Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

27a Domanica Ordinaria, 8 Ottobre 2023

Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti
La Parabola dei vignaioli omicidi, (presente anche in Mc. 12,1-12 e in Lc. 20,9-19), in Matteo, attraverso il suo testo ben articolato (vv 33-39) e la sua interpretazione (vv 40-44), assume un’impronta personale nel sottolineare la cura straordinaria del padrone per la sua vigna: da un terreno incolto e trascurato, ne fa’ una florida vigna, difesa da una siepe e da una torre di vigilanza, arricchita dai mezzi (buca e torchio) per l’abbondante e festosa vendemmia.
La promittente vigna è affidata a dei vignaioli, ai quali lascia completa libertà di gestione, fidandosi di loro e confidando nelle loro capacità e abilità di far fruttificare la sua vigna. Il seguito della Parabola, diventa un’allegoria storica: i contadini vignaioli non solo si rivelano incapaci di far sì che la vigna produca frutti, ma dei servi mandati dal padrone a ritirare il raccolto, “uno lo bastonarono e l’altro lo uccisero” e, così, fecero con altri servi più numerosi. Anche il figlio, l’erede della vigna, fu ucciso dagli affidatari per diventare loro i possessori della sua eredità.
Dio, il “diletto”, nella Prima Lettura, (come il “padrone” nel Vangelo), ha detto tutto e ha fatto tutto per riconquistare l’amore della “casa d’Israele” e per responsabilizzare i vignaioli. I risultati, in entrambi i casi, sono amari e deludenti, ma non scoraggiano e non fermano la misericordia del Padre nel dono del Figlio crocifisso.
La Prima Lettera, attraverso il “Canto della vigna”, presenta la storia dell’alleanza fedele di Dio con il Suo popolo Israele, Sua amata vigna, che tradisce tutte le Sue aspettative, perché non porta i frutti per cui era stata preparata con cura ad essere fertile e piantata a “vite pregiate” perché producesse uva di elevata qualità ed “essa produsse, invece, acini acerbi”.
Anche il Salmo ripercorre la storia d’ Israele, vite sradicata con potenza dall’Egitto e trapiantata con amore dal Signore nella terra della libertà. Ma, ora, per le sue infedeltà, viene calpestata da tutti e tutti la derubano e i branchi di cinghiali inferociti sbranano quello che resta! Segue la supplica dell’Orante che invoca il Do degli eserciti a ritornare e a far risplendere il Suo volto su quella vigna, il Suo popolo Israele, che ”la Sua destra ha piantato”.
Paolo nella Seconda Lettura sostiene e incoraggia i Filippesi a perseverare nel cammino di fede, avendo “nei pensieri sempre ciò che è vero, quello che è nobile, giusto, amabile e puro  e tutto ciò è virtù e merita lode”. Di fronte alle varie difficoltà, poi, “non angustiatevi” e confidate in Dio con “preghiere, suppliche e ringraziamenti” ed Egli “custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”. Appello apostolico ad aver piena fiducia in Dio, il quale è fonte di luce e di pace mediante Cristo Gesù.
La Seconda Colletta, ci fa invocare il “Padre giusto e misericordioso”, con fiducia e abbandono filiale: “non abbandonare mai la tua Chiesa, vigna che la tua destra ha piantato, custodisci e proteggi ogni suo tralcio, perché, innestato in Cristo, vite vera, porti frutti buoni nel tempo e nell’eternità”. Ameni!
A Noi
è stata affidata questa vigna, ad essa siamo stati inviati per lavorarla, custodirla, ma noi, con la nostra malvagità e ignavia, la stiamo rendendo sterile e infruttuosa! (cfr Vangelo). Invochiamo il perdono ed apriamoci alla vera conversione, lasciandoci rinnestare a Lui, il Figlio Salvatore, la vera Vite, per diventare quei tralci rigogliosi e ricchi di frutti abbondanti che Egli vuole e per i quali siamo stati piantati con amore nella Sua vigna.
Noi
, i nuovi vignaioli, facenti parte di quel ‘popolo’ al quale è stata affidata la vigna, la costruzione del Regno, attraverso il riconoscimento del Signore Crocifisso e Risorto, Pietra angolare, Noi, chiamati a riconoscere i Suoi diritti sui frutti della vigna, stiamo lavorando nella fedeltà al mandato affinché questa “produca i frutti che il Padrone attende e pretende”?
Isaia e Matteo ci ammoniscono severamente: il Regno ci sarà tolto e sarà dato ad un altro popolo, che lo fa fruttificare! Attenti, allora, e più fedeltà! Non perché Dio si stanca di amare, ma può essere costretto dalla nostra inoperosità e infedeltà alla Sua Parola, a  passare ad altri il Suo dono..

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Ultimo aggiornamento 07/10/2023 - 08:26

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