Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

24a Domenica Ordinarai, 11 Settembre 2022

Vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte, che per novantanove giusti, i quali non hanno bisogno di conversione
Il Dio dell’Esodo condanna e detesta i peccati e le ripetute infedeltà, ma, si manifesta infinitamente paziente e misericordioso, “lento all’ira e grande nell’amore” con il popolo ribelle e di dura cervice, che Mosè guida e conduce in Suo nome.
Il pentimento di Dio’, che “si pentì del male che aveva minacciato  di fare al suo popolo”(v 14), da una parte, afferma e conferma che, nonostante il loro grave  peccato di idolatria, Dio rimane fedele al Suo patto e decide di voler ricostruire l’Alleanza con il Suo popolo, il quale, pur ferito dalla sua colpa, può continuare, ancora, a sperimentare il Suo amore fedele e misericordioso; dall’altra, però, non va intesa come se nulla fosse accaduto, perché, nel seguito della sua storia, Israele dovrà fare i conti con le conseguenze negative di questa grave ribellione al suo Dio!
La conclusione parla di ‘ira’ - giustizia di Dio che si placa (v 14), non per l’intercessione di Mosè, ma perché così ha già deciso Dio. Naturalmente questa ‘ira’ è contro l’infedeltà e non contro il popolo che Dio vuole riconvertire al Suo amore fedele. Israele, può allontanarsi dal suo Dio, ma Dio mai si allontana da Israele e lo salva, non per i meriti di Mosè e la sua intercessione, ma perché non può contraddire Se stesso!  (prima Lettura).
Il Salmo
, oltre ad essere preghiera penitenziale, nella quale il penitente, come Davide, riconosce con umiltà e sincerità, il proprio errore e peccato, è soprattutto, confessione e professione della fiducia nell’amore paterno di Dio, che è più grande del nostro peccato e che ‘ha sempre pietà’ per il peccatore e ‘usa sempre misericordia’ verso chi ha sbagliato e a lui corre incontro ad accoglierlo, con il Suo grande amore misericordioso, tenero, viscerale e materno (cfr Vangelo).
L’Apostolo Paolo
(seconda Lettura), “il primo” tra i peccatori, il bestemmiatore e violento persecutore, è stato reso degno di diffondere il Vangelo e, perciò, vuole testimoniare e manifestare la sovrabbondanza della misericordia che Cristo Gesù ha voluto riversare in lui, “dimostrando tutta quanta la sua magnanimità”, per fare di lui “un esempio” per tutti i peccatori, i quali possono essere raggiunti e salvati dalla misericordia e dalla grazia divina, per mezzo di Gesù Cristo, venuto nel mondo per salvare tutti ‘i peccatori’ (v 16).
Cristo Gesù è venuto per salvare i peccatori
! Questa affermazione centrale, introdotta dal rendimento di grazie iniziale (v 12) e conclusa dalla dossologia finale (v 17), costituisce il nucleo fondamentale della Professione di Fede delle Prime Comunità Cristiane. Questa Parola è sicura (pistòs: ‘degna di fiducia’) e meritevole di essere da tutti accolta ed eseguita: Cristo Gesù è venuto per salvare i peccatori! Per questa sublime verità, il cuore di Paolo rende grazie a Colui che lo ha liberato dalla schiavitù del peccato e lo ha reso degno di fiducia al servizio fedele e glorioso della Parola vivente, Cristo Gesù, che è stato mandato nel mondo ed è venuto a salvare i peccatori, e Paolo si presenta, con umiltà, come il primo dei peccatori da convertire e salvare (v. 15b).
Nel Vangelo
, un pastore cerca la sua pecora che è stata smarrita e perduta, la trova e se la riporta in spalla, mostrando a tutti la ‘sua pecorella smarrita e ritrovata’ perché vuole condividere con tutti la sua gioia!
Una donna
che, dopo attenta e meticolosa ricerca, ha ritrovato la moneta che aveva smarrito e che, per lei, era di una grande importanza, chiama e invita tutti i vicini a rallegrarsi, perché a tutti vuole partecipare la sua intensa gioia! Un padre, buono e paziente, indice un grande banchetto di festa, perché ha riavuto sano e salvo un suo figlio, che era perduto e morto: vuole condividere la sua immensa letizia e paterna esultanza con tutti e, in particolare, con il figlio maggiore, che continua, a rifiutarla.
Con le Parabole
, uno dei modi più originali della Sua predicazione, Gesù mira a sconvolgere i nostri modi di pensare e le nostre opinioni infondate, senza, però, imporsi, ci sollecita ad aprirci alla verità e novità del Suo Vangelo.
Con questi scopi e fini, il Maestro, avvicinato da pubblicani e peccatori per ascoltarLo, agli scribi e i farisei, convinti che bisogna osservare la Legge, che prescrive la netta separazione tra giusti e peccatori, rivolge le tre parabole sia per rispondere alle loro accuse contro di Lui, perché “mangia e beve” con loro, infrangendo, così. la legge della purità, e soprattutto, per sollecitare la loro e la nostra intelligenza ad aprirsi alla comprensione delle verità nuove che sta per rivelare, con lo scopo di invitare anche essi, Suoi accaniti denigratori, alla gioia della festa della riconciliazione con Dio, Padre di misericordia verso tutti, mediante il loro ‘ritrovamento’ e il loro “ritorno- conversione”
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Ultimo aggiornamento 10/09/2022 - 11:02

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