Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

Giovedì Santo, 6 Aprile 2023

Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine
Gesù, il Maestro, il Servitore, il Salvatore
compie due gesti, pronuncia parole, che rivelano e testimoniano il Suo amore smisurato per ciascuno di noi, un amore infinito che lo spinge ad affrontare la Passione e la Morte e a dimostrarci di averci amato, con il dono totale di Sé, sino alla fine. Una Cena irripetibile che si rinnova e si riattualizza puntualmente, quando la Chiesa la fa in memoria di Lui. Un Pane da spezzare, il Suo Corpo, per dare la vita. Un Calice da versare, il Suo Sangue, lavare i nostri peccati e suggellare la Nuova Alleanza.
Quella Cena
, in quella sera, ardentemente desiderata e preparata dal Signore, il pasto rituale, in cui nulla doveva essere affidato al caso: ogni pietanza, ogni gesto, ha il suo significato preciso, sostenuto e consolidato da parole precise che lo riaffermano e lo perpetuano nei secoli dei secoli.
Durante questa Cena, Gesù lava i piedi ai Discepoli, il Maestro agli alunni, il Dio agli uomini, il Signore ai servi, il Padrone agli schiavi! Egli si mette in ginocchio, come uno schiavo, a supplicare l’uomo a lasciarsi servire, lavare e salvare dal Suo sacrificio! Gesù spezza il pane e lo dona, distribuendolo; Gesù versa il vino e lo fa passare tra i Suoi.
Gesù invita tutti a mangiare e bere
di Lui perché ognuno di noi accolga il Suo modo di essere e di vivere, lasciandosi nutrire e dissetare della Sua vita per essere trasformati dalla Sua presenza reale ed efficace nel Pane spezzato e nel Sangue versato per noi.
La Liturgia nel Giovedì Santo
ci invita ad accogliere i tre doni da celebrare nell’Unico Mistero che è Cristo: la Carità /Servizio (Gv 13,1-15), l’Eucaristia, e il Sacerdozio Ministeriale (1Cor 11,23-26). I Padri e il Concilio di Trento considerano l’Ultima Cena come l’Evento fondatore del Ministero sacerdotale.
La Lavanda dei piedi
(il suo simbolismo) è assoluta innovazione, voluta da Gesù., c’è nel rito pasquale! Un gesto, non presente nel rito ebraico, suscita stupore e anche scandalo: lavare i piedi non era consentito solo riservato agli schiavi stranieri! Gesù, invece, attraverso i gesti che compie, assume gli stessi atteggiamenti di uno schiavo, abbassandosi fino a terra. “Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”: icona sconvolgente per i discepoli di tutti i tempi nella donazione totale nel servizio di carità fraterna.
Il Giovedì Santo
, giorno conclusivo del cammino quaresimale e, dal Vespro, come prologo, apre il Triduo Pasquale, è il giorno del Suo infinito amore per ciascuno di noi, che deve lasciarsi lavare tutto e rinascere a nuova vita, animato, d’ora in poi, dagli stessi sentimenti che furono di Cristo.
Gesù ci ha fatto cenare con Lui
, lavandoci prima da ogni infedeltà e tradimento, ci ha nutrito della Sua stessa vita e illuminati del Suo esempio e, per renderci capaci, idonei e pronti a seguirLo nella Sua Passione e accompagnarLo nella Sua morte!
La sera di quel Giovedì
, Gesù inaugura la nuova Pasqua, istituisce il Mistero che celebrerà nella Sua morte e risurrezione e noi la celebriamo, annunciando la Sua morte, proclamando la Sua resurrezione in tutti i tempi, nell’attesa della Sua venuta.

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Ultimo aggiornamento 05/04/2023 - 08:33

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