Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
14a Domenica Ordinaria, 4 Luglio 2021
E si meravigliava della loro incredulità
Gesù
‘insegna’ nella Sinagoga con sapienza, ha
compiuto a Cafarnao tanti ‘prodigi’, non per
convincere ad ogni costo, ma quali segni efficaci
della Parola e dell’annuncio che qualcosa d’inaudito
sta per cominciare per mezzo del Profeta di
Nazareth, il Quale, però, suscita solo arida
meraviglia in quanti Lo ascoltano. È solo uno
stupore sterile e passeggero che non si converte in
fede. Eppure, nella domanda, ‘da dove gli vengono
queste cose?’, quell’avverbio interrogativo di
moto da luogo, ‘donde’, poteva e doveva
costituire un primo passo verso la fede! Ma la
superbia, la supponenza, l’arroganza, i pregiudizi e
l’invidia hanno accecato le loro intelligenze e
chiuso i loro cuori, fino a percepire il compatriota
Gesù, addirittura, come ‘motivo di scandalo’: è uno
di noi, come noi, niente di più! Non può essere il
Messia del Signore! Un uomo, così normale, confuso
tra gli altri uomini, del quale si conosce tutto, il
mestiere, la madre e tutti i suoi congiunti, non è
credibile, non può essere ‘costui’ il Messia potente
che attendiamo da tanto tempo! I Suoi compaesani,
Gli avrebbero dovuto fare una grande festa
d’accoglienza: Lo conoscevano da bambino, Lo avevano
visto crescere, molti di loro avevano giocato,
pregato tante volte insieme! Perché, ora, sono
tutti, così, sospettosi, increduli, invidiosi? E Lo
rifiutano perché non conoscono e non ascoltano le
Scritture che parlano di Lui e l’annunciano. Chissà
quanto Gesù avrebbe voluto realizzare per i Suoi
compaesani e per la Sua Nazareth!
Ma, l’incredulità e la durezza del loro cuore glieLo
hanno impedito. Perciò, Egli, amaramente
meravigliato di quest’immotivato rifiuto, ‘non
poteva lì compiere alcun prodigio’ e ‘percorreva
i villaggi d’intorno, insegnando’. ‘E, d’ora in
poi, non insegnerà più nelle Sinagoghe, ma tra la
folla, ‘strada facendo’ o in case private.
Nella Prima Lettura, Ezechiele che è
sacerdote, non chiede di essere consacrato profeta e
non sceglie di andare, ma è eletto, è
chiamato, è consacrato ed è mandato. Dio
sceglie, elegge, consacra, unge e manda, non siamo
noi! Ezechiele, sacerdote, è chiamato al servizio
della Parola di Dio, come Isaia e Geremia, ed è
mandato a svolgere il suo ministero profetico
tra gli esuli, dal cuore indurito e ribelle. Egli lo
sa che è chiamato ad una missione difficile
con questo popolo di ‘figli testardi e con il
cuore indurito’. È anche consapevole della sua
inadeguatezza e fragilità, di essere
mortale (‘figlio dell’uomo’), e dal Signore
Dio è consacrato, nel Suo Spirito, Suo profeta ed è
mandato ad annunciare e dire le Sue Parole, per
testimoniare che Egli non ha abbandonato il Suo
popolo ribelle e di dura cervice, perché ‘non
desidera la morte del peccatore, ma che si
converta e viva (Ez 33,11). La presenza del
profeta in mezzo a loro, anche se inascoltato
e rifiutato, deve essere interpretata come un
richiamo amorevole e continuo di Dio
ad accogliere il Suo amore, finora non
corrisposto. Non è stato Dio, dunque, a ridurre
il popolo in questa disastrosa situazione, ma
questa è stata causata dalla loro infedeltà e
dalla loro ribelle disobbedienza. Non è lui
ad andare, è stato mandato e per questo non
deve temere i contestatori che lo rifiutano con
violenta ostilità, ma deve avere coraggio e,
soprattutto, deve sempre ‘ascoltare ciò che gli
dice il Signore; non deve essere ribelle come quella
genìa di ribelli; deve aprire la bocca e mangiare
ciò che Io ti do’ (Ez vv 6 e 8, omessi). Oggi,
c’è assoluta necessità di Profeti che, come
Ezechiele, si lasciano prendere dallo stesso
Spirito che entrò in lui, lo fece alzare in piedi
e lo pose in ascolto di Colui che gli parlava (v
2).
Nella Seconda Lettura,
anche Paolo, come ogni credente, deve scegliere la
via della propria debolezza perché ‘dimori in lui la
potenza di Cristo’. Dio, infatti, manifesta la Sua
potenza nella nostra debolezza. Perciò, il
cristiano, quando si riconosce debole, è allora che
è forte. Tutto questo, fa maturare in Paolo la
riflessione sul Mistero della Croce che ‘manifesta
la forza pienamente nella debolezza’! Dio non ci
risparmia la fatica del vivere e del credere, né ci
toglie le difficoltà e le sofferenze esistenziali,
‘spina nella carne’ della nostra vita quotidiana.
Egli, però, ci dona sempre la Sua grazia che
trasforma i nostri limiti in nuove possibilità, dal
nostro peccato fa nascere vita nuova; dalla nostra
disperazione, fondate speranze; dalle nostre
sconfitte, grandi vittorie; dalla nostra debolezza,
la vera grandezza.
Personalmente, ‘questa
spina’ la vedo e la penso come il Signore la
rivela a Paolo: un ‘dono’ di grazia ‘perché io
non monti in superbia’! Dunque, come un vero e
proprio ‘pungolo’ per ricordarmi la mia
‘vulnerabilità’ e debolezza, senza l’aiuto e la
grazia del Signore. La stessa traduzione latina ‘stimulus
carnis’, infatti, fa pensare anche al
pungiglione, il pungolo che l’antico bovaro usava
per spingere in avanti e per dirigere i buoi ad
arare correttamente la terra. Questo ‘pungiglione’,
allora, è ‘grazia’, dono, che mi fa agire e vivere
in quell’umiltà, verità di me stesso, che mi fa
abbandonare totalmente nel Signore e confidare solo
in Lui, il Quale, così, manifesta la Sua
potenza nella mia debolezza: ‘quando sono debole, è
allora che sono forte’ (v 10b). E, perché, infine,
mi domando, questa ‘spina’ non debba essere, anche e
più semplicemente, il prezzo della sofferenza
quotidiana nella fatica della vita e nell’impegno a
perseguire fedelmente la sua finalità, che è quella
di spenderla tutta e, ogni giorno, per gli altri,
come ha fatto
e ci ha insegnato il Maestro?
La vera vocazione
alla quale siamo chiamati e la missione da compiere,
nella fedeltà e perseveranza, richiedono, infatti,
un alto prezzo quotidiano e, ogni giorno, presenta
il suo conto di sofferenza, rifiuti, contrasti,
incomprensioni, cadute, debolezze! Ma ci ‘basta la
Sua grazia’ per andare avanti e scoprirci forti
proprio quando siamo e ci riconosciamo deboli,
fragili e vulnerabili senza di Lui!
Ultimo aggiornamento 03/07/2021 - 09:59
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