Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
18a Domenica Ordinaria, 1 Agosto 2021
Io sono il Pane della Vita: chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Dio
Padre ci dona il Pane Vivo disceso dal cielo,
il Figlio Gesù, che dà la vita al mondo e sazia la
fame e la sete dell’Umanità
Gli Israeliti
mormorano contro Mosè e Aronne e, dunque, contro
Dio, per la mancanza di cibo nel deserto e li
accusano di averli ‘fatti uscire dalla terra
dell’Egitto per farli morire di fame in quell’arido
deserto’! Il Signore Dio risponde con il dono
della manna dal cielo, confermando la Sua fedeltà e
rivelandosi loro Dio e loro Signore.
La manna,
‘fatta piovere dal cielo dal Signore, prefigurazione
eucaristica, nutre e sostiene Israele per tutto il
cammino dell’Esodo, ma non può garantire la vita
oltre la morte. Dio provvede al Suo popolo il cibo,
la manna, per sostenerlo nella fatica e nei rischi
del cammino nel deserto e per non farlo morire di
fame. Dio, nel dono della manna e delle quaglie,
vuole mettere alla prova e chiedere al Suo popolo,
ribelle e infedele, di verificare quanta fiducia
nutrono per Lui e hanno in Lui e quando si decidono
ad obbedire e seguire i Suoi comandi ed osservare la
Sua Legge e se, finalmente, Lo riconoscano come loro
unico Signore e Dio.
Nel Vangelo,
Gesù, riferendosi a questo cibo misterioso sceso dal
cielo, presenta Se stesso: ‘Io
sono il Pane della vita’, quello vero
che ‘dà la vita al mondo’. In verità in
verità vi dico: ‘voi mi cercate non perché avete
visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei
pani e vi siete saziati’: vi siete fermati alla
Moltiplicazione dei pani, senza poi,
sforzarvi di andare ‘oltre’ per leggere nel segno
dei pani il preannuncio di ‘un cibo che non
perisce’. Per di più, gli interlocutori, per
tutta risposta, gli chiedono, manifestando la loro
inguaribile incredulità, un ulteriore segno
(‘miracolo’) come garanzia della loro fede ‘in
Colui che Dio gli ha mandato’.
Il reclamare
un ‘segno’, non è affatto per ‘capire’ il ‘segno’
posto da Dio, ma è imporre a Dio il proprio punto di
vista: non Lo si cerca, ma Lo si vuole dominare!
Il vero credente,
se non vuole fare come questa folla, deve correggere
i propri passi, liberarsi dai propri idoli e dalle
false rappresentazioni del Mistero di Dio. Gesù
vuole fare capire alla gente di cercarLo
esclusivamente perché si è sfamata e di ignorare,
pertanto, l’altra fame e l’altra sete che non
possono essere saziate mai pienamente in questa vita
mortale. Il nostro cuore rischia sempre di cercare
cose che non hanno vero valore! L’insidia è reale,
quella, in pratica, di limitarsi a cercare e
desiderare e accontentarsi di ‘un cibo che perisce’
e non ‘il cibo che rimane per la vita eterna e
che il Figlio dell’uomo vi darà’.
Il Salmo,
ricordando i prodigi portentosi e ‘le azioni
gloriose del Signore’, insieme alle infedeltà
dei padri, vuole richiamare ‘i padri, i figli e
le generazioni future’ ad ‘imparare’ e ritornare
ad essere fedeli all’Alleanza. Ecco, ‘le azioni
gloriose e potenti’ del Signore, Dio dell’Esodo:
diede ordini alle nubi e aprì le porte del cielo e
fece piovere la manna per dare il cibo, il cibo che
rende forti e valorosi.
Paolo
scongiura Noi Cristiani a ‘imparare a
conoscere Cristo’, lasciandoci istruire, secondo la
verità e spogliare dall’uomo vecchio per
essere rivesti dall’uomo nuovo, creato
secondo Dio ‘nella giustizia e nella vera
santità’.
Noi, Fratelli
e Sorelle, tutti Pellegrini nel deserto della vita,
cerchiamo il Signore per accogliere la Sua Parola,
Sapienza che ci istruisce e Luce e Guida per
il nostro cammino, e per essere nutriti dal Pane
di vita, che è la Sua Persona, per non avere più
fame e credere in Lui per ‘non avere più
sete, mai’? Nulla, infatti, ci viene richiesto
in contraccambio, se non di compiere l’Opera di
Dio che è ‘Credere in Colui che Egli ha
mandato’ (Vangelo), e lasciarci istruire
‘secondo la Sua verità’, donandoci la Sua
grazia di ‘deporre l’uomo vecchio’ per ‘rivestire
l’uomo nuovo’, peri vivere ed agire ‘nella
giustizia e nella vera santità’ (seconda
Lettura).
Credere in Gesù,
nel Figlio a noi mandato, vuol dire cercare Gesù,
restarGli vicino, ascoltarLo e obbedirGli in tutto,
nella totale fedeltà e incondizionata fiducia.
Questa è l’opera di Dio!
E Tu, perché cerchi Gesù? Per ottenere
qualcosa o per diventare persona nuova? Per
opportunismo o per credere nel Figlio mandato dal
Padre?
Noi, che ci
diciamo e pensiamo di essere cristiani, nonostante
il paterno e amorevole ‘Vi scongiuro’ di
Paolo’ di duemila anni fa, continuiamo a vivere
da
‘pagani’, perché non sentiamo più la fame della
giustizia, la sete della vera santità, continuando a
sprecare, senza ritegno e responsabilità, i beni che
Dio ha creato perché tutti ne possano usufruire,
nella vera condivisone della fraternità universale,
e continuiamo, di Domenica in Domenica, a sederci
ipocritamente alla stessa Mensa, per mangiare
indegnamente il Pane della vita, dimenticando che ‘Chi
mangia il pane e beve il calice del Signore
indegnamente, mangia e beve la propria condanna’
(1 Cor 11, 29)..
Ultimo aggiornamento 31/07/2021 - 08:18
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