Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

14a Domenica Ordinaria, 3 Luglio 2022

La messe è abbondande, ma sono pochi gli operai!
Tutta la Liturgia, oggi, proclama questa gioiosa Bella Notizia: Il Signore Gesù, chiama e manda tutti Noi ad annunciare il Regno di Dio, a portare pace e consolazione nelle case e nelle città e a volerci prendere cura della Sua messe abbondante, perché gli operai continuano a mancare!
Nella
prima Lettura, il Signore promette ad un popolo scoraggiato e dubbioso, ‘consolazione materna’ e “pace come un fiume pieno”. Contro lo scetticismo e lo sconforto, che accompagnano il ritorno dall’esilio del ‘piccolo resto’ dei deportati e dispersi, Isaia, annuncia la speranza legata alla promessa fatta da Dio: “Rallegratevi con Gerusalemme”, perché, “sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni e vi delizierete al petto della sua gloria”.
Nella
seconda Lettura, è Paolo a presentarci il Vangelo della Croce, unico ‘vanto’ e unica ‘gloria’ del cristiano credente, chiamato alla libertà nell’amore, a vivere secondo lo Spirito e non secondo la carne, e ad invocare “pace” e “grazia” su quanti accoglieranno e vivranno il Vangelo di Gesù Cristo Crocifisso, da Lui annunciato.
Il Vangelo
: “Pace a questa casa” e, se “vi sarà un figlio della pace, la vostra pace (quella che Io vi ho dato!) scenderà su di lui”. Pace è pienezza di vita, cioè, di vera felicità, totalità dei beni messianici. In caso di eventuali rifiuti ed opposizioni, il dono della pace-comunione tra Dio e la Sua creatura, non va perduto né sciupato, in quanto dono del Messia morto e risorto, ma, viene di nuovo affidato ai missionari, perché ricomincino la ricerca di quanti sono disposti ad accoglierLo e seguirLo! Gesù Cristo sceglie, chiama, forma per mandare a recare l’annuncio di speranza e di salvezza: Tutti gli inviati devono avere coraggio e fiducia costante in Chi li ha chiamati e inviati, non devono farsi travolgere da facili entusiasmi o da forme di scoraggiamento, devono rifuggire dall’auto esaltazione e dall’auto attribuzione dell’esito positivo del loro servizio.
Il Salmo
, in sintonia con la prima Lettura, celebra e canta la potenza della misericordia di Dio, manifestata attraverso i Suoi interventi a favore del Suo popolo, durante l’Esodo quando ‘cambiò il mare in terra ferma’ e quando lo fece ‘passare a piedi il fiume’. Infine, l’Orante invita quanti temono Dio, ad ‘ascoltare’ quanto Egli ha fatto anche per essi e benedirLo perché sempre ha esaudito le loro preghiere e mai ‘ha negato la Sua misericordia’.
Il Signore
ha designato tutti Noi e ci ha inviati ‘a due a due’ ad annunciare e portare pace e consolazione nel Suo nome in ogni casa e in ogni città, ricordandoci che la messe del regno è abbondante, ma mancano gli operai e, perciò, ci chiede di pregare “il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe”.
La Preghiera
, che ci chiede il Signore, dunque, prima di tutto, deve farci prendere coscienza che, con il Battesimo tutti siamo stati chiamati e mandati ad essere Suoi fedeli e solerti operai della Sua messe e Noi continuiamo a fare i sordi! Nella preghiera, dunque, ciascuno di noi si interroghi: “Che cosa vuole il Signore da me?” “A cosa mi chiama”? Come posso invocare, infatti, dal Signore operai per la Sua messe, se mi pongo fuori da questa universale Chiamata? Sarebbe come dire: “Chiama tutti gli altri, Signore, tranne me”!
Ed ecco lo stile del missionario di Gesù: libertà dalle cose (borsa, bisaccia, sandali, vestiti, cibo) povertà, sobrietà, moderazione, preghiera e mitezza! Liberi e poveri di cose e forti della fiducia e dell’amore per Colui che li invia a portare ‘pace in ogni casa’, a guarire i malati di ogni città e a predicare, ovunque: “È vicino a voi è il regno di Dio”.
I vostri nomi sono scritti nei cieli!

I Settantadue, nonostante la loro fatica, le ostilità incontrate e i rifiuti ricevuti, ‘tornano pieni di gioia’ a raccontare la missione da vincitori anche sui demoni nel nome del Signore (v 17). La “gioia” da parte dei Settantadue, che tornano e fanno un entusiasta reso conto della missione, proclama la effettiva potenza del ‘nome di Gesù’, il Quale subito li educa e li forma alla vera gioia, che non è fondata sul fatto che ‘i demoni si sottomettono a loro’, quale ‘successo’ delle loro ‘attività’, ma sulla certezza che ‘i loro nomi sono scritti già nei cieli’ (vv 18-20).

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Ultimo aggiornamento 02/07/2022 - 07:50

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