Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

17a Domenica Ordinaria, 25 Luglio 2021

Dove potremo comprare il pane perchè costoro abbiano da mangiare?
La domanda provocatoria di Gesù è rivolta a ciascuno di noi per farci scoprire da che parte stiamo: dalla parte del danaro per risolvere situazioni gravi, come la fame e la salute, o la condivisione di ‘quel poco’ che abbiamo e decidiamo di mettere nelle Sue mani, nella certezza che Egli moltiplicherà la nostra generosità e fiducia e con il nostro ‘poco’ sfamerà tutti e li sazierà in abbondanza?
Il poco
che noi mettiamo, con amore a disposizione del Signore, Egli lo moltiplica in abbondante pane di vita per saziare tutti. Più che ‘moltiplicazione dei pani’, dovremmo parlare di un pane spezzato e condiviso fra tutti i fratelli.
La ‘moltiplicazione’ richiama i numeri (cinquemila uomini, cinque pani, due pesci), ma il Vangelo ci narra che Gesù ha compiuto il ‘segno’, perché un ragazzo, ha messo nelle Sue mani tutto quello che aveva, quei pani e quei pesci, con i quali Egli ha potuto sfamare e nutrire tutta quella ‘tanta folla’ e ne ha fatto avanzare per altri affamati!
Gesù, dunque, vuole e, forse, giustamente pretende, ‘il mio poco’, per realizzare ‘il Suo molto’.
Perciò, se ognuno di noi mettesse a disposizione degli altri quello (poco o molto, non importa!) che ha e che conserva, allora, anche noi faremmo più di una ‘moltiplicazione e non ci sarebbe più né ingiustizia, né disuguaglianza, né spreco, né fame, ma solo condivisione dei beni nella giustizia, fratellanza universale e pace duratura. Dunque, la Parola di Gesù ci chiede di mettere a Sua disposizione quello che siamo e che abbiamo, perché senza il nostro ‘poco’, il ‘segno’ non può compiersi e quella gente rimane affamata in quel deserto!

Duecento denari non sono sufficienti per tanta gente!’
 Gesù non conta sul denaro, ma su ciascuno di noi, sulla nostra disponibilità a saper cogliere le necessità e i bisogni degli altri, andare in soccorso, donare il proprio contributo, ‘moltiplicando’ l’amore fraterno e riaffermando la giustizia e l’uguaglianza tra di noi. Certo, constatare l’insufficienza dei nostri mezzi, non deve tradursi in mancanza di fede in Gesù, il Quale sa ‘quello che deve fare e compiere’, né deve costituire per noi un alibi per non mettere nelle Sue mani quel ‘poco’ che siamo e che abbiamo, come ha fatto quel generoso ragazzo, permettendo, così, a Gesù di intervenire a sfamare quei cinquemila uomini, senza contare i bambini e le donne!
Gesù chiede la nostra libera
e necessaria collaborazione e disponibilità generosa per fare del bene a tutti e sfamare tutti (Vangelo). Ci chiede di fidarci della Sua Parola (prima Lettura) e di metterla in pratica per ‘comportarci in maniera degna’ della nostra vocazione ricevuta e della speranza alla quale siamo stati chiamati, ‘in un solo corpo e in un solo spirito’. Per questo i Cristiani sono stati chiamati a formare ‘un solo Corpo’, che è la Chiesa, che si edifica nella carità e nella pace, in Cristo Gesù, ed animata dallo Spirito, è chiamata ad attuare tutti i doni affidati e dati da Dio all’Umanità.
L’unità della Chiesa
, dunque, ha il suo fondamento in Dio Padre, vivificata dallo Spirito Santo e Noi, membra del Suo Corpo unico, siamo chiamati a custodirla e viverla nell’umiltà, dolcezza, mansuetudine, pazienza, e magnanimità, sopportandoci a vicenda nel vincolo dell’amore e della pace (seconda Lettura).
Eliseo
, nella prima Lettura, fidandosi dell’efficacia della ‘Parola del Signore’, sfama cento persone con i venti pani di orzo delle primizie e ne fa anche avanzare. Così, la Parola del Signore, pronunciata dal Profeta, si compie e ci invita a fidarci della Sua potenza sempre efficace e infallibile.
Gesù
moltiplica i cinque pani e i due pesci, messi a disposizione dal generoso ragazzo e sfama cinquemila persone e ne fa avanzare dodici ceste. Gesù avrebbe potuto risolvere tutto facendo una ‘colletta di denaro’ che, ancora oggi, crediamo essere l’unica soluzione di ogni problema! Poteva anche fare spettacolo, facendo piovere dal cielo una montagna di pane e di pesci, ma ha aspettato solo che un ragazzo generoso mettesse nelle Sue mani i suoi due pesciolini e i cinque pani!
Cosa deve dirci
e fare, ancora, Gesù, per farci capire che l’umanità non si sfama con i soldi ma con la condivisione, la giustizia, la fratellanza e l’uguaglianza che sgorgano solo dall’amore che Egli ci ha insegnato, quale Pane vivo, spezzato per la nostra salvezza e la nostra vita eterna?
Non possiamo contare, perciò, sul denaro che abbiamo e che abbiamo accumulato, né sui nostri averi e possedimenti, sulle nostre deboli forze e incerte iniziative, ma dobbiamo vivere ed agire ‘in modo degno della nostra vocazione’, confidando e affidandoci, unicamente, alla potenza dell’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

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Ultimo aggiornamento 24/07/2021 - 07:15

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