Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

19a Domenica Ordinaria, 13 Agosto 2023

Coraggio, sono io, non abbiate paura!
Andare incontro a Gesù, che viene a noi, che stiamo affondando nel mare minaccioso del male, a causa della nostra “poca-piccola” fede e che ci chiede di andargli incontro, camminando anche sul mare di onde agitate dal vento del nostro peccato, vuol dire passare, con coraggio e fiducia, dal dubbio e dalla paura, a crederLo e professarLo con fede incrollabile ed adorabile: “Davvero tu sei Figlio di Dio”.
L’episodio del Vangelo di oggi, collegato direttamente alla Moltiplicazione dei pani (vv 13-21) ci fa rivivere la densa e profonda “lezione” di Gesù ai Suoi che ha chiamato e che vuole formare, coinvolgendoli in questa Sua sequela, fino a liberarli da ogni perplessità riguardante la Sua vera Identità e farli crescere e maturare per farli passare da una “fede piccola” alla fede incondizionata nella Sua persona, fugando dai loro cuori tutte le paure e i dubbi, fino a far loro pronunciare, in adorazione e totale affidamento, la loro professione di fede, proprio nel  mezzo al mare della propria vita,  sconvolto dalle onde agitate del vento del male “contrario” a Dio e alle Sue creature.
Elia
(”Yhvh è il mio Dio”), perseguitato dalla regina Gezabele, che vuole ucciderlo per aver eliminato tutti i profeti di Baal, si sente abbandonato dal suo Dio e, impaurito e atterrito, fugge e si nasconde in una caverna per passarvi la notte. Ma la Sua parola gli comanda di uscire e di fermarsi “sul monte alla sua presenza”. Ed ecco, il Signore passò” e si fece riconoscere non nel vento impetuoso, che tutto “spacca” e tutto distrugge, neanche nel terremoto, che sconvolge e atterrisce ogni cosa, né nel fuoco divampante, che tutto consuma, ma nel “sussurro di una brezza leggera”. Così, Elia, impaurito e “desideroso di morire”, riconosce il Signore come intimità, “voce di silenzio sottile” che gli ridona fiducia e pace e lo libera dalla sua mortale angoscia, e lo fa uscire dalla sua buia caverna ad ascoltare ed eseguire la Sua Parola.
Il Salmo ci fa cantare la certezza che fa ritorno a Dio ed ascolta con fiducia ‘cosa dice il Signore’ avrà serenità e gioia nel suo cuore ed abiterà la terra “dove” abita la gloria del Signore e “amore e verità s’incontreranno, e giustizia e pace si baceranno”.
Nella Seconda Lettura, il continuo rifiuto di Cristo da parte dei suoi fratelli “consanguinei” ebrei, provoca in Paolo, ebreo convinto, un dolore immenso e quasi insopportabile, fino a renderlo disponibile ad essere “separato da Cristo a loro vantaggio” (vv1-2), appunto perché questi sono stati arricchiti di tanti privilegi: l’esperienza della “gloria” e delle ripetute alleanze di Dio, il dono della Legge e del Culto, i Patriarchi e le Promesse (vv 4-5). Lo stesso Gesù Cristo, che una parte dei suoi fratelli ebrei continua a rifiutare, proviene “secondo la carne”, e discende proprio da questo popolo! L’ostinato rifiuto della Sua salvezza da parte dei suoi “consanguinei secondo la carne”, però, non può annullare la fedeltà di Dio e la credibilità della Sua Parola.
Gesù
ha già sedato il mare in burrasca (Mt 8, 23-28), ma, quella volta, Egli era presente sulla barca anche se  dormiva; oggi, cammina sulle acque e va incontro ai Suoi che sono, in entrambi i brani, tutti impauriti ricorrono a Gesù e, nel primo, tutti lo supplicano perché intervenga subito a “salvarli” perché “sono perduti” (Mt 8,26); nel secondo, è Pietro ad essere impaurito e terrorizzato più di tutti perché stava per affondare e invoca personalmente aiuto al “Signore”, il quale subito lo afferra, lo salva e lo rimprovera  per la sua “piccola” e debole fede. I due episodi concludono entrambi, anche se in modi diversi, con la professione di fede sull’Identità di Gesù: “Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?” (8,27): “Davvero tu sei Figlio di Dio!” (14,33)..

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Ultimo aggiornamento 12/08/2023 - 10:15

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