Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

23a Domenica Ordinaria, 5 Settembre 2021

Effatà, Apriti!
Questa Parola è rivolta oggi ai nostri cuori smarriti di fronte a questa pandemia e contristati anche dalla creazione, che abbiamo desertificato e reso ‘terra bruciata’ e ‘suolo riarso’ con i nostri vizi e malvagità. Perciò, quel ‘Coraggio! Non temete! Ecco il vostro Dio viene a salvarvi’, deve scuoterci dal profondo di Noi stessi, riconvertirci al Suo amore, lasciarci aprire gli occhi per avere la Sua luce e seguirla, dischiudere gli orecchi per ascoltarLo e lasciarci rimettere in cammino verso una vita nuova che porta alla Salvezza e alla restituzione di tutta la bellezza del Creato che abbiamo deformato e desertificato con il nostro peccato!
Agli Ebrei
esuli, deportati in Babilonia, scoraggiati, smarriti e sconsolati, lontani dalla Patria, distanti e separati dal Tempio, Isaia comunica che il loro Dio, viene a salvarli e annuncia loro il trionfo di Gerusalemme e un futuro luminoso e felice. Per mezzo del Suo messaggero, Isaia, Dio promette una ‘guarigione’ cosmica che coinvolge tutto l’uomo e tutto il creato. Agli uomini ciechi saranno aperti gli occhi per vedere, a quelli sordi saranno schiusi gli orecchi per udire e agli zoppi sarà dato di nuovo la capacità di alzarsi e rimettersi in cammino, così come l’acqua scorrerà nel deserto, torrenti attraverseranno la steppa, la terra arida diventerà sorgente di acqua viva! Tutto questo perché l’uomo guarito non può vivere in un creato malato e restare sano!
La Lettera di Giacomo, molto pratica e concreta, attraverso un esempio reale, tratto dalla vita della Comunità, invita ogni credente ad atteggiamenti fraterni corretti, che escludano ed evitino preferenze e ogni favoritismo personale. Giacomo non fa giri di parole ed afferma chiaramente: i favoritismi personali rendono la comunità sordomuta, distruggendo direttamente la fede e la grazia del Battesimo.
Uno dei criteri fondamentali, dunque, per misurare la fede di una comunità, sta nella sua disponibilità ad ascoltare e la sua idoneità a parlare, e risiede nella verifica se esistono o non esistono, al suo interno, ‘favoritismi personali’. Dio non fa preferenze di nessuno e non si presta a nessun favoritismo (Atti 10,34), soprattutto nel giudicare (cfr Rm 2,11; Ef 2,9): dunque, non è concesso al cristiano di agire diversamente!
Il Vangelo di Marco rivela il compimento della profezia di Isaia: Dio in Gesù Cristo si prende cura delle classi più svantaggiate e, perciò, dimenticate: ciechi, sordi, muti, zoppi, tutti gravemente menomati nella persona, in Lui recupereranno la loro piena umanità e dignità.
Gesù fa udire i sordi e parlare i muti: ci abilita, con la Sua grazia, a sentire e ascoltare la Sua Parola che ci relaziona con la Sua persona e con gli altri, e a saper comunicare con Lui e con tutti i fratelli. Egli realizza, nella Sua Persona e nella Sua Missione, tutte le Profezie del Primo Testamento. Nella guarigione completa del sordomuto, infatti, Gesù annuncia e proclama che la promessa della Salvezza messianica del profeta Isaia (35,6-6), inizia a compiersi nella Sua Persona. Così, per mezzo di Lui, nei Suoi gesti e nella Sua parola, si aprono gli occhi dei ciechi, si dischiudono gli orecchi dei sordi e si sciolgono i nodi della lingua dei muti in grida di gioia e canti di lode! Nella Sua Persona, con i Suoi Gesti-segni e la Sua Parola di verità e di vita, inizia la Nuova Creazione proprio in territorio pagano!
Anche Noi possiamo incappare in periodi o momenti in cui agiamo da sordomuti, irrigiditi nei nostri rapporti e bloccati nelle nostre relazioni e non riusciamo a trovare il modo per uscirne e ricominciare una nuova vita! Sordi alla Parola di verità, le impediamo che raggiunga il cuore e lo ricrea! Muti di fronte alle domande che la Parola di Dio ci pone e sordi di fronte al grido dei Poveri, afflitti e bisognosi! Così, Tutti abbiamo urgenza di essere ‘portati’ da Gesù perché ci guarisca! Solo Egli, infatti, può ‘toccarci’ là dove siamo malati e solo da Lui possiamo sentirci comandare: ‘Effatà’! Deciditi ad aprirti tutto al Mio amore e lasciati ‘toccare’, guarire e salvare! Infine, il desiderio ardente di ciascuno di noi di uscire ‘guariti’, in tutti i modi, da questa pandemia deve essere accompagnato dall’impegno comune a che nessuno sia lasciato indietro e che ci convertiamo dai nostri errori e violenze contro la natura che abbiamo reso ormai invivibile.
La nostraguarigione, perciò, non potrà mai essere completa e definitiva, se non ci prendiamo cura e ‘guariamo’ anche il Creato, che abbiamo devastato e inquinato, e in cui siamo chiamati a vivere da fratelli!

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Ultimo aggiornamento 04/09/2021 - 08:43

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