Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
11a Domenica Ordinaria, 18 Giugno 2023
Dalla Compassione alla Preghiera e alla Missione
La
Missione di Gesù
nasce dal
“vedere” quelle folle
che lo cercavano, ‘come
pecore che non hanno
pastore’, disperse e
sbandate, stanche
e sfinite, senza
unità e identità, perché
senza guida e meta (cfr
Ez 34,5s e Zc 11,16s).
Nessuno si prende cura
di questo popolo-gregge
così disorientato e
disperato! Ma, a Gesù
non può sfuggire tanta
stanchezza e tanto
abbattimento della
folla: ne prova
compassione profonda
(‘viscerale’) che lo
scuote e lo addolora, si
commuove davanti a tanta
miseria ed Egli stesso
si assume la Missione,
già predetta e voluta da
Dio, in Ez 34,11, “Ecco
Io stesso cercherò le
mie pecore e ne avrò
cura”.
Nella pagina del Vangelo
di oggi, Gesù vuole
coinvolgere in questa
Sua missione i Suoi
dodici discepoli,
chiamandoli a sé
invitandoli a pregare e
a prendere coscienza
della messe che è così
abbondante e matura per
la mietitura, mentre
scarseggiano e mancano
gli operai! Oggi, lo
sguardo tenero e
penetrante di Gesù, il
vero ed unico Pastore,
si pone su quelle folle
e le “vede stanche e
sfinite, come pecore
senza pastore” e ne
sentì profonda
compassione e subito
convoca i dodici
discepoli e, dicendo
loro: “La messe è
abbondante, ma sono
pochi gli operai”,
comanda loro di pregare
il Signore della messe
perché mandi operai a
raccoglierla, in quanto
gli agricoltori sono
pochi (9,36-38). Poi, di
nuovo, li raduna attorno
a Sé, diede loro il
potere di scacciare gli
spiriti impuri e di
guarire le malattie e li
inviò a predicare che il
regno di Dio è vicino e
a guarire i malati,
risuscitare i morti,
purificare dalla lebbra,
e liberare dagli spiriti
impuri. Tutta la
missione deve essere
compiuta
gratuitamente, come
gratuitamente
tutto è stato donato
loro.
Ai piedi del monte Sinai,
gli Israeliti, per mezzo
di Mosè, sono chiamati a
ricordare quanto
il Signore Dio ha fatto
per loro, a dare ascolto
alla Sua voce e
custodire la Sua
alleanza, per divenire
ed essere per Lui “una
proprietà particolare
tra tutti i popoli”,
“un regno di
sacerdoti” e “una
nazione santa”. Il
compito sacerdotale
affidato al Popolo
consiste prima di
tutto nell’ascolto
della Voce-Parola
del Signore per
eseguirla, con fedeltà
e per
custodire e
vivere la Sua
Alleanza. Così, il
Signore Dio offre al Suo
Popolo, che ha
liberato dalla
schiavitù, una vera e
nuova relazione
con Lui, e lo fa entrare
in una speciale
appartenenza,
facendolo “proprietà
particolare” del
Signore, “regno di
sacerdoti” e “nazione
santa”. (Prima
Lettura).
Dio, Creatore
sapiente e Padre
pietoso e
misericordioso, ci ha
amati già quando “ancora”
eravamo empi,
iniqui e
peccatori,
riconciliandoci a Sé,
“nel tempo stabilito”,
mediante il Figlio,
morto e risorto per noi.
Perciò, ora, che siamo
stati riscattati,
giustificati e
riconciliati dobbiamo
gloriarci in Cristo,
fortificati e
santificati dall’amore e
dalla grazia del
perdono, sgorgate dalla
Sua morte e risurrezione
(Seconda Lettura).
Il Salmo
ci fa
proclamare e
riconoscerci che “noi
siamo Suo Popolo, gregge
che Egli guida”! Non
si tratta di
un’affermazione
orgogliosa e
nazionalista, ma, è
il grido di gioia
riconoscente:
Israele era nessuno
e Dio lo ha fatto
diventare Qualcuno,
lo ha fatto rinascere
come Nazione,
liberandolo dalla
schiavitù e si è
prendendosi cura di
esso.
Noi, Comunità cristiana,
“Popolo nuovo”,
“Nazione santa” e
“Popolo di sacerdoti”,
chiamati ad annunciare
il Regno di Dio e a
continuare, nella
fedeltà e assoluta
gratuità, la Missione di
Cristo Gesù perché tutti
gli uomini, in Lui e per
Lui Redenti, siano
salvati per mezzo di
Lui.
Pregate!
È necessaria la
Preghiera oltre la
Compassione per
iniziare e compiere la
Missione!
La Preghiera
deve ricordare
ai discepoli, che solo
Dio salva e che
coloro che sono inviati,
solo nella preghiera
- comunione con Lui,
sono resi degni di
essere chiamati a
collaborare e per
mezzo della preghiera si
rendono sempre
disponibili al Suo
progetto nel guidare, da
Suoi pastori fedeli, il
Suo gregge e, da solerti
operai, nell’attenta
mietitura e vigile
raccolta della
Sua messe abbondante.
“Gratuitamente
avete ricevuto,
gratuitamente date”
(v 8b). Questa l’ultima
essenziale
raccomandazione -
istruzione dovrà
animare tutta la
Missione: perciò, lo
stile e il comportamento
dei Dodici inviati
non dovrà essere diverso
di quello di Colui che
li ha mandati: fare
tutto nella gratuità e
disponibilità a donarsi
con generosità, senza
calcoli e senza riserve,
a spendersi totalmente
per la Missione, che
deve essere la
continuazione di
quella di Gesù:
annunciare il Regno.
scacciare i demoni,
curare e guarire i
malati e infermità:
questi sono solo ‘segni’
della potenza di
Dio che opera nel Regno
e della fedeltà
dell’inviato alle
Istruzioni ricevute dal
Maestro.
Lo stile
del
Missionario deve essere
quello di Gesù, quello,
cioè, di donarsi
tutto e tutto dare
gratuitamente,
poiché la Salvezza è per
tutti Dono gratuito di
Dio.
Il discepolo-apostolo,
come il Cristo
che lo ha chiamato e
inviato, deve, dunque,
sentire la Sua stessa
compassione e mettere a
disposizione tutto sé
stesso gratuitamente,
perché egli per primo,
gratuitamente e
abbondantemente,
tutto ha ricevuto in
dono.
Ultimo aggiornamento
17/06/2023 - 08:04
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