Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

3a Domenica di Quaresima, 3 Marzo 2024

Non fate della casa del Padre Mio un mercato!
Non fate della casa del Padre Mio un luogo dei vostri interessi, del vostro potere, del vostro prestigio personale e successo economico: non usate Dio a vostro vantaggio esclusivo, a vostro uso e consumo, come merce di scambio e vile commercio! È la Parola del Maestro rivolta prima di tutto ai Suoi ministri che, spesso, si trasformano in mercanti e venditori spregiudicati, fino a giustificare il connubio triste e impossibile tra Dio e mammona, fino a vendere Dio e i Suoi misteri, collegandoli e legandoli, con l'aggravante dell'ipocrisia, con astuzia e raggiri pseudo religiosi, all’ignobile prezzo del danaro!
Nei templi di tutte le religioni
ci sono tanti uomini imbonitori che usano Dio e le “cose sacre” e le commerciano per un guadagno immondo e accumulo sacrilego! Il Tempio è dimora e casa di Dio, luogo della Sua presenza, della preghiera e dell’ascolto, e, perciò, non può essere usato e trasformato in un mercato o luogo di commercio. La purificazione del Tempio da parte di Gesù, che lo libera dai mercanti e dal mondano commercio e lucro, è premessa necessaria per un vero rinnovamento interiore e per il nuovo rapporto, “in spirito e verità”, con Dio Padre.
Gesù è il Tempio spirituale della Nuova Alleanza
! Egli purifica il Tempio d’Israele, per annunciare il Tempio nuovo che è la Sua persona, che si sacrifica, muore e risorge per noi. D’ora in poi, dunque, la Riconciliazione non si compirà mediante i sacrifici prescritti dalla Legge, ma solo mediante il Dono che Cristo fa di Sé nella Sua morte e risurrezione.
Nel Testo, il tempio è denominato prima hieròn (v 14), l’insieme dell’edificio in cui si radunano i Pellegrini. Poi, “Casa del Padre Mio” (v 16): Gesù riconosce nel tempio l’abitazione di Dio, Suo Padre. Questo santuario, afferma Gesù, sarà distrutto e sorgerà “il Tempio del Suo Corpo”. Così, Egli rivela e insegna che, non solo è venuto a purificare il Tempio dal mercimonio, ma addirittura a distruggere il santuario del vecchio culto e a fare nascere (“lo farò risorgere”) il nuovo Tempio di Dio, identificato con la Sua stessa Persona, che risorgerà da morte e sarà il Tempio della Nuova Alleanza, dove il Padre incontrerà “i Suoi veri adoratori in spirito e verità” (Gv 4,23). Oggi, Gesù chiama Noi ad essere pietre vive della Chiesa, Suo Corpo, a purificare i nostri riti in sacrifici spirituali, graditi a Dio, nel Sacrificio perfetto del Figlio Suo, Sacerdote, Altare e Vittima della Nuova ed Eterna Alleanza (Vangelo).
Nella Prima Lettura
sono dettate da Dio le condizioni essenziali e necessarie dell’Alleanza: le “Dieci Parole” di vita e fedeltà, espresse in Comandamenti. Per fede, cioè, perché si è fidato, attraverso Mosè, di Dio, il popolo ebreo è stato liberato dalla sua schiavitù e, con questa fede, può prepararsi ad entrare nella Terra Promessa e ad accogliere ed osservare il dono dei Comandamenti, le Dieci Parole, che non sono pesi e divieti insopportabili, ma doni dell’Alleanza di Dio con il Suo popolo, e che richiedono una sua risposta adeguata e fedele. Il Decalogo contiene gli imperativi essenziali della morale e l’elenco dei doveri, la cui trasgressione porta alla distruzione e alla morte, e, per questo, è la Legge divina indispensabile perché il Popolo possa conservare e vivere nel dono di quella libertà e di quella terra che il Signore gli ha donato.
Il Decalogo, dunque, è un Dono che Dio offre al Suo Popolo, che ha liberato dall’infelice schiavitù egizia e che non deve subire i Comandamenti come pesanti imposizioni o gravi costrizioni, ma li deve accogliere liberamente, quale sua risposta a quanto Dio ha fatto in suo favore e quale suo impegno responsabile e necessario per mantenersi nella condizione di “popolo liberato” da Dio e, perciò, “a Lui consacrato”. L’osservanza fedele dei Comandamenti, dunque, deve essere la risposta del Suo Popolo, che li riceve da Dio in dono unilaterale e gratuito.
Paolo, nella Seconda Lettura
, scrive alla Comunità di Corinto, che è lacerata da divisioni interne dovute a personalismi e alla non retta comprensione del messaggio cristiano, e le chiede di riporre Cristo crocifisso e risorto a fondamento unico della vita cristiana che, solo in Lui, può essere riedificata e ricostruita. L’Apostolo si presenta ai Cristiani di Corinto, divisi in fazioni e partiti, come colui che annuncia-predica Cristo crocifisso, potenza e sapienza di Dio, pietra d’inciampo (scandalo) per i Giudei e stoltezza per i Gentili-Greci, e presenta Cristo Crocifisso, come unico punto di riferimento e di comunione della Comunità dilaniata e ferita dallo spirito settario e rissoso.
Il Salmo
, infine, afferma chiaramente che i Comandamenti possono renderci liberi e felici se, come il creato, il sole, la luna e le stelle assecondano e seguono le leggi del Creatore, l’uomo obbedisce e compie la Sua Legge che rinfranca l’anima, dona saggezza, fa gioire il cuore e illumina i suoi occhi e la sua mente. Gli insegnamenti del Signore, infatti, sono giusti, danno stabilità, sono dolci e preziosi, e, perciò, meritano accoglienza e richiedono premurosa e incondizionata obbedienza
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Ultimo aggiornamento 02/03/2024 - 10:38

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