Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

2a Domenica di Quaresima, 13 Marzo 2022

Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore
Abramo è invitato a guardare il cielo, poi, vede nel buio il fuoco del Signore. Dio si rivela e si rivolge ad Abramo per promettergli la discendenza e la terra e chiedergli di vivere nella fiducia e nella fedeltà il nuovo rapporto nell’Alleanza unica che gli cambierà per sempre la vita e l’esistenza. Dinanzi a tanto amore e intraprendenza divina, Abramo coglie, sì, la Sua ‘vicinanza’, ma anche la Sua ‘distanza’, in cui egli rimane per la sua creaturalità e ne sono indizi palesi il suo torpore, la sua paura, il suo terrore e la sua oscurità! Il Signore Dio si manifesta ad Abramo per offrirgli un patto/rapporto di Alleanza e per suggellare, così, le Sue promesse di una discendenza numerosa quanto le stelle del cielo e di una terra feconda di frutti e di libertà.
Nel Salmo tutti noi e ciascuno di noi, con l’orante, cerchiamo il volto del Signore, perché desideriamo contemplarLo e illuminarci della Sua luce.
Paolo
, nella seconda Lettura, proclama che la potenza di Dio si è manifestata nella Risurrezione del Figlio, Signore e Salvatore e, perciò, invita i cristiani a rimanere ‘saldi nel Signore’, sapendo di avere la vera patria e cittadinanza nei cieli, dopo che questo nostro ‘misero corpo’ sarà ‘trasfigurato e conformato’ al Suo corpo glorioso. L’Apostolo Paolo esorta i fratelli a ‘guardare’, riconoscere e imitare quelli che si comportano ‘da amici’ di Cristo crocifisso, come egli stesso ne ha dato l’esempio, ‘per rimanere in questo modo saldi nel Signore’.
Ogni cristiano
credente della sua Comunità, dunque, è esortato dall’Apostolo, quale suo ‘fratello carissimo, sua gioia e sua corona’, a fare ogni giorno la radicale scelta di imitare Cristo crocifisso e risorto, per rimanere saldi in questa fede e rinunciare radicalmente a tutto ciò che tiene l’uomo imprigionato e schiavo, quelle cose terrene e carnali di cui, non solo non possiamo vantarci né gloriarci, ma dobbiamo ‘vergognarci’, pentirci e convertirci!
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli
(v 20a), dichiara l’Apostolo, che aveva già loro scritto ‘comportatevi da cittadini degni del Vangelo’ (Fil. 1,27), quella ‘cittadinanza’ nuova e unica, inestimabile e vera, definitiva ed eterna ‘è in cielo, è quella che si ha in Cristo Gesù, Salvatore e Signore, ‘il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose’ (vv 20b-21).
Nel Vangelo
la gloria di Dio si rivela sul volto trasfigurato di Gesù, prima di rivelarsi compiutamente nella Sua risurrezione, dopo la prova e il passaggio doloroso della passione e morte, nel Suo ‘esodo’ da compiersi a Gerusalemme. Il Mistero della ‘Trasfigurazione’ vuole rispondere agli interrogativi sull’Identità di Gesù, anche se ha una funzione di consolazione e d’incoraggiamento per i Suoi discepoli, impauriti e disorientati per la prospettiva della Passione e Morte in croce, annunciata da Gesù e delle condizioni richieste ai Suoi che vogliono seguirlo.
Nel ‘cammino verso Gerusalemme, ai tre discepoli viene offerto un anticipo di gloria di Gesù, mentre era in preghiera. A trasformare, dunque, di gloria e di luminosità divina, non c’è alcun dubbio, è la relazione filiale e intima con il Padre Suo, attraverso la preghiera. È la Voce del Padre, dunque, ad affermare e dichiarare, l’Identità di Gesù: è Suo Figlio e ne afferma la Sua preesistenza e certifica che solo in Lui possiamo incontrarLo, conoscerLo e amarLo! Perciò “Ascoltatelo” diviene l’imperativo assoluto che comanda di  ascoltare il Figlio per ascoltare il Padre, e obbedirGli se voglio obbedire a Dio.
Oggi, oltre la Domenica della Rivelazione ‘dell’altro volto’ del Figlio dell’uomo, è anche la Domenica dell’Ascolto della Parola, guidata e riecheggiante dall’appello urgente, che proviene dalla nube e che deve raggiungere ciascuno di noi, la Voce del Padre: ‘Questi è il Figlio mio, l’eletto;  ascoltatelo!’
Anche Noi veniamo condotti, in compagnia di Pietro, Giovanni e Giacomo ed assieme, soprattutto, a Gesù, su un monte, chiamati per un evento che vuole anticiparci la contemplazione della gloria della Croce, che, ora, risplende sul volto di Gesù ‘in preghiera’.
La Voce
del Padre è chiara e, perciò, inequivocabile: il Figlio Suo, deve essere ascoltato in tutte le Sue Parole e deve essere seguito sulla Sua strada, che è la via della croce. La Sua Parola, dunque, è il passaggio obbligato per tutti coloro che desiderano entrare in intima comunione con il Figlio per conoscere e relazionarsi al Padre.

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Ultimo aggiornamento 12/03/2022 - 08:21

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