Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
27a Domenica Ordinaria, 3 Ottobre 2021
Chi non accoglie il Regno di Dio come lo accoglie un bambino non entrerà in esso
La
Verità rivelata
da Gesù sull’accoglienza
del Regno di Dio come
l’accoglie un bambino,
dal cuore disponibile,
puro e, perciò, libero e
felice, comprende anche
l’accoglimento della
relazione di amore e
comunione tra Uomo e
Donna, nel Suo
Disegno originario
di amore unitivo e ‘per
sempre’.
Due le Istruzioni,
dunque, principali della
Parola di questa
Domenica: vivere il
Matrimonio come
vocazione e
missione di amore
come è stato voluto da
Dio nel Suo disegno
originario; secondo,
per entrare nel Regno
bisogna accoglierlo con
la purezza e l’umiltà e
la fiducia di un bambino
e solo chi accoglie i
bambini e diventa
come un bambino può
entrare a farne parte.
Nel Progetto originario,
l’Uomo e la Donna sono
creati da Dio per
formare ‘una carne
unica’ nell’amore
reciproco che li unisce
in un vincolo
indissolubile e ‘per
sempre’ nella
vocazione e
missione di
generare, con la Sua
grazia, nuove creature (prima
Lettura). Cristo
Gesù, con la Sua
incarnazione, morte e
risurrezione si è fatto
Fratello di
tutti Noi e ci ha
redenti e resi
realmente figli di Dio (seconda
Lettura).
Il Maestro Gesù,
nel Vangelo, ci riporta
al Progetto originale
del Creatore sul
Matrimonio e ci ricorda
che l’Uomo e la Donna
sono stati creati e sono
chiamati a formare ed
essere ‘carne unica’ e
‘per sempre’ e che
l’uomo non può dividere,
in alcuno modo, ciò che
Egli ha unito dal
principio, e che rimane
tale e quale
è stato voluto e creato,
anche davanti a leggi
compiacenti e
disposizioni mondane,
che sgorgano da cuori
induriti, pervertiti e
corrotti.
Il Disegno originario
di amore di Dio, che
trova piena e definitiva
spiegazione e attuazione
in Gesù Cristo, si
adempie nella fedele e
totale comunione di vita
tra Uomo e Donna, e va
accolto e vissuto con il
cuore trasparente dei
bambini che, con
semplicità e libertà,
vanno incontro a Gesù
che li accoglie, li
abbraccia, ‘li
benedice, imponendo le
mani su di loro’ e
li pone come esempio da
seguire per accogliere
il Regno ed entrare a
farne parte’. Inoltre,
l’amore coniugale,
unitivo, procreativo e
indissolubile, come
tutti gli altri stati di
vita, va realizzato nel
dono di sé e deve essere
vissuto come missione e
risposta alla vocazione
a seguire Gesù, sulla
via della totale
oblatività, cioè,
percorrere la via della
croce quotidiana, con
amore e per amore, per
poter accogliere ed
entrare nel Regno di
Dio.
La Parola di questa
Domenica ci
rivela e vuole
coinvolgerci nel Disegno
di Dio che riguarda
l’infinita bellezza e
profondità della
vocazione all’amore
coniugale, unitivo e
procreativo, che si
realizza nel Matrimonio,
vissuto nella sua
relazione armonica e
nella fedeltà alla
Volontà originaria del
Creatore: ‘i Due
saranno una carne unica’.
Ma solo chi si fa
bambino, dal cuore
semplice, umile e sempre
disponibile, può,
accogliere e
vivere questo
meraviglioso Disegno di
amore e comunione di
Dio. L’uomo, dal
‘cuore’ indurito,
cocciuto, irrigidito e
‘sclerotico’ e, perciò,
incapace di accogliere,
di accettare, di
sostenere, di sopportare
e di perdonare, sempre,
cercherà, in qualunque
modo, altri falsi
aggiustamenti e comodi e
carnali compromessi, ma,
mai potrà sostituire,
cancellare il Disegno
originario di Dio e mai,
potrà e dovrà tentare di
‘dividere quello che
Dio ha congiunto’.
Noi,
che diciamo
di voler ascoltare il
Maestro Gesù e da Lui di
volerci fare istruire,
insieme con il Regno di
Dio, ora, possiamo
comprendere come
accogliere il nuovo
sorprendente e
rivoluzionario Suo
insegnamento sul
Matrimonio e sulla
questione dell’adulterio
e del ripudio,
solo se ci lasciamo
convertire dalla nostra
durezza del cuore per
ritornare ad essere
bambini puri, docili,
semplici e disponibili e
ci lasciamo amare da Dio
come i bambini si
lasciano amare e guidare
da mamma e papà.
Il Pastore,
l’evangelizzatore, il
confessore, il padre
spirituale e il
cristiano devono
comprendere che ogni
Matrimonio fallito e
spezzato è un dramma
prima di tutto per
ognuno dei due
contraenti, per i figli
e per tutta la comunità
fraterna, che deve
essere materna più che
mai nel capire e
nel voler alleviare la
loro muta sofferenza.
La separazione e la
rottura di un
rapporto relazionale,
infatti, è sempre uno
strappo atroce, una
mutilazione violenta, un
lutto, un dramma
sconvolgente e
inquietante! Il Vangelo,
allora, è balsamo e
medicina, non possiamo
usarlo come lama che
allarga e fa sanguinare
ancora di più la piaga.
Il Vangelo, che è Gesù,
mai ci ha dichiarato
falliti, perduti,
condannati
definitivamente, ma ci
offre sempre la luce che
illumina, la grazia che
ci apre alla
conversione, la forza e
la fiducia per rialzarci
e riprendere il cammino
e il coraggio e la gioia
di credere che Dio vuole
la nostra salvezza non
la nostra perdizione, la
vita vera e non la
morte.
Ultimo aggiornamento 02/10/2021 - 08:32
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