Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

19a Domenica Ordinaria, 10 Agosto 2024

Io sono il pane della vita chi mangia di questo pane vivrà in eterno
Protagonista assoluto del nostro cammino di fede è Dio, Uno e Trino. Come i Padri, come il Suo popolo nel deserto e come Elia, Egli non ci abbandona mai, è sempre presente e vicino, anche quando a noi sembra il contrario. Ci rialza dalle nostre angosce e dalla nostra disperazione, ci guida con la Sua Parola, ci nutre del Suo Pane e veglia e vigila su di noi, non ci fa mancare nulla di quanto è necessario per compiere il nostro cammino (la manna al popolo e la focaccia e l’acqua ad Elia), ci guida con amore e fedeltà, facendoci giungere al Suo monte santo! Nel Vangelo, Gesù si presenta e si dichiara Pane unico di vita: il “Viatico” necessario per giungere alla vita eterna.
L’angelo inviato
dal Signore, libera il profeta Elia dalla triste e tragica situazione in cui si trova, a causa della decisione della moglie del re Acab di farlo uccidere perché ha eliminato i sacerdoti di Baal e rispondendo alla sua mormorazione e decisone di voler morire, lo sveglia, per due volte, lo nutre del cibo divino e lo rimette in cammino verso il monte santo di Dio, l’Oreb. Il cibo donato dal cielo ad Elia, per rimetterlo in cammino verso il “monte di Dio”, è l’alimento che gli ha dato la forza necessaria e la fede indispensabile per compiere il lungo e insidioso percorso - cammino verso la meta, che è l’incontro con Dio. Elia, nel deserto mangiò quel cibo e bevve quell’acqua, che Dio gli offrì per mezzo del Suo angelo, e poté compiere il lungo cammino che gli stava davanti e che , mai, avrebbe potuto compiere, senza il dono dal cielo di  questa “focaccia” e di questo “orcio d’acqua” (Prima Lettura).
Paolo,
nella seconda Lettura, ricorda ai cristiani che hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo e li “scongiura” a non volerlo “rattristare” con comportamenti aspri, irosi e maldicenti e con “ogni sorte di malignità” e li esorta caldamente a “farsi imitatori di Dio”, Padre di misericordia  e di ogni bontà,  e vivere “nella carità”, nel modo in cui anche Cristo  ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”. La conseguenza, dunque, delle varie ricadute nell’uomo vecchio, causa “il rattristarsi” dello stesso Spirito di Dio. In questa luce è richiesta ai Cristiani la lotta contro l’ira, sdegno, asprezza, clamore, maldicenza con ogni sorta di malignità. In positivo, la vita cristiana, attraverso la mitezza del cuore e la bontà della mente, partecipa alla generosità e magnanimità di Dio, attuando sempre la prassi del perdono nei rapporti fraterni. In definitiva si richiede al Cristiano di farsi imitatore di Dio, quale figlio obbediente e fedele, che cammina “nella carità”, seguendo e imitando il Figlio, Cristo Gesù, che ha sacrificato se stesso per noi!
Gesù si presenta
e si dichiara “Pane vivo” inviato dal Padre, “Carne per la vita del mondo”! Solo chi decide liberamente di mangiarne degnamente, potrà “vivere in eterno”. Come il pane terreno nutre e sostiene la vita, rendendola, quindi, possibile, così il Pane disceso dal cielo, quello vero, non solo estingue ogni fame e ogni sete, ma è l’unico ad aprire alla vita eterna. Ma, come possiamo accedere a questo Pane? Solo attraverso la fede che nasce dall’ascolto e dall’attrazione amorevole del Padre: “chi crede ha la vita eterna”.
Tutta la nostra vita
è un deserto, luogo di mille insidie e privo di pane vero e acqua pura, solo Dio, come a Elia, stanco e solo ‘desideroso di morire’, può toccarci e svegliarci dai nostri cattivi pensieri, fornendoci il vero cibo e la vera bevanda per farci rialzare e riprendere il lungo e faticoso cammino che, solo con la forza di questo pane e questa bevanda, ci farà arrivare al Suo Monte Santo. Il cammino della fede lo compie solo la carità, criterio unico dell’agire morale dei cristiani! Solo la carità ci fa crescere nella perseveranza della fede! La carità nutre la fede, la anima e la feconda dello Spirito d’amore, che è stato riversato nei nostri cuori nel Battesimo. Senza carità, non si compie alcun cammino di fede e l’unico agire morale dei cristiani è la carità che ci unisce e ci fa crescere nella fede. Il cammino della fede è, dunque, pellegrinaggio nella carità! Gesù, Parola di verità e Pane di vita, si propone come piena e definitiva appagamento della fame e della sete del nostro cuore e della nostra mente: a noi resta solo la scelta di rispondere con fede e con amore, perché solo Lui, che conosce cosa c’è nel nostro cuore, può rispondere pienamente ai nostri più intimi desideri e soddisfare gli immensi bisogni dell’anima. Solo chi mangia il Cibo di vita eterna, che il Padre ci ha mandato dal cielo, il Figlio amato, può camminare nella carità, “nel modo in cui Cristo ci ha amato e ha dato Se stesso per noi”, ed essere liberato da tutti i comportamenti perversi che “rattristano” lo Spirito di Dio che ci è stato donato.
Anche i Profeti
, i Santi, S. Francesco, hanno dovuto attraversare il deserto delle prove, le notti buie dello spirito e delle tentazioni di voltarsi e ritornare indietro, di fuggire di fronte alle esigenze impegnative di Dio. Anche gli uomini grandi, giusti hanno sperimentato, e sperimentano, la loro debolezza, fino a desiderare di rinunciare alla vocazione e missione, e, sentendosi, addirittura, abbandonati dallo stesso Dio, lo supplicano, come Elia: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita!” (E, chi di noi non l’ha detto o pensato, almeno una volta, nella sua vita?). Ma, Dio è sempre accanto, soprattutto, a quanti sono in queste situazioni, interviene, nutre e disseta, comunica nuova forza con il cibo al corpo e nuove energie allo spirito con la Sua Parola: Alzati e Mangia, riprendi il lungo cammino, devi arrivare al luogo dell’appuntamento per essere riconfermato nell’Alleanza, nella vocazione e fortificato nella missione.

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Ultimo aggiornamento 10/08/2024 - 08:20

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