Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, 2 Giugno 2024
Prendete, questo è il mio Corpo. Questo è il mio Sangue dell’alleanza
La
Chiesa, oggi, celebra
tutto ciò che Gesù
nell’ultima Cena,
anticipando il
Mistero pasquale della
Sua morte e
risurrezione, porta a
compimento
l’antica Alleanza,
divenendone l’unico
Mediatore, il Sommo ed
eterno Sacerdote. Egli
compie nella Sua
passione e morte i
sacrifici della liturgia
ebraica, ne modifica e
rinnova i contenuti e
realizza la nuova e
definitiva Pasqua, il
“passaggio” dalla
schiavitù del peccato e
della morte alla vita,
nel Suo corpo spezzato e
calice versato per la
redenzione e salvezza di
tutta l’umanità.
La Cena si
colloca nella fase
conclusiva della Vita e
dell’Opera di Gesù,
all’inizio della
Passione: in quella
cena, Gesù ci ha donato
il pane e il
vino; sulla Croce,
Egli offrirà il
Suo corpo e il Suo
sangue: la Sua vita!
I gesti che
compie Gesù e le Parole
che Egli dice si possono
comprendere pienamente
solo alla luce e
in riferimento
alla Alleanza antica che
ha educato, guidato e
condotto il popolo all’incontro
e alla comunione
con Dio. Gesù
istituisce
l’Eucaristia proprio nel
giorno in cui viene
annunciato il tradimento
di Giuda (vv 17-21, oggi
omessi), che avverrà
quella stessa notte (vv
44-45), i Suoi si
addormenteranno nel
Getsemani (v 40) e
fuggiranno e tutti lo
abbandoneranno (v 50) e
il successivo triplice
rinnegamento di
Pietro (vv 27-31)!
Dunque, Egli si dona
senza reciprocità, solo
per amore fedele e
obbedienza filiale al
Disegno del Padre. Egli,
perciò, non subisce
la morte, ma, ad essa
si consegna per
obbedienza filiale e per
la nostra salvezza e ad
essa va incontro nella
piena libertà e
determinazione: “Alzatevi,
andiamo” (Mc
14,42).
Durante l’ultima Cena
con i Suoi discepoli
Gesù stabilisce e
consegna ai Suoi i
gesti e le parole
che costituiranno il
Memoriale del Suo
dono. L’Eucaristia
è segno perenne della
volontà d’Alleanza
da parte di Dio,
sancita, non più nel
sangue degli animali,
con il Sangue del
Figlio che si
dona all’umanità e la
libera dal peccato e
dalla morte.Tutta la
Chiesa, come soggetto
celebrante e popolo
sacerdotale, pur
nella diversità di
carismi e ministeri,
è chiamata, attraverso
la piena e fruttuosa
partecipazione ad un
solo Pane e allo stesso
unico Calice, a divenire
Corpo di Cristo e a
formare, in Lui un solo
corpo e un solo spirito,
un cuor solo ed un’anima
sola.
Una Comunità
disgregata,
divisa, distratta,
ammalata di fretta, non
ben disposta a vivere
queste due dimensioni
fondamentali ed
essenziali, non può
celebrare, dunque,
la Cena del Signore,
non può partecipare al
Suo Corpo spezzato e al
Suo Sangue sparso per
amore sulla Croce!
Il ripetere
stancamente e
svogliatamente,
meccanicamente e per
tradizione, quello che
si è sempre fatto, non
aiuta ad inserirsi
vitalmente in Lui
e nella Chiesa,
Suo Corpo e sacramento
di comunione e di
fratellanza, e non
interroga e non
attira alla vita
cristiana chi ancora non
crede in Gesù Cristo. È
necessario e vitale,
invece, lasciarsi
assimilare da Lui, Pane
spezzato e Sangue sparso
per poter dire con Paolo
“non sono più io che
vivo, ma è Cristo che
vive in me” (Gal
2,20). Scegliendo
il pane e il
vino per la sua
Cena, Gesù vuole
raccogliere e
redimere nel Suo
sacrificio tutto il
creato (natura) e
tutto l’uomo il suo
lavoro, tutta la sua
creatività e tutta la
nostra quotidianità!
Cosa c’è di più
quotidiano del pane
e del vino, del mangiare
e bere, dello sfamarsi e
dissetarsi, del nutrirsi
e dissetarsi? Mangiare
il suo Corpo vuol dire
essere chiamati
ad assumerne lo stile
esistenziale del
corpo speso e dunque
spezzato a favore di
ogni uomo bisognoso e
peccatore. Bere
il suo Sangue è una
necessità assoluta!
Mangiare il Suo Pane e
bere il Suo Sangue per
essere assimilati a
Cristo! Dobbiamo berlo
perché in noi possa
scorrere la linfa
della Sua vita! Per
questo, possiamo anche
osare dire che
l’Eucaristia è simile
alla trasfusione
necessaria ed
indispensabile per
non morire, visto
che il sangue, nella
mentalità ebraica, è
vita.
Pane spezzato
e vino versato:
rivelano un amore
incondizionato,
sorgivo e primordiale,
la totale gratuità,
descritta da Paolo nel
suo famoso passo di Rom
5,8-9: “mentre
eravamo ancora
peccatori, Cristo è
morto per noi”!
Questo Suo dono senza
misura insegna
come e in
quale misura dobbiamo
rispondere a questo Suo
amore: Amatevi gli
uni gli altri come Io vi
ho amati! (Gv
13,34).
In ogni Eucaristia,
Cena del Signore
nelle nostre mani,
Gesù ci chiama a
riscoprire la nostra
vera identità
(figli) e ci chiama a
realizzare la comunione
con Lui (dimensione
verticale) e con i
fratelli (dimensione
orizzontale). Queste
due dimensioni, quella
verticale verso
Dio e quella
orizzontale, verso i
fratelli, sono così
intimamente concatenate
che se manca una, non si
dà l’altra e la mancanza
di una è assenza anche
dell’altra.
Noi, membra del Suo
Corpo,
radunati dal Signore,
intorno al Suo altare a
celebrare il Sacrificio
della nuova Alleanza,
stabilita da Cristo nel
Suo sangue, lasciamoci
purificare sempre più
per poter pregustare la
Pasqua eterna (seconda
Colletta).
Ultimo aggiornamento 01/06/2024 - 08:35
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