Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

33a Domenica Ordinaria, 14 Novembre 2021

Cristo Gesù verrà, con grande potenza e Gloria, a radunare i suoi Eletti
La Parola di Gesù di oggi, nel suo linguaggio ‘escatologico’ ed ‘apocalittico’, non vuole annunciare minacce o castighi, vendette e angoscioso catastrofismo, ma è fonte di conforto e di consolazione nel ‘travaglio’ di un parto di vita nuova e risuona come forte richiamo alla vigilanza, discernimento e operosità, nell’attesa del Figlio dell’uomo che ‘verrà a radunare i Suoi eletti’ e vuole insegnarci a saper leggere e riconoscere, in tutte le tribolazioni e situazioni umanamente impossibili, i segni della Sua presenza salvifica. Gesù, con le Sue parole, ‘che non passeranno’, vuole, dunque, infondere fiducia e speranza in tutti Noi che lo dobbiamo attendere nella fede perseverante e operosa.
Dobbiamo imparare
a saper attendere e andare incontro al Figlio dell’uomo, Cristo Gesù, che ‘manderà i Suoi angeli e radunerà tutti i Suoi eletti’, dalla Parabola della pianta del fico per riconoscere quando ‘Egli è vicino, è alle porte’ ed essere pronti ad aprirGli subito, appena Egli arriva e bussa! (Lc 12,36). Inoltre, siamo tutti ammoniti, avvertiti e, perciò, invitati seriamente ad essere sempre più vigilanti nel saper discernere ogni cosa e ogni avvenimento ‘catastrofico’, con sapienza e imparare a sapere attendere il Giorno del Signore, in cui Egli rivelerà la Sua giustizia d’amore, nella piena fiducia, operosa perseveranza e nella certezza che tutto passerà, ma queste Sue Parole ‘non passeranno’.
La Venuta del Signore
è annuncio di salvezza nel Figlio dell’uomo, Cristo Gesù, fattosi uno di noi ed è vissuto, morto e risorto per la nostra redenzione e salvezza eterna. Il giorno della Sua venuta non è evento catastrofico, distruttivo e punitivo, ma Egli ‘verrà a radunare i Suoi eletti’, e questo, deve generare speranza, non paura ed angoscia per il futuro e deve spingerci, di giorno in giorno, a vigilare e ad operare in modo tale da essere trovati ‘Suoi eletti’, cioè, Suoi discepoli fedeli e vigilanti, coerenti e perseveranti! Infatti, ‘l’ultimo giorno’ è il Giorno di Cristo Risorto, giorno in cui tutto il male, il disordine, il peccato e la morte stessa saranno distrutti per sempre! È il Giorno del Signore nel quale tutti gli Eletti saranno riuniti ‘presso’ Dio, nostro Padre, per una comunione piena e definitiva, dal Figlio Risorto, che li rende, in forza dello Spirito di vita, partecipi di una incorruttibilità eterna (Vangelo, prima Lettura e Salmo). Nessuna paura, dunque, ma tanta speranza per il Futuro eterno e beato, già garantito dall’Evento della Risurrezione di Gesù Cristo, che con la Sua morte ci ha liberati dal peccato e ci ha resi ‘perfetti’ e ‘santificati’, ed, ora, glorioso e potente Signore, ‘si è assiso per sempre alla destra di Dio’ (seconda Lettura).
La Liturgia di oggi
ci avvia alla conclusione dell’Anno Liturgico, e a ognuno di noi, se veramente vuole diventare Suo discepolo credente e vuole fare della sua vita terrena, un dono agli altri ed essere, così, trovato ‘figlio eletto’ alla venuta del Figlio dell’uomo, ci pone grandi domande esistenziali fondamentali: Chi sono? Donde vengo? Verso chi o cosa sto andando? Che senso dono a questa mia vita e in quale direzione và? Le risposte le offre solo il Redentore nostro Gesù Cristo nel Suo Vangelo di Parole di verità e di vita ‘che non passeranno’ e ci dicono tutta la verità su di noi, sul mondo, sulle nostre origini, sul nostro presente e sul nostro futuro.
È vero, anche, che dobbiamo interrogarci su ‘quei giorni’, ma per farlo seriamente dobbiamo ammettere che, in realtà, il nostro vero problema non è ‘in quel tempo’ o ‘quel giorno’ (Dies ille, dies irae!), ma il vero e grave dramma sono ‘questi nostri giorni’, perché non prendiamo sul serio queste ‘Parole che non passeranno’ e, di conseguenza, non orientiamo la nostra vita a ‘quel giorno’, in cui il Figlio dell’uomo verrà a radunarci quali ‘Suoi eletti’!
La vera catastrofe
è il ‘nostro oggi’, distaccato e sganciato dall’eternità di Dio. Oggi, infatti, si muore, non perché Dio si vendica di noi, figli ingrati e infedeli, ma perché noi ci odiamo, invece di amarci gli uni gli altri, come ci ama Lui! Nel nostro ‘oggi’, si muore, non perché Dio ha decretato dal cielo la fine della terra e del mondo, ma perché, qui in terra, deliberiamo la fine della vita umana, il disastro ecologico, producendo, per il dio denaro, veleni sulla terra, il nostro sterminio con le armi, con la guerra, con l’aborto, con lo scandalo della fame, con l’inquinamento, con il flagello della droga!
Oggi
, si muore di sete e di fame, non perché dal cielo Dio non manda più la pioggia, ma perché qui in terra, viviamo di egoismi scellerati, abbiamo stravolto il creato, avvelenandolo e distruggendolo! L’acqua la inquiniamo, la sprechiamo, il pane non viene condiviso nella giustizia e nell’amore fraterno, la terra l’abbiamo resa arida e improduttiva per i troppi veleni seminati.
Oggi
, ci si ammala e si muore di Covid, non perché Dio non si interessa più di noi e non guarda più dal cielo la nostra terra, ma perché l’uomo dalla terra non guarda più al cielo del suo futuro eterno!

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Ultimo aggiornamento 13/11/2021 - 07:50

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