Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
16a Domenica Ordinaria, 21 Luglio 2024
Ebbe compassione di loro e si mise a insegnare loro molte cose
Venite
in disparte, voi soli e
riposatevi un po’!
Liberatevi dalle “tante
cose da fare”,
fermatevi ed
entrate un momento
in voi stessi per
ritrovarvi e dare il
vero senso e perseguire
fedelmente il fine della
missione. Scoprirete il
valore del silenzio, la
necessità dell’ascolto,
del dialogo e
dell’intimità con il
Maestro che vi manda e
vi affida la missione.
Il silenzio,
scomparso, ormai, nel
nostro tempo, è un
bisogno esistenziale
per la formazione umana,
cristiana, religiosa e
sacerdotale, favorisce
il raccoglimento
per entrare in noi
stessi e scoprire,
sempre più in
profondità, il senso e
il fine del nostro
vivere e la verità sulla
nostra missione.
Abbiamo bisogno del
silenzio per entrare
nell’intimità più
profonda della
conoscenza della Sua
Parola, sempre più
feconda e affascinante,
e per poter comprendere
tutte le cose
come le conosce e le
compie Lui! Venite in
disparte, ritrovate
l’anima della missione,
prendetevi la gioia
della qualità
delle vostre azioni,
senza preoccuparvi
eccessivamente della
quantità (numero)
delle cose da fare.
Farne due o
tre, ma farle bene:
per Cristo,
con Cristo e in
Cristo, nella
profondità, nella
larghezza e nella
lunghezza della
“multiforme sapienza di
Dio” (Ef 3, 18). Prima
di poter fare
qualcosa per Lui
e con Lui,
bisogna essere in
Lui! Liberiamoci,
dunque, dalla
vuota euforia
della riuscita delle
nostre missioni, quasi
queste fossero merito
nostro e non dello
Spirito! Servi inutili
siamo e tali restiamo!
Se il Signore è il mio
unico Pastore, non manco
di nulla!
Siamo pecore senza
pastore? Abbiamo perso
ogni riferimento con il
Pastore che ci vuole
guidare con la Sua
Voce (Parola) al
vero pascolo e donarci
il vero cibo? Il Padre
ci viene ancora
incontro, ricordandoci
di averci mandato il
Pastore dei pastori, il
Figlio, a radunarci, a
comunicarci la Sua pace,
a farci riposare un po’
e farci capire ‘molte
cose’. Egli solo,
infatti, ridona fiducia
e sicurezza, conduce con
attenzione e massima
cura ai pascoli della
vita e alle acque
tranquille ci fa
dissetare e in luoghi
freschi ci fa riposare.
Egli ci chiama e ci
vuole “in disparte” con
Sé, perché vuole
prendersi cura di noi,
vuole parlarci al cuore,
lontano dal frastuono
assordante della vita
caotica e
stressante; vuole
insegnarci il senso
vero della vita e
liberarci dall’affannoso
e sterile
trionfalismo del fare
ed offrirci una buona
occasione di
discernimento, di
ripensamento e revisione
del nostro stile di
fare gli inviati e
convertirci dal
fare all’essere,
dall’apparire
alla testimonianza,
dalla burocrazia
del fare alla
verità dell’essere
veri discepoli. In
una parola, Gesù ci
invita a ritrovare
noi stessi! Egli,
uomo galileo, si
rivela uomo
universale e agisce
come tale: è sempre “in
viaggio”, in cammino
instancabile alla
ricerca “degli altri”,
dei lontani, dei
gentili e, anche,
di tutti quelli che
si credono eletti
e, già, salvati,
solo perché osservano la
legge e le tradizioni,
le pratiche religiose e
offrono i sacrifici.
Gesù si fa Pastore
di quel gregge senza
pastori: rivela, nella
Sua compassione, la
misericordia del Padre,
che ha mantenuto la
promessa fatta ai padri
per mezzo dei profeti.
Si presenta Gesù quale
Promessa mantenuta
del Padre: quel Virgulto
e Rampollo di Davide, “Dio-Nostra-Giustizia”,
è qui, davanti a noi, si
prende cura di noi,
vuole riportare
giustizia, pace e
serenità nei nostri
cuori. Per questo ci
parla e ci insegna
molte cose! È la
Parola di Gesù a riunire
quella folla, a far
rinascere in loro la
speranza e ad insegnare
ai Suoi i modi e il fine
della Sua missione che
sarà loro affidata. È
la Voce di questo
nuovo bel Pastore,
promesso ai padri, a
costituire il Nuovo
Gregge, una Nuova
Umanità, una
Nuova Comunità!
Il riposo di Gesù e
dei Suoi è, ora,
mettersi a disposizione
e servire questa
gente, disorientata ed
affamata di un cibo
che non perisce.
Egli, il vero Re-Pastore,
quel Germoglio ‘saggio’
e ‘giusto’ preannunciato
dalla prima Lettura,
che è venuto a liberarci
dal male, ferma i remi e
scende dalla barca,
scegliendo di rinunciare
al meritato ‘riposo’ in
un luogo di silenzio,
per prendersi
immediatamente cura
di loro: si mette a
servizio di tutta quella
gente, insegnando loro
‘molte cose’. Offre loro
la Sua persona, la Sua
Parola perché ognuno
possa ritrovare se
stesso, la propria
identità interiore, la
propria dignità e
libertà.
I Cristiani, consacrati
nel Battesimo,
evangelizzatori,
mandati e gli
inviati da Gesù,
devono essere l’anima
del mondo, non porsi al
centro del mondo!
I Cristiani devono
essere nel mondo come
l’anima è nel corpo e
devono fare nel mondo
ciò che l’anima fa nel
corpo (Lettera a
Diogneto VI,1-3.7). Dare
una nuova
anima a questa
nostra Società, ammalata
gravemente da
pragmatismo, populismo,
buonismo, in profonda
crisi di valori e
deficitaria al massimo
dell’essere e
prigioniera dell’avere,
stanca e oppressa,
sorretta da falsi
maestri, senza guida e
senza veri pastori.
Come evangelizzarla?
Semplice! Come ha
fatto Gesù!
Dobbiamo, perciò,
fermarci un po’ a
riflettere in silenzio
davanti e vicino a Lui,
per ascoltare e
accogliere la Sua Parola
di vita e di verità che
ci muove a vera e
fattiva tenera
compassione verso gli
altri per poterci fare
carico dei loro pesi e
divenire liberatori e
pastori gli uni degli
altri! La Parola fa la
diagnosi su di
noi e offre anche le
medicine per la
cura! Il profeta,
l’evangelizzatore devono
essere, prima di
tutto, attenti
uditori e fedeli
esecutori della
Parola, rimanere
sempre in comunione
con Chi li ha scelti
e inviati! Il
vero Evangelizzatore
và tra gli uomini
fratelli e torna
sempre da Gesù, il
suo unico Maestro,
per ricaricarsi
di Lui e dei Suoi
insegnamenti che non
finiscono mai. È
alunno permanente del
Maestro, è alunno a
vita! Non può far
mai a meno del suo
amato e unico
Maestro Gesù!.
Ultimo aggiornamento
20/07/2024 - 10:06
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