Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

17a Domenica Ordinaria, 30 Luglio 2023

Nessuno come Dio che è prima di tutto e al di sopra di tutto
Nelle due Domeniche precedenti la Parola si è concentrata sull’agire generoso e paziente di Dio che semina, con generosità e fiducia, il seme  su ogni tipo di terreno e non distrugge immediatamente il male, per non sradicare con esso il bene che continua a crescere (senapa, lievito) e che prevarrà. Oggi, Gesù si rivolge al discepolo che ‘incontra’ e scopre la preziosità e la bellezza del mistero del Regno e, ‘pieno di gioia’, vi aderisce senza indugio, ‘vendendo’ tutto e comprando il valore più grande! Il Vangelo di oggi rivela la necessità assoluta di porre Dio al suo posto, cioè, al centro e al primo posto nella nostra vita, insieme con il Suo Regno, e porre tutto il resto in subordinazione e in relazione a tale ordine e tutto ci sarà donato in abbondanza.
Il tesoro
e la perla (vv 44-46), due Parabole ‘gemelle’ che presentano la stessa struttura, pur cambiando gli elementi simbolici e gli attori, parlano del Regno come di un Evento sorprendente, gratuito, che raggiunge nella vita due persone che sanno approfittare dell’occasione offerta. I due, “un uomo” e “un mercante”, sono accomunati dai verbi: trovare, andare, vendere, comprare ed essere pieni di gioia! Il nostro ‘ascolto’, però, non deve e non può partire dal “vendersi tutto”, ma dal fatto veramente decisivo: la scoperta inaspettata del Regno, una realtà sempre sorprendente, perché gratuito dono del Padre!
Nella Parabola della rete gettata a mare che raccoglie ogni tipo/genere di pesce (vv 47-50), viene ripresa la ‘problematica’ che Gesù risolve magistralmente, quella della compresenza di bene e male nel Suo campo, già realisticamente affrontata nelle Parabole del buon grano ‘invaso’ dalla zizzania! Questa necessaria distinzione e separazione tra pesci buoni e pesci “selvatici” prefigura, come il grano buono e la zizzania, il Giudizio finale che instaura definitivamente il Regno di Dio.
Avete compreso tutte queste cose?” (v 51). Questa volta, non sono i discepoli a interrogare Gesù, ma, è il Maestro a chiedere una chiara risposta ai Suoi ascoltatori-discepoli! Egli ha già avvertito (“chi ha orecchi, ascolti”, v 43) i Suoi ascoltatori, ora, li provoca ad una risposta chiara ed a una presa di posizione netta e definitiva nei confronti della Sua Persona! Il vero Suo discepolo deve essere “simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”: dal tesoro del Vangelo del Regno può e deve saper trarre tutte le novità che lo aprono alla grazia del nuovo futuro di Dio, nostro Padre che “in Cristo ci ha svelato il tesoro nascosto e ci ha donato la perla preziosa”.
Un cuore saggio
, intelligente e docile, capace di ascoltare e di affidarsi a Dio per rimediare e superare i propri limiti, debolezze e caducità: questo chiede il re Salomone al Signore per poter compiere con fedeltà la missione a lui affidata e da lui ricevuta, quella della grande responsabilità di governare con giustizia e saggezza il Suo popolo. Un cuore docile (ebr. leb shomeh, un cuore che sappia ascoltare) in grado di saper discernere il bene dal male e lasciarsi guidare dalla Sua sapienza a saper governare con sapienza, rettitudine e giudizio il suo numeroso popolo (prima Lettura).
Nel Salmo
(118/119), l’Orante rende grazie per il dono della Torà, la Legge del Signore che è il valore più prezioso e più grande che c’è e tutti i Suoi comandi e i Suoi insegnamenti sono meravigliosi perché illuminano, guidano e danno “intelligenza ai semplici” e, per questo, dobbiamo ascoltarli, accoglierli, meditarli, eseguirli e custodirli.
Nella seconda Lettura, Paolo, in continuità con quanto affermato precedentemente, esponendo come lo Spirito Santo intercede per noi e viene in aiuto alla nostra “debolezza” (vv 26-27 di Domenica scorsa), ora, conferma che Dio, che governa tutto  il creato, nella Sua potenza misericordiosa e provvidente, dispone che “tutto”, comprese sofferenze, caducità, debolezze e mortalità, concorra “al bene” di coloro che si lasciano amare da Lui, rispondendo al Suo amore, e che sono stati predestinati ad essere conformi al Figlio e ad essere in Lui giustificati e per Lui glorificati.
La Parola
(le tre Letture), che dobbiamo cominciare a prendere sul serio, ci dice che: nulla è più grande e più indispensabile della Sapienza (prima Lettura) niente c’è di più amabile della legge (Parola) di Dio (Salmo 118); nulla è più valido del disegno e della chiamata di Dio (seconda Lettura); nessuna cosa esiste di più prezioso che può valere più del Regno di Dio che è il tesoro più grande da cercare e scoprire e il valore assolutamente irrinunciabile per la salvezza (Vangelo). Allora, urge un serio esame di coscienza per discernere e verificare quale bene riteniamo più grande e più prezioso nella nostra vita, cosa o Chi è essenziale e indispensabile, ed è al primo posto e “al centro” nel nostro cuore.
Per questo anche noi
, come Salomone, umilmente e con fiducia filiale, invochiamo da Dio “un cuore docile”, che sappia ascoltare e discernere il primato dei veri tesori - valori e della perla più preziosa della nostra vita e lasciamoci docilmente guidare dallo Spirito Santo a “valutare e apprezzare, tra le cose del mondo, il valore inestimabile del Suo Regno” e ” e al e per il Suo avvento, dedichiamo e “spendiamo” tutta la nostra vita (cfr Colletta alternativa)..

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Ultimo aggiornamento 29/07/2023 - 08:44

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