Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

22a Domenica Ordinarai, 28 Agosto 2022

Chi si umilia, sarà innalzato
Lo stile del vero discepolo che Gesù detta ed illustra con la Sua Parola e la Sua testimonianza di vita, si concentra nell’umiltà, virtù rara nel nostro tempo, dove sono l’autoesaltazione e l’autogiustificazione ad essere bramate e ricercate con tutti i mezzi e ad ogni costo!  Il vero Suo discepolo, invece, deve farsi ed essere umile e mite, sempre deve cercare l’ultimo posto per servire, nella generosa gratuità e deve abbassare se stesso \per essere innalzato ed esaltato (Vangelo).
È l’umiltà
a ispirare e guidare la vita del saggio, che si pone in ascolto della Sapienza e “trova grazia presso il Signore”, perché nella modestia e con mitezza compie le sue opere, sapendo che ai miti e non ai superbi orgogliosi, “Dio rivela i suoi segreti”. L’umile non invidia la misera condizione degli uomini orgogliosi e superbi perché, ‘radicati nel male’, mai si pongono in ascolto della vera Sapienza che il cuore del saggio, invece, desidera e medita per compiere le sue opere con mitezza e umiltà e trovare grazia davanti al Signore che ai miti rivela i suoi segreti (prima Lettura).
Nel Salmo
, acclamiamo e lodiamo Dio, Padre degli orfani e difensore delle vedove, che libera e fa uscire con gioia i prigionieri e, nel Suo amore, prepara una casa per i Suoi poveri.
La Seconda Lettura
ci ricorda che il cammino verso Dio ha bisogno della mediazione che il cristiano vive accostandosi a Cristo Mediatore Unico della Nuova Alleanza, che possiamo comprendere e testimoniare nel servizio umile e gratuito e nell’amore fraterno ed universale.

L’Umiltà
Prima di tutto è saggezza che non ti fa correre ad occupare i primi posti, perché se quel posto è stato assegnato ad uno più ragguardevole di te, tu, poi, tra il disonore generale dovrai cedergli quel primo posto che tu superbamente hai occupato, per sederti all’ultimo! All’invitato, che ha preteso e ha occupato indebitamente il primo posto, quel “cedi il posto!” è fonte di vergogna, rossore e di degradazione, mentre per colui che si era messo all’ultimo posto, tanto onore e rispetto, davanti ai commensali e tanta amicizia e benevolenza da parte di chi lo ha invitato e che gli dice con riverenza: “Amico, vieni più avanti!” Ed è lo stesso Maestro a motivare la ragione dell’enorme differenza tra i due invitati a nozze: “Perché chi innalza se stesso, sarà abbassato, ma chi abbassa se stesso sarà innalzato”. È Dio, che ha innalzato gli umili, che si sono abbassati, e ha abbassato a terra, quanti si sono creduti e fatti potenti, ad essere cantato l’Onnipotente nel Magnificat (Lc 1,46-55), dai Padri della Promessa e da Maria, la Beata fra le donne e la Benedetta dal Frutto benedetto del Suo grembo! È Dio Padre che ha sopraesaltato il Figlio amato, che si è abbassato, svuotandosi della Sua divinità, per assumere la misera condizione di servo (Fil 2,8), dandoGli il nome di Kyrios, davanti al quale ‘ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra’ (Fil 2, 8-11).  

La Gratuità
Nella seconda parte (vv.12-4), Gesù proclama ‘beato’ chi dona gratuitamente, cioè, per amore e non per interesse e per un contraccambio: “sarai beato perché non hanno da ricambiarti” (v 14a). “Si è più beati (makariòn estin mallon) nel dare che nel ricevere” (At 20,35). È quella beatitudine che solo chi fa dono gratuito della propria vita, come Gesù, può sperimentare e testimoniare. La gratuità, grazia e beatitudine, che tutto ci fa compiere per amore, fino ad essere pronti e disponibili a dare la vita che ci è stata data per spenderci al servizio e il bene degli altri.
Non possiamo fare di questa vita, che ci è stata donata per donarla, un commercio insaziabile e vorace, ma dobbiamo trasformarla, attraverso la beatitudine della gratuità, dono quotidiano e perenne al servizio degli altri e per il bene di tutti, contenti, beati e felici di aver fatto contenti, beati e felici gli altri! Saremo beati e felici, infatti, solo se doniamo-amiamo senza nulla pretendere in cambio! Nel Vangelo, infatti,  il verbo “dare” si traduce con il verbo “amare”, donarsi tutto gratuitamente, corrispondendo e attingendo alla Fonte della grazia della Gratuità incondizionata che è Dio che “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni” (Mt 5, 45)
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Ultimo aggiornamento 27/08/2022 - 09:00

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