Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

2a Domenica di Quaresima, 5 Marzoo 2023

Questi è il Figlio mio, l’amato:
in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo

Gesù, “dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della Sua morte, sul monte santo manifestò la Sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti, indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione” (Prefazio)
Domenica scorsa
, nel deserto con Gesù, alla Sua scuola, per imparare a superare, con l’arma infallibile della Sua Parola, tutte le tentazioni; oggi, in disparte, con Lui, su un alto monte per contemplare la bellezza del Suo volto, sole della nostra vita, anticipo e prefigurazione della Sua Pasqua di Risurrezione e per conoscere dalla Voce del Padre, la Sua vera Identità e la Sua Missione di redenzione e salvezza universale.
La Trasfigurazione
, preludio della Pasqua del Signore svela la vera Identità di Gesù, che deve sorprenderci come i tre discepoli che, appena l’hanno udita, “caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore”, cioè, da gioia e commozione,  da venerazione e adorazione di fronte alla mirabile e sorprendente rivelazione riguardo a Colui che stanno seguendo: non è un inviato qualsiasi, ma il Figlio  di Dio, l’amato e Suo compiacimento, Colui nel quale le Scritture trovano compimento, l’unica Parola da ascoltare, seguire, compiere per essere Suoi veri discepoli ed essere da Lui redenti e salvati.
Paolo, nella seconda Lettura, si rivolge a Timoteo, uno dei suoi più diretti collaboratori, chiamandolo figlio, per sollecitarlo a ravvivare quotidianamente nella sua missione secondo la grazia della vocazione santa data in Cristo, fin dall’eternità e rivelata e fatta conoscere  dal Salvatore nostro che “ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo”, per il quale, ‘il figlio’ Timoteo è paternamente esortato dall’Apostolo a voler soffrire con Cristo per il Suo Vangelo e, insieme con lui, che è in carcere proprio per questo, “con la forza di Dio”, che lo renda perseverante e fedele nel “dare testimonianza”, vincere ogni timidezza e indecisione.
Abramo
, con attenzione, ascolta il Signore, si fida di Lui, obbedisce e, con prontezza, esegue la Sua Parola, il Suo comando di lasciare la sua terra, la sua parentela, la casa di suo padre e se ne và verso una terra che egli ancora non conosce e che il Signore indicherà insieme alla sua promessa che di lui ne farà una grande nazione lo benedirà e in lui saranno ”benedette tutte le famiglie della terra”. Abramo, padre della fede, ha sperimentato la forza creatrice della Parola alla quale si è consegnato e si è lasciato guidare.
Il Salmo
sottolinea i motivi e le fondamenta della fiducia incondizionata di Abramo verso il Signore, retto e fedele nella Sua Parola e nel Suo agire salvifico a favore delle Sue creature.
Ciascuno di noi
, come Abramo, è chiamato da Dio a fidarsi di Lui, ad ascoltare i Suoi comandi, eseguirli con prontezza, perché sono per il nostro bene, ad uscire da noi stessi per realizzarci negli altri e a divenire benedizione e luce di speranza per il nostro mondo, oggi, così tenebroso, e per il nostro tempo così minaccioso. Questa Benedizione è dono di Dio, che ci interpella, se siamo disposti ad instaurare la relazione con Lui, nella fiducia totale in Lui, che richiede, come ad Abramo, la nostra risposta pronta e fedele.

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Ultimo aggiornamento 04/03/2023 - 11:57

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