Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
22a Domenica Ordinaria, 1 Settembre 2024
Accogliete con docilità la parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza.
Rimane,
ancora oggi, il
gravissimo rischio di “trascurare
il Comandamento di Dio”,
rivelato chiaramente
dalla Sua Parola, per “osservare
i precetti e la
tradizione degli uomini”,
finalizzati a darsi
l’illusoria sicurezza di
una vana e vuota
religiosità, a sfavore
della Parola di verità,
“che è stata piantata in
noi”, ci ha rigenerati
“e può portarci alla
salvezza”. Dobbiamo
saper distinguere tra “il
comandamento di Dio”
che salva e “la
tradizione degli uomini”
che illude, tra ciò che
veramente dice la Parola
e ciò che noi,
farisaicamente, vi
aggiungiamo, formulando
e trasmettendo le nostre
interessate tradizioni.
Se davvero vogliamo
vivere le sane
tradizioni, dobbiamo
confrontarle
necessariamente con la
Sua Parola e
raffrontarle con i
frutti che ne
conseguono! Dalla
validità dei frutti,
sgorga la verità delle
nostre tradizioni! Ci
portano a Dio o ci hanno
allontanato da Lui?
Rafforzano le nostre
illusorie sicurezze o ci
aprono al rischio della
fede? Sono a servizio di
Dio e della comunità o a
favore dei nostri
egoistici interessi? La
purificazione delle
nostre tradizioni,
perciò, è questione
vitale per la nostra
fede e va fatta alla
luce della Parola,
criterio ultimo e
decisivo della nostra
adesione a l Volere di
Dio che è il servizio di
amore dei Fratelli.
Oggi, ci illudiamo
(ingannando e fuorviando
noi stessi!) che basta
un rito di
benedizione, di
purificazione, di
assoluzione, una
processione, una
candela, una pia pratica
a liberarci dal male,
che cova nel nostro
cuore, devastandolo e
deturpandolo, ad
assicurarci la fede e la
salvezza! Il Signore non
gradisce i nostri riti,
le nostre vuote
tradizioni, la nostra
esteriorità
appariscente, ma
guarda il cuore, la
sincerità della nostra
intimità e la purezza
delle nostre intenzioni.
Dal cuore indurito e
malvagio, infatti,
escono astio e vendetta,
invidie e gelosie,
infedeltà e tradimenti,
superbia e orgoglio,
guerre e sterminii,
suicidi e stragi di
morte, inquinamento e
soffocamento del creato!
Solo Dio in Gesù Cristo,
Parola di verità e Pane
di vita, può ricrearci
ridonandoci “un cuore
nuovo” (Ez 36:26).
La Parola di verità, “piantata
in noi”, è fonte di
salvezza, di essa non
bisogna essere solo
ascoltatori distratti,
ma esecutori perfetti e
fedeli! La Parola ha la
sua efficacia salvifica,
ma bisogna lasciarla
operare e non dobbiamo
impedirle di portare,
nella nostra vita, i
frutti attesi da Dio,
datore di ogni bene e
dono perfetto. Ascolto,
ob-audio: se è
vero ascolto,
dunque, apre
all’accoglienza e si fa
subito obbedienza!
Ascoltare, allora, la
Parola non basta,
bisogna lasciarsi
assimilare per metterla
in pratica concretamente
e viverla aiutando i
bisognosi, e
soccorrendo, “visitando”
e difendendo gli orfani
nelle loro necessità e
le vedove, “nelle
loro sofferenze” per
“non lasciarsi
contaminare da
questo mondo”
secolarizzato, corrotto
e inquinato.
Attualizzate la
Parola annunciata dalla
predicazione
apostolica (Mt
13,19-23) nei vostri
cuori. Ciò che
ascoltate, ponetelo in
atto, perché solo questa
è “religione pura e
senza macchia” e
culto realmente gradito
a Dio. Accogliete con
docilità la Parola che
vi salva. La Legge non è
peso insopportabile
o un giogo servile,
ma guida da seguire con
fiducia, libertà,
consapevolezza e gioia,
perché conduce alla vita
piena e felice. “Religione”
vera, pura e senza
macchia, dunque è
accogliere con docilità
la Parola di verità, che
discende dal cielo ogni
giorno; non essere solo
ascoltatori che illudono
se stessi, ma fedeli e
assidui operatori che
la mettono in pratica,
soccorrendo le vedove e
difendendo gli orfani e
“non lasciandosi
contaminare da questo
mondo”. La Legge,
che testimonia la
premurosa vicinanza di
Dio al Suo popolo, se è
accolta nella sua verità
e integrità, e se
osservata nella sua
interezza, senza
riduzioni e senza
accomodamenti, diventa
motivo di testimonianza
e di fedeltà per gli
altri popoli, segno di
grande saggezza e unica
possibilità per entrare
in possesso della
promessa terra e vivervi
nell’abbondanza dei suoi
doni. Vera relazione
con Dio è osservare e
mettere in pratica tutti
i Suoi Comandi nella
fedeltà, senza nulla
aggiungervi e senza
nulla togliervi, con
saggezza e intelligenza,
per rendere
testimonianza, presso
gli altri popoli, della
potenza e bontà di Dio
che ha dato al Suo
popolo norme così giuste
e sagge. Anche il Salmo,
con il suo ritornello, “Chi
teme il Signore abiterà
nella sua tenda”, ci
ricorda che i requisiti
richiesti per entrare
nella “tenda del
Signore” ed abitarvi,
non riguardano e non
dipendono dalla
purità rituale, ma
dalla purezza
(rettitudine) della
coscienza (cuore),
che consiste nel
praticare l’amore e la
giustizia nella coerenza
tra fede e vita, tra
culto interiore e
impegno esistenziale,
tra adorazione e
“timore” di Dio e
amore fraterno e
giustizia sociale.
Solo “chi agirà in
tal modo resterà saldo e
non vacillerà”.
Ogni comunità, piccola o
grande che sia, oggi,
deve annunciare la
purezza della fede, che
viene dalla Parola di Dio
e deve interrogarsi e
deve verificare se
tradizioni e usanze
della propria comunità
sono poste al servizio
della Parola o se sono,
in realtà,
compensazioni e evasioni
che costituiscono seri
ostacoli
all’attualizzazione
della Parola, impedendo,
di fatto, il vivere con
coerenza e trasparenza
la Parola che viene
ascoltata e accolta. Noi
Cristiani accogliamo la
vera Rivelazione di Dio
e la trasmettiamo
fedelmente, senza nulla
togliere e senza nulla
aggiungere, o
tramandiamo le nostre
tradizioni interessate
ed aggiuntive?
Accogliamo e insegniamo
la Parola di Dio o le
nostre dottrine?
Ubbidiamo al Suo
Comandamento e compiamo
la Sua volontà o
seguiamo e imponiamo la
nostra? Qual è la
Volontà di Dio? Chi può
rivelarcela? A chi
dobbiamo obbedire: a Dio
o agli uomini? Chi può
salvarci: la Parola di
verità o le tradizioni
degli uomini?
Ultimo aggiornamento
31/08/2024 - 09:12
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