Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

4a Domenica di Pasqua, 8 Maggio 2022

Agnello immolato e Pastore universale
Cristo-Agnello è stato immolato perché tutti abbiano la vita. Egli, eterno ed amabile Buon Pastore vuole fare di noi un solo gregge, non costretto, non sottomesso, non chiuso, accogliente e non escludente, popolo libero, aperto e docile nell’ascolto e disposto a lasciarsi condurre, ‘dipendente’ solo per amore, gioioso e fedele nella sequela perseverante e costante.
Il Pastore
è vicino ed è in mezzo al Suo gregge, ma, desidera, ardentemente e con amore, di raccogliere per il Padre, che “vuole che tutti gli uomini siano salvi”, tutte le altre pecore disperse e che non sono ancora del Suo ovile. Per questo, è stato mandato dal Padre Suo e per questo ha dato la Sua vita sulla croce: perché tutti siano ‘una cosa sola’, come il Figlio lo è con il Padre, e che tutti siano riuniti in un solo ovile, in un solo gregge con un solo Pastore! (Prima Lettura e Vangelo).
Il Salmo
ci fa riconoscere e acclamare Dio come unico Signore, “che ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo”.  “Il suo amore è per sempre” e la sua salvezza è “per tutti noi della terra”, resi suo popolo, gregge che egli guida!
L’Agnello immolato
, vincitore del peccato e della morte, ha davanti al Suo trono “una moltitudine immensa” di salvati, provenienti “da ogni nazione, tribù, popolo e lingua”, tutti “avvolti in vesti candide”, lavate dal Suo sangue, e con in mano “rami di palma”, in segno di vittoria e di salvezza dell’Agnello immolato e risorto che “sta in mezzo al trono, sarà il loro Pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita”. Questa salvezza è universale e totale! È per tutti, abbraccia tutti, perché l’Agnello-Pastore è di tutti e a tutti offre la “vita eterna” (seconda Lettura).  
Il Pastore
nella Bibbia è colui che guida con conoscenza, conduce con sicurezza, nutre con amore le sue pecore e provvede che sia e rimanga unito e lo difende da pericoli mortali. Le conosce tutte e personalmente, ad una ad una (non sono massa anonima!) e non solo si preoccupa, ma si occupa personalmente di ciascuna di esse. Nell’A.T. Dio viene chiamato spesso ‘Pastore’ del Suo popolo (quindi, del Suo ‘gregge’). Anche nel N.T., Gesù dice di Se stesso: “Io sono il Buon Pastore”, quindi, noi che lo seguiamo, dopo aver ascoltato la Sua voce, siamo Suo gregge e Sue pecore che Egli ‘conduce e guida alle fonti delle acque vive della vita eterna’.
L’uomo di oggi
, più avvilito e frustrato che mai dalla insensata guerra, dal fiume di sangue che continua a scorrere sempre più abbondante di un giorno, segno della cruda follia e brutalità della vita, si sente solo e svuotato come persona, senza meta né scopo, contro tutti e tutto, abbandonato, triste e incattivito, desolato e confuso come pecora senza più pastore!
Con Gesù, Agnello e Pastore,
tutto può cambiare: Egli “ci conosce” e vuole instaurare con ciascuno di noi rapporti personali di conoscenza e di amore. Con Lui come guida, i credenti “non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello sarà il loro Pastore e li guiderà alle fonti della vita, e Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi”.
Gesù, Buon Pastore
, dà la Sua vita per le pecore del gregge, che il Padre gli ha donato-affidato e queste ‘non andranno perdute in eterno’ perché nessuno può strapparle dalla mano Sua e né dalla mano del Padre, con il Quale Egli “è una cosa sola”.
Il Vangelo del Buon Pastore
e Agnello immolato continua a radunarci e chiamarci a far parte del Suo gregge, perché, ascoltando la Sua voce e seguendo le Sue orme e i Suoi passi, Egli vuole guidarci e condurci “alle fonti delle acque della vita".

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Ultimo aggiornamento 07/05/2022 - 08:33

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