Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
29a Domenica Ordinaria , 16 Ottobre 2022
Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?
La
Preghiera fiduciosa,
umile e perseverante,
nasce dalla fede, la
quale sgorga, a sua
volta, dall’ascolto
della Parola di Dio e
della Voce dello Spirito
Santo, che è in Noi, è
l’unico mezzo con cui
restare vigili e fedeli,
in attesa amorosa del
ritorno del Signore e
farci trovare,
perseveranti nella
preghiera e forti nella
fede, con la lampada
della speranza e
dell’amore, sempre
accese, argenti e
illuminanti.
Insistenza,
costanza e
perseveranza nella
Preghiera,
non vuol dire, però,
presuntuosa verbosità,
quasi che Dio dovesse
essere convinto dalle
nostre parole e
richieste, perché questo
atteggiamento,
addirittura, può
rivelare una totale
mancanza di fiducia in
Dio e, quando nella
preghiera manca la fede,
essa si svuota dei suoi
contenuti e delle sue
finalità e si riduce ad
una pratica illusoria,
magica e, addirittura,
idolatrica.
La vera e autentica ed
efficace Preghiera,
invece, sgorga
dall’ascolto della
Parola, è animata dal
Soffio dello Spirito
Santo, che la
intensifica di fede
incrollabile, che ci
apre alla speranza e ci
fa vivere di relazione e
in comunione e con Colui
al quale rivolgiamo la
nostra preghiera!
Così,
Fede e
Preghiera
attingono forza e luce,
perseveranza ed
efficacia, alla comune
fonte della Parola di
Dio e nell’Ascolto
trovano nutrimento
sostanziale ed
indispensabile per
crescere insieme e
orientare la vita di
ogni credente verso la
“statura” e “pienezza”
di Cristo.
Dio certamente farà
giustizia per i suoi
eletti
e non li farà
attendere a lungo!
Perciò, anche il tempo
dell’attesa del Signore
deve essere tempo della
fede operosa, della
preghiera perseverante e
della speranza, orante e
credente, che si nutrono
e crescono insieme e si
arricchiscono
reciprocamente, fino al
loro compimento nel
Figlio dell’uomo, quando
di nuovo verrà.
La preghiera
perseverante
di Mosè, attraverso le
mani alzate verso il
cielo, sostenuto e
accompagnato dal
servizio di Aronne e
Cur, ci rivela che è il
Signore, nel Quale hanno
riposto tutta la loro
fiducia, a dare la
vittoria al suo popolo,
che può riprendere,
così, il cammino verso
la terra della promessa,
nella certezza che il
Signore rimane sempre
fedele e, sempre e su
tutto, li rende
vittoriosi. Così, il
Signore dona al Suo
popolo la definitiva
risposta a quella
domanda che spesso lo
disorienta, lo fa
mormorare e ribellare: “Il
Signore è in mezzo a noi
sì o no?” (17,7).
“Ma
Il Figlio dell’uomo,
quando verrà, troverà
ancora la fede sulla
terra?” (v 8b)
Con questa Sua domanda
conclusiva, dunque, Gesù
vuole insegnarci
l’assoluta e
inscindibile reciprocità
tra preghiera e fede che
si alimentano
reciprocamente e si
accrescono a vicenda,
sono indissolubili,
perché non si da’ l’una
senza l’altra! C’è
stretto legame e
fondamentale connessione
tra fede e preghiera: la
mancanza di preghiera
‘incessante’ è una vera
e propria mancanza di
fede. Infine, ecco,
nella Seconda Lettura,
la funzione e
l’efficacia salvifica di
tutta la
Scrittura, ispirata da
Dio: ammonisce e
rimprovera, insegna,
convince, corregge e
converte.
Per tutte queste ragioni,
come Timoteo, anche Noi
siamo
chiamati ad una
rinnovata e particolare
responsabilità verso la
Parola: dobbiamo
ascoltarla sempre più
per conoscerla sempre
meglio, in quanto la ‘conoscenza’
sempre più
approfondita è
indispensabile “perché
l’uomo di Dio sia
completo e ben preparato
per ogni opera buona”.
Ognuno di noi deve
intenderla bene per
amarla tutta, deve
lasciarti nutrire, per
poterla spezzare, con
altrettanto amore, quale
annunciatore convinto,
fedele e gioioso,
competente e
instancabile in tutti i
momenti, quelli
opportuni e anche quelli
inopportuni.
Ultimo aggiornamento
15/10/2022 - 09:36
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