Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

Commemorazione di tutti i fedele defunti, 2 Novembre 2023

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno
La Chiesa, oggi, celebra con fede il Mistero Pasquale, nella certezza che quanti sono diventati, con il Battesimo, membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con Lui alla vita senza fine (Rito delle Esequie, 1).
Tutti i Viventi
presso Dio, i nostri fratelli e le nostre sorelle, già sono nelle mani del Padre misericordioso che vuole che nessuno di quanti sono stati affidati al Figlio vada perduto (Gv 6, 39), contemplano il Suo volto e la loro memoria viva, riattualizzano in noi il desiderio ardente ad essere santi e immacolati nel nostro cammino di fede e pellegrinaggio terreno verso la patria comune che ci attende.
Oggi non si commemora
la morte, ma si celebra la vita! Non si ricorda l’uomo cadavere, ma si celebra Cristo risorto, nella Sua portentosa vittoria sul peccato e sulla morte, che rende tutti partecipi della sua vittoria! La Celebrazione della Risurrezione di Cristo illumina, infatti, tutta la nostra esistenza, dal suo inizio al suo naturale compimento, colmandola ‘già’ ora di speranza e di fiducia di vita in Dio e per mezzo del Figlio ‘Redentore’, nello Spirito. La Memoria viva dei nostri Cari, che sono tornati al Padre, è per noi, oggi, festosa Celebrazione della nostra fede, della nostra speranza nella Sua Risurrezione.
Al centro di questo giorno
non sono i nostri Cari, ma Colui nelle cui mani li sappiamo, li vogliamo e li contempliamo beati, senza più peccato, né fragilità, né limiti, né morte, ma solo e sempre felici di contemplare il Padre che li ha creati, il Figlio che li ha redenti e lo Spirito che li ha santificati! Sono proprio i nostri Cari, che noi ricordiamo, a volerci ricordare che non siamo stati creati per rimanere attaccati alle cose di quaggiù, che tutto passa, resta solo l’amore; che anche la vita terrena è solo un passaggio brevissimo; che la nostra patria non è la terra; che più che ricordarci di loro, dobbiamo ricordarci di noi, perché loro sono nelle mani di Dio, al Quale non dobbiamo e non possiamo suggerire nulla, ma solo dobbiamo rispondere, oggi e sempre, alla Sua Parola che rivela la Sua volontà da compiere nella fedeltà e nella coerenza di vita per entrare nel Regno!
I nostri Cari
, ci chiedono, mentre poniamo, affettuosamente un fiore sulla loro tomba o mormoriamo distrattamente una preghiera, di porci l’eterne domande ancora senza risposte: “Io chi sono?” “Dove vado?” “Che resterà di me?”
La verità e la grandezza
del dono della vita, il suo valore e il suo senso pieno li possiamo comprendere solo se li guardiamo e li pensiamo con saggezza dal suo compimento, la morte, appunto, che non è la fine della vita, ma suo  compimento qui in terra e l’inizio di quella eterna. Noi che siamo stati battezzati, siamo già stati uniti alla vittoria di Cristo sulla morte, per camminare in una novità di vita (1 Cor 15,52), con la nostra morte corporale portiamo a compimento la nostra incorporazione a Cristo, che risorgendo dai morti ha “distrutto la morte” (2 Tm 1,10) e veniamo uniti e resi partecipi della Sua vittoria sul peccato e sulla morte (cfr Rito dell’’Esequie, n 1).  Gesù Cristo ha vinto la morte per sempre con il dono del Suo amore e della Sua stessa vita, offerta per noi sulla croce, per questo oggi non può essere un giorno di tristezza, ma è festa di gloriosa e fondata speranza. Infatti, il vero cristiano deve poter affermare di sé ciò che Paolo ha professato: “Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno” (Fil 1, 21).
Di fronte alla morte
, il cristiano non prova né disperazione né cinismo, né paura, ma è pervaso della fede nella Risurrezione che illumina la nostra esistenza ‘già’ ora, colmandola di speranza e di fiducia di vita in Dio e nel Figlio Redentore. La memoria dei nostri Cari, che sono tornati nell’abbraccio del Padre, è per noi, oggi,  festosa Celebrazione della nostra fede che ce li fa ricordare con amore e gratitudine, facendoceli contemplare tutti Viventi in Cristo e facendoci ri-leggere il mistero della nostra morte e  vivere il mistero della nostra vita alla luce della Risurrezione di Cristo.
Annunziamo la Tua morte
, Signore, proclamiamo la Tua risurrezione, nell'attesa della Tua venuta e fino a quando annunciamo il Padre ci chiamerà: allora anche noi, uniti a loro vivremo in eterno, nella lode perenne, saremo per sempre con il Signore (1 Ts 4,17).
Noi, oggi e ogni giorno
, celebriamo il Mistero Pasquale in piena comunione con tutti coloro che sono già “viventi” presso il Padre e solo “dormienti”  nel nostro Camposanto, sempre presenti nel nostro cuore e vivi nella nostra memoria, nell’attesa che si compia la beata speranza e venga, anche per noi, il nostro Salvatore Gesù Cristo.

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Ultimo aggiornamento 02/05/2024 - 18:26

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