Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
5a Domenica di Quaresima, 3 Aprile 2022
Dio in Gesù cristo risorto apre una nuova via e scrive una nuova legge, quella dell’amore e della misericordia
Domenica della Speranza
Gesù
non è venuto per
‘annotare’ i nostri
peccati, ma a perdonarli
e ad aiutarci ad entrare
nel cuore della nuova
Legge che è la
misericordia di Dio il
Quale “si getta dietro
le spalle i nostri
peccati” (Is 38,17).
Egli è venuto ed è stato
mandato a riscattarci
dalla schiavitù del
peccato e a ri-condurci
all’abbraccio tenero del
Padre! È venuto “per
salvare e non per
condannare”.
Domenica scorsa,
nella Parabola del
Figliol Prodigo (Lc
15), la Parola Vivente
ha rivelato che la
misericordia di Dio
Padre è senza limiti nel
perdonare e convertire.
Questo modo di agire di
Dio urta sempre i
‘moralisti di turno’
che, come il figlio
maggiore, pensano che
servire Dio sia una
questione di opere
buone, alle quali deve
corrispondere
necessariamente un
riconoscimento, una
retribuzione, una
ricompensa pretesa e
dovuta. Tutti gli altri
che non fanno come loro
e non compiono come loro
le stesse opere, non
solo non meritano
ricompensa, ma devono
essere condannati a
castighi e pene
punitive, compensative,
da contrappasso e
distruttive. Gesù, oggi,
vuole calmarci un po’ e
metterci tutti davanti
al nostro peccato
quotidiano! Egli non si
erge a giudice che
condanna e punisce, ma
come medico che vuole
cambiare la nostra
esistenza con un farmaco
infallibile, senza
alcuna
controindicazione, ad
alta e sicura efficacia,
che si chiama Perdono!
Il vero peccato
- ci rivela Gesù, oggi -
è il giudicare con
livore e cattiveria, il
presumere ipocritamente
di essere senza peccato,
è la disperazione, la
sfiducia, il non credere
che Dio possa
accoglierci al di là del
nostro peccato,
l’incapacità, in
definitiva, di fidarsi
dell’amore di Dio (Vangelo).
Ciro, un pagano, serve
al Signore per liberare
il Suo popolo esiliato
immettendolo in un nuovo
Esodo, attraverso una
nuova strada in un
deserto, irrigato da
fiumi, per dissetare
terra, animali, popolo
eletto, ‘plasmato’ per
celebrare le lodi del
Signore (Prima
Lettura).
Paolo,
dichiarandosi ‘il
conquistato e il sedotto
da Cristo, ci parla del
suo incontro
trasformante con Lui.
Come Paolo, il
Cristiano, è colui che
continua ad essere in
corsa, perché, anche
se già è stato
‘afferrato da Cristo’,
la mèta-perfezione
non è stata ancora
raggiunta! Perciò, con
fiducia e
perseveranza, ognuno di
Noi deve continuare
a correre verso l’ultimo
traguardo, a
ricevere il ‘premio che
Dio ci chiama a ricevere
lassù, in Cristo Gesù’.
(Seconda Lettura).
Noi Cristiani,
stiamo correndo verso la
mèta, alla quale Dio ci
chiama, per farci dono
di essere resi partecipi
della Risurrezione del
Figlio Suo Gesù Cristo?
La nostra corsa
conduce alla Sua mèta o
alle nostre
‘spazzature’? I nostri ‘guadagni’
sono finalizzati ‘a
guadagnare Cristo e ad
essere trovati in Lui’?
Siamo attirati e
afferrati da Cristo
Risorto o da chi o da
cosa? Stiamo correndo
verso la vita e
risurrezione o verso la
morte? Ci stiamo
impegnando a correre o
restiamo immobili e
apatici?
Tutta la vita del
Cristiano,
perciò, deve protendere
alla mèta, che
è la Risurrezione,
per accoglierLa in dono
e riceverLa da Chi è
stato conquistato e
chiamato: Cristo Gesù
(vv 12-14).
‘Và
e non peccare più!
La Donna
peccatrice non ha
incontrato un giudice,
ma Colui che il Padre ha
mandato ‘non per
condannare il mondo
perché il mondo si salvi
per mezzo di Lui’
(Gv 3,17): l’ha salvata
dai suoi pronti astiosi
lapidatori, già, con le
pietre appuntite in
mano! L’ha liberata dal
suo peccato e le ha
ridato la gioia e la
grazia di una vita
pienamente rinnovata e,
perciò, libera e felice!
‘Và
e non peccare più’,
Donna! Riprenditi in
mano la tua vita, perché
anche tu, sei chiamata e
sei capace di amare e
perdonare. E questo Io
ti chiedo di fare.
Ultimo aggiornamento 02/04/2022 - 08:00
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