Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

5a Domenica di Quaresima, 26 Marzoo 2023

Io sono la Risurrezione e la Vita; chi vive e crede in me, non morirà in Eterno
Dio, si rivela Signore della vita, nel Figlio Suo, Gesù che richiama in vita l’amico Lazzaro, dopo sei giorni dalla sua morte.
Vangelo
: Gesù ridona la vita all’amico Lazzaro, che era nel sepolcro da quattro giorni e che, di nuovo, poi, morirà, per rivelarsi datore di vita piena anche qui in terra, e della Vita risorta a tutti coloro che aderiscono e credono in Lui, che sta per sacrificare la Sua vita, per liberarci dal peccato e della morte. Egli comunica la vita, dono di Dio, Creatore e Padre, perché Egli stesso è la Risurrezione e la Vita.
Lazzaro vieni fuori” (v 43). Gesù “rivivifica” l’amico, che era morto e, da quattro giorni, era nel sepolcro, attraverso alcuni passaggi simbolici: Egli “grida a gran voce” per farsi ascoltare da tutti i presenti e rivelare loro, attraverso questa espressione apocalittica, tutta la Sua potenza e l’autorevolezza nel richiamare in vita Lazzaro e coloro che giacciono nella morte, alla risurrezione finale, annunciata e anticipata anche nell’aver ridonato vita a Lazzaro, che dovrà morire di nuovo per risorgere nell’ultimo giorno a vita eterna. Chi vive e crede in Cristo Gesù, che si è rivelato Vita e Risurrezione, sin d’ora, ha accesso alla vita eterna.
La seconda Lettura, ci assicura che lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita fin d’ora in noi, e perciò noi apparteniamo a Cristo e, perciò, non dobbiamo lasciarci dominare dalla carne.
Lo Spirito di Cristo
fa morire il peccato e infonde la vita nuova, attraverso la Sua morte e la Sua risurrezione. Ed ecco, come Paolo, conclude il suo prezioso insegnamento, attraverso questi altri due versetti, (anche questi, oggi, omessi!), che risultano essere, però, indispensabili e necessari per poter comprendere, fino in fondo, quanto detto ed ascoltato: “Così, dunque, fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne, poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete” (vv 12-13).
Nella prima Lettura, il Profeta Ezechiele annuncia e promette da parte del Signore al Suo Popolo, esiliato e disperso, la possibilità di una nuova vita e di un nuovo glorioso futuro. Dobbiamo far notare che la “vivificazione” delle ossa inaridite, in questo contesto, non si riferisce alla dottrina della Risurrezione finale, ma è metafora che corrisponde alla promessa del ritorno in patria degli esiliati e dispersi, che sono stati sradicati dalla propria terra, dopo la distruzione di Gerusalemme, e che sono disperati sia socialmente sia psicologicamente, e si sentono abbandonati e senza futuro e senza via di uscita. Dio promette loro un futuro di speranza fondato su quanto Egli compirà: aprirà i loro sepolcri, li farà uscire dalle loro tombe, farà entrare in loro il suo spirito e rivivranno, li condurrà e li farà riposare nella loro terra! Così, sapranno che Egli è il loro Signore che realizza ciò che ha promesso (vv 12-14).
Il Salmo 129
, ci assicura che Dio ascolta il grido di coloro che confidano in Lui e che il Suo amore misericordioso è più grande e più forte delle nostre colpe. È uno dei Salmi, “Canti delle salite”, che venivano intonati dai Pellegrini che salivano a Gerusalemme. La Tradizione ne ha fatto una Preghiera esequiale, leggendo in quel “profondo” il mistero tragico della morte. In verità, se ne è fatto un uso improprio perché questo canto non ha nulla di funereo e di amara tristezza, ma è inno di ringraziamento a Dio, che sempre ascolta il grido del peccatore e sempre perdona. È un Inno alla gioia che sgorga dalla Sua infinita misericordia, che ti dona e ti apre a vita nuova. È fervido grido accurato di speranza e di fiducia incondizionata dell’anima, che “si rivolge al Signore più che le sentinelle all’aurora” perché Egli è Padre misericordioso, redime e non castiga, e “redimerà Israele da tutte le sue colpe’.
La Samaritana
scopre Gesù come Acqua viva che fa zampillare in lei acqua di vita eterna; il Cieco nato si lascia illuminare da Gesù, Luce di vita eterna; oggi, incontriamo Gesù, che, con tutto ciò che dice e il “Segno” che compie, vuole purificare, rafforzare e consolidare la nostra fragile fede in Lui, Vita e Risurrezione.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 25/03/2023 - 08:34

Indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it