Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
12a Domenica Ordinaria, 23 Giugno 2024
Perchè avete paura? non avete ancora Fede?
È
il Signore,
vincitore sul peccato e
sulla morte, a
rispondere ai nostri
lamenti e grida di
dolore e ad intervenire
per liberarci dalla
paura e farci crescere e
nella fede in Lui,
confermandoci nella
piena fiducia in Lui e
placando ogni tempesta
della nostra vita,
donando serenità e pace
al nostro cuore e luce
di speranza alla nostra
mente, rivelandoci la
potenza e l’efficacia
della Sua Parola: “Taci,
calmati!” Il vento cessò
e ci fu grande bonaccia”.
Benché pescatori esperti
e abituati alle tempeste
del mare, quella notte,
quei discepoli,
terrorizzati e sconvolti
dalla paura, perché
mancanti di fede, hanno
rischiato di inabissarsi
insieme con loro fragile
barca. Ma c’è sempre
Gesù che, riportando
calma sulle alte onde,
agitate dal vento
improvviso e impetuoso,
dona serenità ai loro
cuori increduli e,
perciò, soggiogati e
oppressi da paure
mortali, aprendoli ad un
nuovo cammino di fede
più adulta e più matura
(Vangelo). Questa
stessa fede, che è
affidarsi e fidarsi di
Lui, è richiesta, nella
prima Lettura,
anche a Giobbe da Dio,
Creatore,
Governatore e
Dominatore di tutto,
quale garanzia assoluta
contro ogni male che
l’affligge, ogni dubbio
e ogni paura che lo
tormenta.
Al grido disperato
delle persone che si
trovano in pericolo, Dio
risponde sempre con il
Suo intervento e la Sua
azione liberatrice dal
male che incombe e
minaccia, il cui
simbolo, nel Salmo
e nel Vangelo di
oggi, è il mare
burrascoso, tumultuoso e
minaccioso. Nel Vangelo
il mare in
burrasca è il simbolo
del male che incombe e
che minaccia i
discepoli, ancora
increduli, ma che è
vinto dalla presenza di
Gesù, che riporta calma
e serenità. Dobbiamo,
perciò, avere sempre la
certezza nel cuore che,
anche in mezzo a quelle
tempeste della vita, da
noi stessi, spesse
volte, scatenate, Dio
non ci abbandona, con il
Suo amore fedele e la
Sua costante presenza
nella nostra vita,
soprattutto, quando è
agitata ed è
attraversata da
tempeste, tanto
improvvise e inattese,
quanto violente e
devastanti.
L’ultimo nemico
e l’ultima paura
dell’uomo è la morte che
gli vuole strappare la
vita, ma grazie a Gesù,
che l’ha vinta con la
Sua risurrezione, questa
è stata finalmente
distrutta anche per noi,
chiamati, perciò, a non
“vivere più per se
stessi, ma per Colui che
è morto e risorto per
noi” (seconda
Lettura). Nella
nostra storia personale
e comunitaria, siamo
come una barca,
sballottata da venti
impetuosi e scossa da
onde alte e minacciose,
e ci lasciamo prendere
da tanta paura e
disperazione, perché
dimentichiamo che su
questa barca c’è
Gesù che ci ha ordinato
di “passare all’altra
riva” e l’iniziativa
della traversata
l’ha presa proprio Lui e
noi dobbiamo aver
fiducia di Lui! Per
questo Gesù continua a
ripeterci: “perché
siete così paurosi?”e
ce ne indica anche la
causa: “Perché non
avete ancora fede!”
Il rimprovero -
richiamo ai
discepoli di allora,
raggiunge, oggi, tutti
noi che abbiamo
iniziato un cammino
di fede che non si è
ancora concluso.
La fede, come
la sequela, infatti, è
un cammino che inizia
e mai si
conclude! Quante
volte, anche Noi,
abbiamo la sensazione
che Dio è assente dentro
i turbamenti e
sconvolgimenti della
storia, ma non è così!
La fede ci assicura il
contrario, Egli è sempre
presente, mentre ad
essere totalmente
assenti siamo noi!
Come non è Gesù che
dorme, ma la fede dei
discepoli! Infatti,
quando questa fede si
risveglia, la paura li
abbandona e tutte le
tempeste e le
forze contrarie sono
vinte e sono superate.
Tutte le nostre paure,
dunque, sono partorite
dalla mancanza di fede:
siamo così paurosi,
perché non crediamo e
non ci fidiamo di Colui
che veglia sempre su di
noi e parla sempre al
nostro cuore, che si
indurisce sempre più,
perché non ascolta la
Sua parola e, quindi,
non la crede!
La Parola della Liturgia
di questa Domenica, da
una parte ci fa
constatare quanto sia
fragile ed inconsistente
la nostra fede, da non
accorgerci che Gesù è
sempre accanto a
ciascuno di noi, in ogni
improvvisa e inattesa
tempesta nella nostra
esistenza! Da ora in
poi, però, dopo avere
ascoltato la Sua Parola,
riprendiamo con fiducia,
il largo e “passiamo
all’altra riva”,
quella della fede e
fiducia in Lui, perché,
anche se silenzioso,
invisibile e discreto,
Egli è con noi, a bordo,
“a poppa” di questa
nostra travagliata
barca, piccola
carretta traballante,
ma, ora, sicura e
forte, perché a guidarla
e sostenerla è Colui al
quale “anche il vento
e il mare gli
obbediscono”. Noi
che,
come i Suoi discepoli,
in balia dalla paura
delle onde minacciose,
davanti alle inattese
dolorose prove della
vita rischiamo di
soccombere, sentendoci
di essere stati
abbandonati, dimenticati
da Dio; Noi che,
di fronte alle
difficoltà della vita ci
scoraggiamo e ci
lasciamo uccidere la
speranza e, perciò, non
riusciamo più a vedere “l’altra
riva”; Noi
che ci lasciamo
soffocare dai nostri
problemi e diventiamo
incapaci di accorgerci
della presenza amorevole
di Gesù e degli altri;
Noi che vediamo
tutto nero e ce la
prendiamo con gli altri
e con Dio; Noi
che, quando la paura
diventa panico mortale,
dobbiamo avere il
coraggio di gridare al
Signore, che pensiamo
che dorma e non
interessa di noi, tutta
la nostra piccola fede,
il nostro amore residuo:
Egli, allora, prima
“minaccia” il vento, che
agita tumultuosamente la
nostra vita, poi, calma
e fa tacere il mare, e,
infine, tendendoci la
mano, rivolge a noi il
dolce rimprovero e
c’invita a non dubitare
mai più della Sua
presenza, del Suo
amore, del Suo dominio
assoluto e la Sua
maestosa signoria sulla
natura, sulle potenze
del male e la Sua
definitiva vittoria sul
peccato e sulla morte!
Duc in Altum!
Riprendiamo il largo,
lieti nella speranza,
vincendo la paura con la
fede nel Signore,
presente sulla nostra
barca, anche se ci
sembra assente,
dormiente, silente ed
incurante del nostro
possibile imminente
naufragio.
Ultimo aggiornamento 22/06/2024 - 10:25
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