo sofferente e obbediente,  che deve patire, morire e risorgere il terzo giorno. La loro preoccupazione, invece, non verte sul come restare e camminare dietro a Gesù, ma sul come diventare ed essere  il primo” e il più grande di tutti”!
Nel Brano di Marco, Gesù non parla di Sé come il Messia, ma si dichiara e si presenta come “Figlio dell’uomo” (personaggio misterioso descritto nel libro di Daniele) che specifica la Sua missione salvifica attraverso la sofferenza, il rifiuto e la morte. Questo secondo annuncio, inoltre, rappresenta un passo avanti nella formazione dei discepoli, perché non è semplice annuncio, ma una vera e propria istruzione sul vero contenuto e necessità della Sua passione, morte e risurrezione. Egli, infatti, patisce e muore per amore verso tutti noi peccatori, e per compiere il disegno del Padre che vuole tutti salvi, attraverso la Sua morte, sommo  sacrificio che espia, a nostro posto, i nostri peccati.
Gesù, con questo secondo annuncio
della Sua passione, morte e risurrezione,  dunque, rivela il mistero di amore del Padre che, per mezzo Suo, riversa sull’umanità peccatrice, e vuole istruire e far assumere ai Suoi questo misericordioso modo dell’agire salvifico di Dio. I discepoli, invece, hanno altro da pensare e progettare! Restano sordi e muti. Non ascoltano e non interrogano Gesù perché non vogliono rinunciare ai loro progetti di grandezza e di potenza, non vogliono cambiare opinione sul messia, per non dover cambiare la loro vita, ormai, tesa solo a “discutere tra loro chi fosse il più grande” (v 33). Non hanno compreso nulla, perché non vogliono capire nulla! Hanno altro da pensare e da chiedersi, anziché, chiedere spiegazioni a Gesù. Anche quando sono rientrati a casa, continuano a non rispondere alla domanda di Gesù, che conosce i loro pensieri e l’interroga: “di che cosa stavate discutendo per la strada?” I discepoli non comprendono la Sua Parola e nemmeno chiedono spiegazioni. Silenzio che dice vigliaccheria e rifiuto del Suo destino di passione e morte! Mutismo anche quando Gesù domanda loro di che cosa stavano discutendo lungo la strada! Sordi e muti e non si lasciano guarire! Gesù cammina verso la croce, la morte e la risurrezione, i discepoli percorrono l’altra via, quella della logica carnale e degli interessi mondani!
Il paziente e amorevole Maestro
tenta, allora, di vincere la loro sordità e il loro mutismo, e  insegna loro con autorevolezza che “ Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Se volete diventare, davvero, “grandi” e sedere ai “primi posti” nel Regno, dovete mettervi all’ultimo posto e dovete servire tutti, soprattutto i piccoli, gli esclusi, gli emarginati, rinunciando alle ambizioni e interessi mondani e carnali. Il Maestro, infine, per farci comprendere e insegnarci questo nuovo stile di vita, sceglie un bambino, lo pone al centro dell’attenzione di tutti quale modello e misura del Regno, e, “abbracciandolo”, consegna il suo insegnamento conclusivo, affermando, che chi accoglie, serve ed ama uno di questi Miei piccoli, emarginati, esclusi e disprezzati, li abbraccia, per voler affermare la volontà di eliminare ogni paura dell’altro, di annullare ogni distanza e tutte le separazioni, di abbattere ogni chiusura, ogni divisione, accoglie e abbraccia, ama e serve Me e, in Me, il Padre Mio. Allora, il bambino (il piccolo, il povero l’escluso), che io accolgo e abbraccio, nel nome Suo, è “sacramento” di Cristo povero, umiliato, rifiutato, contestato, condannato a morte e risuscitato dal Padre. Il vero discepolo, perciò  deve diventare di nuovo bambino docile e disponibile, deve lasciarsi riplasmare dalla Sua Parola e dai Suoi insegnamenti per rimettersi all’ultimo posto a servire tutti e divenire “il primo” e “il più grande” agli occhi di Dio!
Gesù; Parola di verità e di vita
, capovolge la mentalità carnale della logica mondana del dominio e del potere, con la scelta del servizio, della dedizione e dell’amore. Contro la condotta degli empi e la logica del potere e del dominio, il Suo Vangelo propone il servizio come vera grandezza e vita pienamente riuscita. La Parola di Dio, inoltre, ci assicura il giusto che il Signore Dio “sostiene la sua vita” e lo libera dalle mani dei malfattori, che lo perseguitano perché si sentono smascherati nella loro condotta malvagia (prima Lettura e Salmo) e dona la vera Sapienza, che viene dall’alto, al retto e puro di cuore perché possa creare relazioni pacifiche e fraterne con tutti, liberandosi dal disordine e da “ogni sorta di cattive azioni” (seconda Lettura).

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Ultimo aggiornamento 21/09/2024 - 13:20

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