Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
10a Domenica Ordinaria, 9 Giugno 2024
Chi compie la volontà di Dio. costui per me è fratello, sorella e Madre
Il
Signore Dio,
Creatore generoso e
paziente, nella Prima
Lettura di oggi, cerca e
interroga i nostri
Progenitori, i quali,
dopo essersi a Lui
ribellati e aver
disobbedito ai Suoi
comandi, sedotti e
ingannati dal serpente
che li seduce con la
promessa di farli
diventare simili a Lui
(v 5), non per
condannarli e
abbandonarli, ma per far
loro comprendere la
colpa commessa,
spingerli al pentimento
per recuperare la
relazione creaturale con
Lui e, quindi,
riacquistare dignità e
grazia per non essere
più dominati dalla
sfiducia, paura e
vergogna, che ora li fa
fuggire lontani dal Suo
amore misericordioso.
Con le Sue
interrogazioni
retoriche, il Creatore
vuole, dunque,
recuperare le sue
creature, vincendo le
loro resistenze e
smascherando le loro
infondate scuse e
ingenue giustificazioni,
e maledice solo il
serpente, dal quale si
sono lasciati ingannare
e spogliare dalle loro
identità, promettendo
che l’astuto tentatore
sarà definitivamente
sconfitto dalla “stirpe
di una donna che gli
schiaccerà la testa”.
Nel Vangelo, proprio
Gesù, promesso e, ora,
mandato dal Padre a
vincere definitivamente
il regno di Satana, è
accusato dai Suoi
parenti di essere “fuori
di sé” e dagli
scribi, suoi accaniti
avversari, di compiere
le Sue opere e i Suoi
segni, che attirano a
Lui, da ogni parte, le
folle, per mezzo del
capo dei demòni,
Beelzebùl. A queste
accuse infondate, Gesù,
Maestro di verità e
vita, risponde con
chiarezza e
determinazione che chi
rifiuta ostinatamente la
conversione, indurendo
il suo cuore, fino
all’impenitenza
nell’attribuire la sua
missione al demonio,
questi pecca contro lo
Spirito Santo, per mezzo
del quale si compie la
remissione dei peccati
e, perciò, non potrà
essere “perdonato in
eterno”. Solo chi
accoglie il Vangelo e
compie la Volontà del
Padre, costui, per Gesù,
“è Suo fratello, Sua
sorella e Sua madre”.
Gesù, Maestro
sapiente e
misericordioso, agli
scribi, che lo accusano
di essere posseduto da
Beelzebùl e ai Suoi
parenti e compaesani,
che lo credevano “fuori
di sé”, per tutto
quello che diceva e
faceva ed erano venuti
per riportarlo a casa
sua, risponde, senza
rancore e sdegno, ma con
pazienza e sapienza,
attraverso convincenti
ragionamenti parabolici,
finalizzati, non a
condannarli, ma a far
comprendere la loro
menzogna e riportarli
alla piena verità sulla
Sua identità di Figlio
di Dio, mandato e venuto
a compiere la Sua
volontà, che è la
redenzione e la
salvezza di tutti i
Suoi figli, e che
nessuno vada perduto.
Il Salmo ci fa
riconoscere il nostro
peccato e ci fa gridare
“dal profondo”
della nostra miseria la
nostra fiducia nel
Signore che sempre
perdona, ed invocare la
Sua bontà e la Sua
misericordia per essere
redenti da tutte le
nostre colpe. Nella
seconda Lettura,
l’Apostolo Paolo,
annunciatore del
Vangelo, “per il
quale soffre fino a
portare le catene come
un malfattore” (2Tm
2,9), incoraggia i suoi
“fratelli” ad essere
forti e perseveranti
proprio nelle
sofferenze, persecuzioni
e tribolazione a causa
del Vangelo, animati
dall’amore fraterno e
dalla fede in Dio “che
ha risuscitato il
Signore Gesù e
risusciterà anche noi
con Lui” (2Cor
4,14).
Ultimo aggiornamento 08/06/2024 - 10:32
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