Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

2a Domenica ordinaria, 16 Gennaio 2022

Beati gli invitati alle nozze dell'Agnello
Dio rimane sempre fedele alla Sua Alleanza con il Suo popolo, e, nonostante, le sue reiterate infedeltà, Egli mai lo ha abbandonato e sempre gli ha garantito la Sua presenza di amore fedele e sponsale. Questa Alleanza, che indica la relazione di fedeltà tra Dio e il Suo popolo, è continuamente rinnovata da Dio, nella Storia della Salvezza fino a compiersi, pienamente e definitivamente, in Gesù di Nazareth, Figlio Suo l’Amato e Suo pieno compiacimento, Sposo escatologico dell’intera Umanità, alla quale, per mezzo di Lui, il Padre dona redenzione e salvezza.
Nella prima Lettura
, Isaia, nel suo annuncio profetico, vede sorgere l’aurora della giustizia per Sion e risplendere di luce di salvezza Gerusalemme, perché il Signore Dio farà ritornare da lei i figli esiliati, a lei darà un nome nuovo, la farà diventare ‘magnifica corona nelle Sue mani e diadema regale nella Sua palma’ e la sua terra non sarà chiamata più Devastata e Abbandonata, ma ‘Sua Gioia e Sua terra Sposata’, sarà la Sua delizia e per Lei il suo Dio gioirà come lo sposo per la sua sposa. Nel suo Oracolo messianico, Isaia, per far giungere al cuore dei figli di Sion l’annuncio di gioia incontenibile per la fedeltà e l’amore che Dio nutre per loro ricorre a immagini cariche di luce di speranza e di salvezza. Deve gioire Gerusalemme di gioia grande, perché i suoi figli ‘la sposeranno’, come un giovane sposa una vergine, e Dio l’ama così tanto da gioire per lei, così come gioisce lo sposo per la sua sposa! Il breve testo liturgico è una vera e propria dichiarazione di amore per il suo popolo (Sion-Gerusalemme), che neanche le sue infedeltà e i suoi tradimenti, potranno fermare e bloccare. Anche il Salmo invita tutti i popoli della terra a cantare la gloria del Signore che è Re universale ed accogliere il suo Amore che è da sempre e per sempre, e vuole raggiungerci per salvarci tutti.
L’Apostolo
, nella seconda Lettura, ai Cristiani di Corinto, lacerati dalle divisioni interne e da contrapposizioni tra le diverse fazioni (io sono di Paolo, io di Apollo, io di Cefa), vuole fare comprendere loro che i doni dello Spirito, non possono essere esercitati per ambizioni autoreferenziali e tornaconti personali, né debbono essere causa di lotte e divisioni interne, perché sono stati elargiti a ciascuno, affinché, nella ricchezza della loro diversità, sia edificata, seguendo lo Spirito, la Comunità, secondo il Suo volere, nell’unità, carità e comunione fraterna.
Paolo,
con il suo amore paterno, cerca di mettere in guardia i Cristiani della Comunità, da Lui fondata, dalle divisioni, rivalità, gelosie, invidie, contrapposizioni e lotte interne, e scrive loro per far scoprire la ricchezza efficace della diversità, dei doni, che lo Spirito ha elargito a tutti, affidando e donando a ciascuno ‘una manifestazione particolare’ per edificare la Comunità nella comunione e nella fraternità, ricercando e perseguendo sempre il bene comune.
Il Vangelo
, propone la terza epifania – manifestazione dell’Identità e Missione di Gesù, quale Sposo messianico che ristabilisce definitivamente, cambiando l’acqua in vino, durante una festa nuziale, la Nuova Alleanza tra Dio e l’Umanità. A Cana Gesù compie il ‘primo segno’ che, va oltre alla sua dimensione simbolica, nel ripristinare la gioia della festa, nel vino ‘più buono’ di quello servito prima, realizzando e compiendo la piena adesione di fede dei discepoli, i quali visto quel segno, ‘credettero in Lui’.
A Cana, Gesù
, mutando ‘l’acqua in vino’, ridona la gioia della festa nuziale agli sposi e a tutti i commensali, fa felice la Madre, che ha ispirato la fiducia in Lui nei servitori, che hanno eseguito tutto ciò che Egli ha loro detto, ha sbalordito il Maestro del banchetto e ha indotto i suoi Discepoli a credere in Lui. In questo ‘principio dei segni’, che Giovanni ci scrive perché possiamo credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e, perché, credendo, possiamo ricevere la vita nel Suo nome (Gv 21,31), Egli si rivela Sposo dell’Umanità peccatrice da redimere e salvare e annuncia, nel segno dell’acqua trasformata in vino, che l’Ora della Nuova Alleanza e delle Nozze con Dio è giunta ed ha inizio in/con/per la Sua Persona, lo Sposo atteso, il Messia, venuto a cambiare, rinnovare e ricreare la nostra vita, affogata nel mare delle acque del peccato, in grazia di salvezza, nel Suo sangue versato nell’Ora della croce, quando Egli manifesterà pienamente la gloria di Dio e l’amore infinito dello Sposo per tutte le Sue creature, nel vino eccellente delle nozze che è il Suo Sangue versato per salvare tutti noi.
Il ‘primo segno’
dell’acqua fatta ‘diventare’ vino ‘più buono’ e ‘più bello’, durante uno Sposalizio a Cana di Galilea, al quale partecipavano Gesù, la Madre e i Suoi discepoli a condividere la gioia di quegli sposi, è riportato solo da Giovanni, quale ‘principio-inizio’ degli altri segni e rivelazione della Identità e Missione di Gesù di Nazareth, quale Sposo messianico, venuto a ristabilire l’Alleanza nuova e definitiva tra Dio-Creatore e l’uomo, Sua creatura, dopo che, nel Natale si è manifestato vero Uomo ‘nato da donna’, per opera dello Spirito Santo, nell’Epifania, Salvatore di tutti gli uomini e, nel Battesimo, in fila con i peccatori, è rivelato e proclamato da Dio, Suo Figlio, l’Amato.

Fai clic qui per la meditazione integrale dell'Omelia
Ultimo aggiornamento 15/012022 - 08:41

indirizzo email
posta@vivodiparoladidio.it