Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

28a Domenica Ordinaria , 09 Ottobre 2022

Non sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?
La Salvezza è Dono gratuito di Dio, in Cristo Gesù, e non merito e conquista umana.
La Salvezza, come la Fede e come altri Suoi doni, Dio li offre a tutti, ma, non tutti li accolgono e non tutti credono e non tutti si lasciano salvare!
La fede
, per mezzo della quale, non solo siamo stati purificati ma anche salvati, deve trasformarsi in azione di grazie, in perenne rendimento di lodi  a Cristo Gesù che ci ha redenti e salvati e, per mezzo di Lui, glorificare Dio Padre che ce Lo ha mandato. Sull’esempio del Samaritano che solo tra i dieci ‘mondati’, torna, “lodando Dio a gran voce” da Gesù, si prostra ai suoi piedi, per renderGli grazie con fede e gratitudine, riconoscendolo Autore della sua guarigione dalla lebbra e, ora, anche della sua salvezza: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato” (Vangelo).
La guarigione
dalla lebbra non è frutto di un rituale magico, come l’immergersi sette volte nelle acque del Giordano, bensì il risultato dell’azione salvifica di Dio che agisce attraverso la Sua Parola, detta dal profeta Eliseo (“Dio salva”) a favore di Naamàn, generale Arameo, il quale manteneva rapporti conflittuali con Israele, nazione di Eliseo. Non solo uno straniero, dunque, ma anche un potenziale nemico viene guarito dalla potenza ed efficacia della Parola profetica proprio in quanto è Parola di Dio. Così, Naamàn può manifestare la sua riconoscenza verso Dio, attraverso la sua bella professione di fede: “Non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele”! (Prima Lettura).
Anche il Salmo è Inno di lode corale di un’assemblea liturgica, convocata a far memoria delle opere del Signore che offre a tutti la salvezza, che è grazia di Dio che continua, nonostante le nostre infedeltà, a “ricordarsi del Suo amore” e ad essere fedele per sempre! A Lui, perciò, ‘cantate inni’, ‘gridate’, ‘acclamate’ ed ‘esultate’ perché Egli ‘ha fatto prodigi’, ‘ha dato vittoria, ‘ha rivelato la sua giustizia’, ‘si è ricordato della sua fedeltà’ e ‘viene a giudicare con giustizia e rettitudine’!
Nella Seconda Lettura, Paolo, dopo aver “ricordato” a Timoteo, di annunciare la verità centrale della fede, Gesù Cristo, morto e risorto, e sul suo esempio, deve saper sopportare tutte le sofferenze e offrirle perché tutti gli eletti possano raggiungere “la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna”, proclama la certezza che se con Cristo moriamo, con Lui vivremo e che l’amore di Dio, fonte, ragione e motivo della nostra gratitudine e del nostro perenne rendimento di grazie, è per sempre perché anche “se noi manchiamo di fede, Egli però rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso!”

Rendere grazie
!
Due stranieri e pagani, hanno riconosciuto il dono della guarigione ricevuto e da Chi lo ha realizzato, e a Dio hanno reso gloria, ringraziando il profeta Eliseo e il maestro Gesù!
Noi Cristiani
, arricchiti di tanti doni e grazie durante la settimana, sentiamo il bisogno di riunirci la Domenica per “fare eucaristia”, cioè, fare il nostro “rendimento di grazie” e glorificare Dio, che ci dona il Figlio, nella Sua Parola e nel Suo sangue e Suo corpo  per la nostra salvezza?
Come mai
molti non vengono e non sono presentì? Non sono stati graziati e beneficati tutti? Perché solo uno, pagano e straniero, è venuto a rendere grazie e a lodare e glorificare Dio nel Figlio amato, anche oggi, a noi donato nel Suo Corpo, per noi spezzato,  e nel Suo Sangue, per noi versato?
Risuona per ciascuno di Noi, il paterno e deciso imperativo di Paolo, in catene e nelle sofferenze per il Vangelo: “Ricordati di Gesù Cristo, morto e risorto”, che equivale a dover “attualizzare” nella nostra vita quotidiana la Sua Parola, che “è degna di fede e non è incatenata”, il Suo amore e il Suo servizio umile e gratuito, per fare della nostra vita una perenne ‘eucaristia’ nel rendere grazie e benedire Dio per il Suo amore fedele, che sperimentiamo nella nostra esistenza, per la gioia, la pace e la serenità che provengono dalla fede in Lui e dall’abbandono alla Sua infinita misericordia!
Questo rendimento perenne di grazie, è riconoscere la grandezza di Dio e le tante meraviglie che ha compiuto e compie in Noi, in Cristo Gesù, Figlio amato che, obbediente a Lui fino alla morte di croce, ci ha riscattato dalla lebbra mortale dei nostri peccati, facendoci morire con Lui per farci con Lui vivere e regnare.

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Ultimo aggiornamento 08/10/2022 - 09:20

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