Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
26a Domenica Ordinarai, 25 Settembre 2022
Tu, uomo di Dio evita queste cose, tendi invece alla giustizia, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza
Gesù,
anche, oggi, nel Suo
insegnamento parabolico
non condanna tanto la
ricchezza e i beni, ma,
ci mette in guardia dai
rischi e pericoli e ci
fa vedere a quale
squallore umano e
interiore può farci
sprofondare
l’assolutizzazione
della ricchezza:
nell’“orgia dei
dissoluti” gaudenti
e non curanti dei poveri
mendicanti, giacenti
accanto alla lauta mensa
della vita, “orgia
spensierata” che ci
condurrà a perdizione
eterna (Vangelo e
prima Lettura).
Pungente ed
esigente, come
sempre, è la Parola di
Dio nel smascherare la
vita lussuosa, gaudente
e spensierata dei ricchi
che, indifferenti nei
confronti dei Poveri,
contano sulla falsa
sicurezza dei loro beni
e delle loro ricchezze,
vivendo contro i Suoi
piani e voleri di aver
creato i beni e di
averli destinati
a/per tutti!
L’Oracolo del
Profeta Amos, che
esprime un giudizio
molto severo, con
pesante accusa per la
grave conseguente
disastrosa, la “rovina
di Giuseppe”, è un
urgente invito alle
classi dirigenti di
Gerusalemme - Sion,
capoluogo di Giuda, e ai
dirigenti del capoluogo
d’Israele, Samaria,
a convertirsi dai
comportamenti perversi,
perché il Regno
d’Israele (“Giuseppe”)
non vada in rovina ed
essi non siano i primi
ad essere deportati ed
esiliati (Prima
Lettura). La
denuncia del Profeta
contadino, con la sua
parola scarna e rude,
risuona chiara,
tagliente ed efficace,
anche per Noi!
Nonostante gli
spensierati
di Sion, abbiano tradito
l’Alleanza con Dio, non
ascoltando quanto Egli
ha trasmesso loro per
mezzo dei Profeti, la
Sua fedeltà non viene
mai meno: Egli rende
giustizia agli oppressi,
soccorre il povero,
libera i prigionieri,
rialza chi è caduto,
dona il pane
all’affamato, protegge
lo straniero, sostiene
gli ultimi, gli orfani e
le vedove, ma sconvolge
le vie degli empi (Salmo).
Paolo, nella
seconda Lettura,
si rivolge a Timoteo,
quale “uomo di Dio”,
titolo attribuito
nell’A.T. a persone che
ricevono una missione
particolare da parte di
Dio e presenta il
modello di un autentico
capo – guida,
servitore della
Chiesa, in
contrapposizione netta
con il comportamento dei
falsi dottori. ‘L’uomo
di Dio’ deve,
invece, tendere e
mettere le sue
energie, mente
e cuore a
perseverare per il fine
del “buon combattimento”
della fede, di cui Paolo
è un fulgido esempio (2
Tim. 4,7).
Gesù,
oggi, vuol
farci capire come
l’attaccamento smodato
ai bene e l’avido e
idolatrico legame alle
ricchezze, ci rendono
ciechi, gretti, incapaci
di un vero rapporto con
gli altri, tutti intenti
a goderci la vita nel
lusso sfrenato, senza
curarci dei Poveri
bisognosi che premono
alle nostre porte. In
questa situazione,
perfino i cani, che
leccano con sensibilità
le piaghe sanguinanti di
Lazzaro, risultano
più umani di noi!
Oggi,
la
Parabola
vuole aprirci ad una
dimensione attuale e
un’applicazione
mondiale: Lazzaro,
oggi, sono i
Popoli, sempre più
impoveriti dalle Nazioni
prepotenti e, perciò,
indifferenti ai bisogni
altrui. Ma, non è più
ammissibile né
tollerabile la
‘sfrondata ricchezza’ e
l‘esagerato iniquo
benessere dei pochissimi
e la ‘misera’ indigenza
dei moltissimi
diseredati che, piagati
nel corpo e nell’anima,
giacciono nell’indigenza
più vergognosa e
nell’indifferenza di
chi, con prepotenza e
violenza, si è
impadronito dei beni
loro destinati dal
Creatore e li ha
spogliati di ogni
dignità e futuro.
Gesù, Parola
di verità, ci pone
dinnanzi il
ribaltamento radicale
della vita terrena del
povero e del ricco, dopo
la morte! Lazzaro “fu
portato dagli angeli
accanto ad Abramo”;
il ricco fu sepolto e
sta “negli inferi fra
i tormenti”! È così!
Il nostro futuro in
cielo lo costruiamo e lo
stabiliamo Noi qui, ora,
in terra!
Cosa ci dice la Parola
ascoltata?
È uno squallido
fallimento spendere il
dono della propria vita
immersi nell’avidità e
sontuosità delle
ricchezze, che ti chiude
il cuore e ti acceca
l’anima fino a non farti
vedere i tanti Lazzaro
che giacciono, nudi,
piagati e affamati alla
tua porta, mentre tu
continui a far finta di
niente, a vestirti di
porpora e lino finissimo
e, ogni giorno, continui
a banchettare
allegramente, senza mai
rivolgere lo sguardo del
tuo cuore a chi,
giacente e piangente
accanto a te, aspetta,
almeno, di potersi
sfamare con le briciole
di pane, usate come
‘tovaglioli’ per pulirsi
le mani unte dal cibo!
Ultimo aggiornamento 24/09/2022 - 08:17
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