Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

3a Domenica d'Avvento, 12 Dicembre 2021

E noi che cosa dobbiare fare?
Questa domanda la possiamo porre, se siamo disposti a lasciarci convertire, accogliere ed eseguire fedelmente la risposta che ci dona questa Parola che richiede una radicale metanoia, cambiamento di mente e di cuore, per aprire finalmente i nostri orecchi e i nostri occhi e liberarci dalle nostre sordità e dalle nostre cecità. Questa conversione che ci apre alla gioia e ci dona pace, frutto dello Spirito Santo, dal quale dobbiamo lasciarci condurre nell’ascolto e nella nostra efficace risposta, affinché questa Parola di vita nuova e di amore si compia in tutti noi e in ciascuno di noi.
Che cosa dobbiamo fare?
Convertitevi, attraverso gesti di condivisione, giustizia e fratellanza universale, alla vera e piena gioia, che la dona il Signore Dio, Salvatore potente, nella Sua presenza di amore e di salvezza (prima e seconda Lettura e Salmo). Giovanni, preparando la via del Signore, rispondendo alle tre categorie che gli chiedono ‘cosa si deve fare’ per ricevere il Battesimo di penitenza-conversione, detta la condizione necessaria per un radicale cambiamento di vita nei comportamenti iniqui e disonesti, avidi e famelici, in impegni concreti ed efficaci di condivisione dei beni, creati e destinati a tutti, nella giustizia, solidarietà e fratellanza universale, per accogliere Colui che viene, che è più grande di lui: l’Agnello di Dio che viene a togliere i peccati del mondo (Vangelo).
Conversione
concreta, dunque, è quella aperta alla condivisione dei beni con i bisognosi attraverso la liberazione della schiavitù dell’avere e possedere sempre di più, tentazione attuale, la schiavitù al dio denaro che ci induce ad una vita disonesta, ingiusta, vuota, senza senso, senza amore e senza gioia. La gioia vera e duratura viene dall’alto, sgorga dal Vangelo, che è Cristo Gesù, che è venuto, verrà e viene e ci cammina accanto ed è vicino a ciascuno di noi per darci il Suo amore e la Sua pace e gioisce per la nostra gioia.
La gioia del dono della conversione
alla solidarietà e condivisione, soprattutto, con i fratelli bisognosi e poveri (cibo-vestito), da una vita disonesta, disordinata, violenta e di soprusi ai danni degi altri, approfittando della propria posizione e potere (Vangelo). La vera gioia non finisce e non può finire mai, perché sgorga ed è radicata nel Cristo pasquale ed è frutto dello Spirito Santo. Non elimina le prove e le sofferenze, ma dona la forza necessaria per resistere nella certezza che Dio è sempre vicino e mai ci abbandona e provvederà a liberarci e a salvarci.
Così, nelle angustie inevitabili
e nelle sofferenze umanamente insopportabili, chi ha nel cuore la certezza che ‘Il Signore è vicino’, è nel nostro cuore, nulla potrà e dovrà temere e nulla potrà angustiarlo e fargli perdere quella pace, dono dello Spirito Santo, insieme a quella gioia, che si compiono nella amabilità, qualificata, nella pazienza, nella affabilità, nella comprensione, mansuetudine, mitezza e amore verso tutti! Chi si lascia guidare dallo Spirito Santo vive del ‘Suo frutto: carità, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé’ (Gal 5,22-23).
La ragione e la fonte della gioia dei figli di Sion è l’agire misericordioso del Signore Dio che dimentica le loro infedeltà e idolatrie e revoca la loro condanna e fa ritorno in mezzo a loro, quale ‘Salvatore potente’, a rinnovarli con il Suo amore e ridonare loro gioia, fino ad esultare Egli stesso per loro con ‘grida di gioia’. Anche Paolo, che vive una situazione di grande sofferenza, rivela, scrivendo ai suoi di Filippi che subiscono persecuzioni, la ragione e il fondamento del suo ripetuto invito a rallegrarsi e a gioire: ‘Il Signore è vicino’, assicurando loro che la pace di Dio, custodirà i loro cuori e le loro menti in Cristo Gesù’.
La gioia ti viene dal Signore
, che viene ad accendere in noi questa nuova Luce e ci dona possibilità di ricevere e capacità di donare pace, amabilità bontà, amicizia, fiducia! È Gesù che è venuto viene e verrà, perché ci ha amato, ci ama e ci amerà, la nostra vera gioia e pace. Uniti a Lui saremo liberati da paure, ansie, affanni e depressioni, ci apre e traccia per noi sentieri di amore e condivisione fraterna e la sua efficace e reale presenza ci dona la forza e il coraggio di superare e vincere ogni ostacolo e tutte le prove che la storia e la vita ci riserva.
La Domenica della Gioia!
Ogni Domenica genera e ravviva, aumentandola sempre più, la gioia, quella che ci vien dall’alto quando ci doniamo e diventiamo capaci di comunicarla, facendola sgorgare da un cuore amabile.
La terza lampada
dell’Avvento è la gioia che reca il lieto annunzio: La mia gioia è Gesù! Gioia, allora, non una semplice parola, ma un nuovo programma per la mia vita! Un nuovo indirizzo, una nuova finalità, un nuovo modo per un’esistenza di vera gioia e di vera pace!
La lampada arde
e, solo consumandosi, rischiara! A tal fine la mia esistenza deve ardere e consumarsi per amore nell’amabilità verso tutti, nella gioia frutto e dono dello Spirito Santo e che richiede la mia collaborazione e la mia disponibilità ad accogliere ed essere portatore della ‘pace di Dio che custodirà i nostri cuori e le nostre menti in Cristo Gesù’. Perciò, Fratelli, “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti!"

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Ultimo aggiornamento 11/12/2021 - 11:23

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