Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
23a Domenica Ordinaria, 8 Settembre 2024
Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti.
Cristo
Gesù, Parola di
Dio, apre sempre nuove
possibilità di vita:
Egli ha fatto bene ogni
cosa! Passando per
Sidone, si dirige verso
la Decapoli, va dai
pagani e, distinguendosi
nettamente dai Farisei
e, lontano dalla folla,
solo incuriosita di Lui,
scioglie, con amore
creativo, aprì gli
orecchi e sciolse il
“nodo” della lingua al
sordomuto (Vangelo). È
Annuncio di salvezza
universale da parte di
Dio che Interviene nella
storia dell’umanità per
trasformare il suo
deserto di esilio e di
morte, in un giardino di
rigogliosa vita e futuro
radioso (prima Lettura).
Rivela a noi Dio fedele
che protegge e sostiene
l’orfano e la vedova e “rende
giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati”
(Salmo) e non fa
preferenze di persone
ma sceglie i poveri per
farli eredi del Suo
Regno (seconda Lettura).
La fede fa sgorgare
dall’uomo, che si lascia
aprire dalla Parola, lo
stupore e la meraviglia
che si fanno lode a Dio,
che mantiene sempre le
promesse annunciate (prima
Lettura) e le
realizza pienamente in
Gesù Cristo, che fa
udire i sordi, parlare i
muti, vedere i ciechi,
camminare gli
azzoppati dalla vita
(Vangelo). E
proprio costoro, i
poveri e gli esclusi dal
mondo, Dio sceglie, come
eredi privilegiati del
Suo Regno (seconda
Lettura).
Diciamolo e
annunciamolo anche
Noi agli smarriti di
cuore di oggi: Dio vuole
che i ciechi vedano le
Sue meraviglie, che i
sordi odano la Sua
Parola di amore e
verità, che i muti
riprendano a proclamare
il Suo progetto di
salvezza universale e
che gli zoppi siano
guariti per andare in
tutto il mondo a dire
che Dio ama tutti e
vuole salvare tutti, nel
Figlio Suo benedetto,
Gesù Cristo.
Proclamiamolo a tutti
che Dio ci vuole salvi,
senza preferenze e
distinzione alcuna ma,
per i poveri, gli
oppressi e gli esclusi
dai ricchi, prepotenti e
ingiusti, Egli nutre una
preferenza di amore e di
giustizia divina.
Effatà, Apriti!
La Sua Parola ci ridona
la possibilità di
comunicare con gli altri
e non restare più
schiavi di noi stessi,
di comunicare –
dialogare, ascoltare e
dare risposta! Usciamo
da noi stessi e
apriamoci agli altri,
dai nostri meschini
interessi e lamenti e
apriamoci agli immani
bisogni degli altri
causati dal nostro sordo
interesse.
Oggi, i
sordomuti, che devono
essere guariti da Gesù,
siamo proprio Noi che
preferiamo restare
bloccati nella nostra
sordità, per non volerci
lasciare convertire dal
nostro stile di vita
comodo, interessato e a
scapito degli altri; che
restiamo irrigiditi e
sordomuti nella
relazione tra di noi,
nel dialogo e
comprensione reciproca;
che vogliamo essere
sordi e muti nel nostro
rapporto comunicativo di
coppia e con i figli,
con il mondo e le altre
religioni; che siamo
sordi e, perciò,
muti di fronte ad
una Parola che continua
a parlarci per
interpellarci; che
rimaniamo sordi a un Dio
che continua a
comunicarci il Suo
amore, accusandolo di
silenzio e di
lontananza. Sono muti,
sordi e ciechi i
cristiani che, chiamati
a responsabilità nella
Chiesa e nella politica,
di fronte a situazioni
di palese ingiustizia e
sopraffazione, non
proferiscono parole
profetiche e coraggiose,
rifugiandosi in
accomodamenti,
aggiustamenti e
compromessi.
Sordo è colui
che non vuole sentire il
grido e l’urlo dei
poveri, degli oppressi,
degli esclusi ed
emarginati! Muto
è chi non grida di
fronte alle ingiustizie,
alle ipocrisie, alle
falsità, alle
ingiustizie, agli
imbrogli ideologici e
‘teologici’! Rimane
muto, sordo e cieco chi
non denuncia la
prostituzione
intellettuale e
spirituale, chi nasconde
e occulta tutta la
sporcizia che c’è nel
proprio cuore, nella
Chiesa, nello Stato, nel
Partito. È sordomuto
inguaribile chi non si
sente amato da Dio, per
non sentirsi chiamato e
impegnato all’amore
oblativo.
Quando e se permettiamo
a Dio, Creatore e
Salvatore, di entrare
nella nostra storia
quotidiana, tutto si
trasforma e tutto
cambia: la malattia è
vinta, i disagi fisici e
psicologici finiscono, i
ciechi cominciano a
vedere, i sordi possono
ascoltare la Parola e
muti cantare le
meraviglie del Signore,
e anche gli storpi e
gli zoppi cominciano a
saltellare come cervi
sui monti. Anche il
creato, che noi dovevamo
custodire nella sua
bellezza e vitalità e
del quale dovevamo
prenderci cura, ma, ora,
ridotto, dai nostri
peccati, a deserto e
steppa inariditi e
riarsi, Dio lo
trasformerà e lo renderà
fecondo, facendo
sgorgare acque dalle
rocce, nel deserto e
scorrere torrenti nella
steppa.
La Chiesa ha
sempre visto nei gesti,
singolari che
Gesù
compie sul sordo-muto,
il segno sacramentale
del Suo amore ci fa
rinascere a nuova vita.
Per questo nel
Battesimo, il Ministro
compie sul bambino i
gesti che Gesù fece sul
sordo-muto: gli mette il
dito negli orecchi e gli
tocca la punta della
lingua, ripetendo la
parola di Gesù: Effatà,
Apriti! L’“Effatà”, nel
Battesimo dei Bambini, è
posto come rito
conclusivo, dunque,
conferisce la Missione:
“il Celebrante tocca,
con il pollice, le
orecchie e le labbra dei
singoli battezzati,
dicendo: Il Signore Gesù
che fece udire i sordi e
parlare i muti, ti
conceda di ascoltare
presto la Sua Parola e
di professare la tua
fede, a lode e gloria di
Dio Padre” (RBB 74).
Ultimo aggiornamento
07/09/2024 - 08:30
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