Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
15a Domenica Ordinaria, 14 Luglio 2024
Gesù chiamò a sé i dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri
Dopo
aver raccontato
la Vocazione dei primi
quattro Discepoli, che
lasciarono tutto per
seguire Gesù (Mc.
1,17-20), Marco
riprende il tema che
riguarda tutti i Dodici;
il Maestro vuole fondare
attorno a sé un gruppo
stabile, infatti,
“chiamò a sé quelli che
volle Lui ed essi
andarono da Lui e ne
costituì (letteralmente:
fece) Dodici”
(Mc. 3,13-14), con un
doppio fine di
quest’elezione e
chiamata: “affinché
fossero con Lui” e “affinché
potesse mandarli a
predicare e avessero il
potere di scacciare i
demoni” (Mc.
3,14-15).
Punto di partenza
e fondamentale scopo
della Chiamata e della
Missione è, quindi, l’essere-con-Gesù:
solo da
quest’indispensabile
esperienza di vita
intima con Lui nasce
l’efficacia della
Missione apostolica.
L’Evangelista, infatti,
finora ha raccontato e
presentato i Dodici che
stanno sempre con
Gesù, stanno insieme
con Lui in ogni
circostanza,
ascoltano i Suoi
insegnamenti e sono
chiamati ad essere
testimoni dei Suoi
prodigi, ma anche del
clamoroso fallimento
e rifiuto,
proprio nella Sua patria
e tra i Suoi stessi
compaesani. Con il Brano
liturgico odierno,
inizia la seconda fase
dell’esperienza e si
concretizza il secondo
fine per cui i discepoli
sono stati eletti e
chiamati: continuare la
Sua stessa opera. Il
discepolo deve compiere
la missione ricevuta,
seguendo le indicazioni
e i modi insegnati e
affidati dal suo Signore
che lo ha scelto,
chiamato, preso-conquistato
e mandato.
Amos,
apostrofato e definito
da Amasìa, sacerdote al
servizio del re e non
del Signore, un
mestierante della
Parola, si confessa
e rivendica la
libertà assoluta della
propria Missione da ogni
calcolo e interesse:
io non ho ereditato la
professione del profeta
e non la esercito come
espediente per
guadagnare, ma
profetizzo perché il
Signore mi ha ‘preso’ e
strappato dai miei
greggi e dai miei alberi
e mi ha inviato Lui!
Io non c’entro davvero,
non ho preso
nessun’iniziativa sono
stato mandato a
portare la Parola che
non posso disporre a mio
piacimento, perché la
Parola affidatami è la
Signora della mia
vita!
La Missione affidata
dal Signore Dio ad Amos,
anticipa la Missione che
Gesù consegna,
nella pienezza dei
tempi, ai Suoi
Discepoli, che, dopo
averli istruiti sulle
modalità da eseguire, li
“prese a mandare a
due a due”
inviati per le “vie
polverose” del
mondo a predicare
il Vangelo di salvezza e
la conversione al Regno,
che si fa davvero
vicino. I Dodici devono
confidare unicamente
nella potenza (dynamis)
della Parola che
gratuitamente hanno
ricevuto e
gratuitamente devono
annunciare, liberi da
ogni altro interesse
personale o altra
finalità aggiunta
che possono confondere
ed oscurare la bellezza
del dono di Dio. Essi
devono annunciare,
proclamare e
testimoniare, con la
loro vita, la
misericordia di Dio
attraverso i gesti e le
parole di Gesù e devono
sapere, anche, sin dal
principio, che questa
Parola di salvezza, è
seminata in abbondanza
da Dio, per mezzo della
missione loro affidata,
su tutti i terreni,
offerta e donata
gratuitamente a quanti
conservano la
libertà di accoglierla o
rifiutarla. Ciò che
importa è la Missione,
questa dà sicurezza e
felicità, non la gente
alla quale sei stato
mandato, né il luogo,
non il pane, non la
bisaccia ricolma di
cose, né più tuniche, né
sandali, né ricerca di
comodità. Solo la
fedeltà e l’amore per la
Missione ti dà gioia,
pace e serenità, sia
nell’accoglienza sia nel
rifiuto, sia nel
successo o sia nella
opposizione. Tu hai
fatto la tua parte nella
fedeltà, il resto lo
compirà il Signore Dio
nella Sua infinita
Misericordia e
Provvidenza!
Drammatica illusione e
sicuro naufragio,
invece, per chi vuole
fare la Missione al di
fuori degli
ammaestramenti e
condizioni dettate dal
Maestro, asservendola ai
propri modi di vedere,
di pensare, alla sua
maniera, insomma, e non
alla modalità voluta da
Colui che “li chiamò
a sé, prese a mandarli a
due a due”, liberi
da ogni cosa e fiduciosi
nella Provvidenza,
dando loro il Suo
potere di
convertire, scacciare
demoni e ungere gli
infermi e guarirli, nel
Suo nome, per la gloria
del Padre, per il bene e
a servizio dei
destinatari;
Nella Seconda Lettura,
l’Apostolo, celebrando
il ‘progetto’ eterno
svolge la sua
Missione risvegliando
nella comunità l’ardente
speranza alla quale
siamo stati chiamati.
L’Apostolo canta
appassionatamente,
insieme con coloro che
per primi hanno sperato
e creduto nel Signore e
sono divenuti figli nel
Figlio e anche eredi,
la gratuità di Dio e del
Suo Disegno di salvezza!
La bella Missione di
Paolo - ‘Missione
della lode riconoscente’
- deve diventare compito
e missione per ogni
cristiano che prende
coscienza del dono e
della responsabilità
ricevuta e ringrazia
perennemente Dio del
dono. Pagina di grande
densità teologica, di
intenso fervore
spirituale e di lode
riconoscente e
benedicente.
Oggi il mondo
ha più bisogno di
Testimoni che di
Maestri, meglio, ha
bisogno di Maestri
Testimoni (sintesi del n
41 “Evangelii
Nuntiandi”). Il
Vangelo è tutto
imperniato sui Verba
et Gesta di Gesù,
Maestro credibile perché
alle parole
che pronuncia
corrispondevano i fatti,
le opere! Diceva
e faceva,
proclamava e
realizzava,
annunciava e
salvava!
Viviamo anche Noi
la nostra missione
come grazia e con
responsabilità, nella
fedeltà e intimità con
Colui che ci ha scelti e
ci manda ad annunciare
le Parole che Egli ha
detto e a testimoniarle
nei/con i fatti,
nella fedeltà e nella
verità dell’amore, e a
compiere, nel Suo nome,
quanto Egli ha fatto
ed eseguito, per
obbedienza al Padre e
nell’amore infinito per
l’umanità intera.
Ultimo aggiornamento 13/07/2024 - 10:30
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