Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
Ascensione del Signore, 29 Maggio 2022
Mentre li benediceva veniva portato su, in cielo
L’Ascensione
di Gesù al cielo
dice insieme
‘separazione’ fisica
di Gesù dai Suoi e ‘instaurazione/inizio’
di un nuovo modo
di rapporto e di
presenza da Risorto,
certamente non più di
tipo fisico, ma, non
per questo, meno
‘reale’ e meno
‘efficace’: è il
rapporto nuovo
mediante il Suo
Spirito, grazie al quale
i discepoli possono
essere sempre in
un’intimità
misteriosa e
reale con il Maestro
Risorto e Asceso al
Padre. È bene subito
ricordarci, inoltre, che
l’Ascensione non
conclude il Tempo
pasquale: il Cereo
pasquale continua a
brillare al suo posto
centrale, fino alla sera
della Pentecoste.
L’Ascensione non
è una dipartita,
un’assenza o un
allontanamento di Gesù
Risorto dai Suoi, ma è
il modo nuovo di
essere presente: “Il
nostro Dio Gesù Cristo,
ora, che è tornato al
Padre, si manifesta di
più” (S. Ignazio
d’Antiochia).
La Liturgia del giorno,
ci fa esultare di gioia
e ci fa lodare il Padre
‘per il mistero’ che ci
dona a celebrare,
l’Ascensione del Figlio
al cielo, perché, per
mezzo di Lui, “la
nostra umanità è
innalzata accanto a Te,
e noi, membra del Suo
corpo, viviamo nella
speranza di raggiungere
Cristo, nostro capo,
nella Gloria”
(Colletta).
E nel Prefazio
proprio: “Il Signore
Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e
della morte, oggi è
salito al cielo
contemplato dagli
angeli. Mediatore tra
Dio e gli uomini,
Giudice del mondo e
Signore dell’universo,
ci ha preceduti nella
dimora eterna non per
separarsi dalla nostra
condizione umana, ma per
darci la serena fiducia
che dove è Lui, Capo e
Primogenito, saremo
anche noi, Sue membra,
uniti nella stessa
gloria” (Prefazio 1).
“Così, Cristo, dopo
essersi offerto una
sola volta per togliere
il peccato di molti“ (Eb
9,28), “fu elevato
in alto” (At 1,9.11) e
“mentre li benediceva,
si staccò da loro
e veniva portato
su, in cielo”(Lc 24,50):
passivi teologici
che rivelano che è Dio
Padre a glorificare il
Figlio Gesù, fedele
Esecutore della Sua
Volontà, che verrà di
nuovo ‘allo stesso modo
in cui l’hanno visto
andare in
cielo”(At1,11).
Il Risorto,
che ascende al cielo,
non abbandona i Suoi,
non scompare, non si
allontana mai dalla
Chiesa, che è il Suo
Corpo, ma è vivo e resta
ancora più unito e più
vicino ai Suoi, donando
loro lo Spirito
consolatore che li
guiderà e li rafforzerà
nella loro missione di
collaboratori,
annunciatori e testimoni
fedeli e coraggiosi
della Sua risurrezione,
quale manifestazione
della Gloria di Dio, “a
Gerusalemme, in tutta la
Giudea e la Samaria, e
fino ai confini della
terra” (At 1,8).
Salendo al Padre,
il Risorto, ‘alzate
le mani, li benedisse’,
come hanno fatto i
Patriarchi, quando si
dovevano congedare dalle
loro amate famiglie, dal
loro popolo (cfr Gen.
49; Dt. 33).
Egli, però, non si
separa da loro, non li
abbandona, ma instaura
una nuova Sua
relazione e una
nuova Sua presenza
mediante il dono dello
Spirito Santo, che
inaugura il Tempo
della Chiesa,
dell’attesa della Sua
gloriosa Venuta, durante
la quale, il Signore
risorto e glorificato
(Kyrios), continuerà ad
essere presente tra i
Suoi e ad agire nei
Suoi, attraverso il Suo
Spirito. Perciò, il
Mistero dell’Ascensione
non può ispirare
tristezze o smarrimenti,
ma fa sgorgare solo
intima festa di gioia,
feconda di speranza
efficace, perché è il
compimento del Disegno
salvifico di Dio
realizzato dal Cristo
Gesù, che, ora, è fatto
entrare nella Sua
Gloria, dopo aver
inaugurato il Tempo
della Chiesa, più
esattamente, il Tempo
dello Spirito.
Noi, resi,
ora, idonei e capaci
dallo Spirito di vivere
con i ‘piedi a terra’,
il cuore libero dalle
false speranze del mondo
e lo sguardo tutto fisso
al cielo, dov’è assiso
il nostro grande
Sacerdote e Redentore,
manteniamo viva la
speranza del Suo
ritorno, accostandoci
sempre più a Lui con
cuore sincero e nella
Sua verità.
Cuore della
Celebrazione, dunque, è
la Gioia dei discepoli
per un Evento che rivela
Gesù Risorto come il
Signore - Kyrios
e ne fa il punto di
riferimento assoluto
della loro esistenza e
l’inizio della loro
missione. È questo,
infatti, il ‘tempo della
Chiesa’ in cui, ricevuta
la forza dello Spirito,
questi saranno testimoni
del Risorto per tutta la
terra.
Ultimo aggiornamento 28/05/2022 - 08:17
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