Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
27a Domenica Ordinaria , 02 Ottobre 2022
Siamo servi inutili
L’essere
servo e il
servire
scaturiscono da un
debito di gratuità e
come risposta
‘necessaria’ alla
sovrabbondanza del dono
di Dio. Ricordiamo che
Dio ci ha creati per Suo
amore e non per una Sua
necessità. Se siamo è
solo per Suo amore: Sono
Amato, dunque, Sono! La
nostra “dipendenza”
da Dio è necessità
teologica ed
assoluta, come
nessun seme può
germogliare a nuova vita
senza la terra e nessun
rigagnolo può darsi
senza la sua sorgente e
la sua fonte!
Siamo inutili, non
necessari a Dio! È
solo per un Suo dono di
libertà e di amore che
‘vuole’ avere ‘bisogno’
di noi!
Servi inutili.
L’inutilità, di cui Gesù
parla, non sta
certamente nel valore di
ciò che si fa, ma
nell’atteggiamento
interiore con cui lo si
fa. Nulla nella vita di
Gesù è stato inutile,
così, come nulla della
vita dei singoli
credenti e dell’intera
Chiesa è inutile, quando
viene fatto con l’umiltà
della ‘diaconia’ che
deve sempre rifuggire da
ogni ostentazione e
pretesa di un
contraccambio.
Signore aumenta la
qualità della nostra
fede
La vera e
autentica fede non si
misura in quantità, ma
si fonda nella
qualità e si
riconosce dai suoi
frutti! Come ai Suoi
Apostoli, allora, Gesù
chiede, oggi, a tutti
Noi di essere e
diventare più credenti e
meno creduloni!
La fede è relazionarsi
a Dio, crescere nella
fiducia in Lui,
affidarsi a Lui e
credere e accogliere e
custodire il Suo amore
misericordioso, nella
disponibilità
incondizionata a
lasciarsi illuminare e
guidare dalla Sua Parola
in ogni scelta e
decisione. La fede,
perciò, innanzitutto, è
dono e grazia di Dio,
che provoca la nostra
risposta ad accoglierla
nel fidarci e affidarci
a Lui, e a lasciarci
condurre dalla Sua
Parola, dopo aver
abbandonato ogni calcolo
egoistico e ogni pretesa
di contraccambio o di
ricompensa. La vera
fede, che si fonda sulla
“qualità” non sulla
“quantità”, richiede
umiltà e distacco
radicale dall’io
prepotente e superbo.
Il credente autentico,
umile e fiducioso,
sa che può rivolgersi a
Dio, anche, con
inquietanti
interrogativi, ma deve
essere anche consapevole
di dover poi sapere
attendere, con pazienza
e fiducia, le Sue
risposte, ascoltarle,
comprenderle, per
attualizzarle con
fedeltà, docilità e
amore: La Sua risposta,
infatti, “certo verrà
e non tarderà:
Colui che non ha l’animo
retto, soccomberà,
“mentre il giusto vivrà
per la sua fede”
(prima Lettura).
La fede
nasce, cresce e si
irrobustisce dal/nel/con
l’ascolto della Parola
che ci fa entrare nella
relazione filiale
con Dio, mediante il
Figlio e nella comunione
con il Suo Spirito. Per
questo, il Salmo,
ci chiama ad accostarci
al Signore, “la
roccia della nostra
salvezza”, ci
avverte e sprona a non
indurire il nostro
cuore, ad ascoltare
la voce del Signore, ed
accogliere la Sua
Parola, fonte e pienezza
della fede autentica
e vitale.
Nel
combattimento della Fede,
non siamo soli, ma siamo
sorretti dalla grazia e
forza di Dio e dallo
“Spirito Santo che abita
in noi” e che ci fa
partecipare alla “fede
e alla carità che sono
in Gesù Cristo”.
Perciò, il vero credente
deve “ravvivare” la
fede, che è dono di
Dio, e, in essa, deve
perseverare, superando
ogni timidezza,
con la forza della
prudenza e della carità
di Cristo ci fa
custodire “il bene
più prezioso che ci è
stato affidato”
(seconda Lettura).
Il Vangelo
ci insegna che la
qualità alta della
fede è in Gesù Cristo,
che ci chiede di aderire
intimamente alla Sua
Persona, coinvolgendo
mente e cuore,
sentimenti e pensieri,
per poter, addirittura,
sradicare un gelso, per
ripiantarlo in fondo al
mare!
Poi, il divin Maestro,
ci guida a riscoprire la
dolce ed impegnativa
legge del Servizio
nel donarsi, senza nulla
pretendere in compenso e
contraccambio: siamo
servi inutili!
Scoprirsi servi
inutili, anche
quando avremo fatto
tutto quello che
dovevamo fare, è la
condizione per vivere,
nella piena verità, la
propria vera fede (Vangelo).
Certo, per comprendere
a fondo e mettere in
pratica quanto ci
insegna e ci chiede
Gesù, il Quale è
venuto per servire e non
per essere servito,
dobbiamo subito
imitarLo, indossando,
anche Noi, il
grembiule dell’umiltà
e dell’amore,
per chinarci a
servire-lavare i piedi
ai Fratelli, soprattutto
ai più poveri
e bisognosi, agli
scartati e agli esclusi!
Vivere da servi inutili,
significa vivere in
umiltà e nell’amore
verso gli altri, da
persone libere dal
nostro egoismo, dai
nostri interessi e
profitti, e seguire e
imitare Gesù che è
venuto a servire e dare
la vita per la salvezza
di tutti, e si è fatto
servo di tutti, per
insegnarci a diventare
ed ad essere
servi gli uni degli
altri, che
significa essere
e vivere da veri
Cristiani credenti ed
essere, così,
utili a tutti,
facendosi
inutili per se
stessi.
Ultimo aggiornamento
01/10/2022 -
12:36
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