Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale,  Paola 1 Agosto 2020

13a Domenica Ordinaria, 27 Giugno 2021

Non temere e continua ad avere fede!
Dio ha fatto l’uomo  ‘a immagine della Sua natura’ e lo ‘ha creato per l’incorruttibilità’. ‘Non ha creato la morte’, ma la vita e ‘non gode per la rovina dei viventi’, ma li vuole tutti immortali. ‘Infatti ha creato tutte le cose perché esistano’ e tutte le Sue creature ‘sono portatrici di salvezza […] la giustizia infatti è immortale’. Così Egli manifesta e rivela la Sua natura e orienta la Sua creatura a vivere secondo la ‘Sua giustizia’, restando fedeli alla Toràh, per essere resi degni di partecipare alla Sua stessa vita divina (prima Lettura).
Paolo
, nella seconda Lettura, rivela il principio ispiratore della sua richiesta a favore dei Poveri della Chiesa di Gerusalemme: è l’amore, anima della solidarietà, dell’equità e della uguaglianza e la ‘Colletta’, diviene testimonianza concreta di comunione tra le Chiese, segno visibile di unità e di uguaglianza tra le comunità diverse, geograficamente, culturalmente ed economicamente più povere.
Con questo ‘gesto di carità’, le due comunità, che non si conoscevano, sono rese sorelle dall’unica fede e dal medesimo amore per Gesù Cristo, il Quale, avendone dato l’esempio, ora, ci chiede di crescere in generosità, equità, fratellanza e giustizia nel ‘supplire’ con la nostra abbondanza, l’indigenza altrui (v 14).
Nel Vangelo
di oggi, Marco intreccia due episodi: la richiesta di uno dei capi della Sinagoga ad andare a casa sua ad imporre le sue mani sulla ‘sua figlioletta che sta morendo’ affinché ‘sia salvata e viva’. Giairo, presiedeva il Culto e aveva la responsabilità della Sinagoga. Contrariamente a molti altri Giudei, egli si fida di Gesù, si reca personalmente da Lui, invece di mandargli un servo, si getta umilmente ai Suoi piedi e, incurante dei presenti, fa la sua richiesta insistente, ‘mia figlia è agli estremi’ (eschàtos ‘alla fine’), vieni a imporle le Tue mani e sarà salvata e vivrà! Gesù ha riconosciuto in lui un sincero atto di fede e accoglie la sua richiesta e si mette in cammino verso la sua casa, a imporre le sue mani alla sua figlioletta, che ‘stava morendo’, perché ‘sia salva e viva’!
Durante il cammino, a far crescere l’attenzione dell’ascoltatore, s’intermezza un altro racconto: la storia segreta dell’emorroissa, che cerca di tenere il suo problema segreto e risolverlo solo con il ‘tocco’ di Gesù. Ma il lettore e l‘ascoltatore devono conoscere la sua storia per comprendere ed accogliere il gesto della novità dell’instancabile Medico viandante sulle strade della sofferenza dell’uomo.
Una donna
triste, malata, esclusa e umiliata, da dodici anni, per la sua emorragia cronica, classificata dalle prescrizioni religiose del tempo, impura  e, perciò, non può esercitare alcun atto di culto, non può avvicinarsi, né toccare alcuno e, addirittura, neanche gli oggetti, altrimenti diventano impuri a loro volta, perché da lei contagiati (Lv 15,19-30). Questo miserevole stato di impurità dura da dodici anni e lei, viene completamente esclusa dal consorzio umano, sociale e religioso. ‘La forza che esce’ da Gesù l’ha guarita dal male e rassicurandola nella sua dignità di ‘salvata’ e di ‘figlia’: la tua fede ti ha salvato, figlia! Và in pace e sii guarita dal tuo male!’
Attenzione
! È Gesù che la guarisce e la salva! La sua fede è condizione indispensabile che ha reso possibile la sua guarigione e la sua salvezza! Questa emorroissa ‘soffre’ da dodici anni, isolata, disprezzata ed emarginata umanamente, socialmente e religiosamente. Per di più il suo stato è solo peggiorato: tutti i rimedi umani non hanno sortito effetti positivi e per di più si è ‘dissanguata’ e rovinata anche economicamente. Le rimane l’ultima speranza: cercare, incontrare, toccare Gesù, perché è convintissima che se riuscirà anche solo a ‘sfiorarLo’ “sarà guarita” da questo male! ‘Venne…. gli toccò il mantello… fu guarita da quel male’!
Questa donna
emorroissa è guarita e ‘salvata’  da Gesù per la sua fede, ma la figlia di Giairo, ora, è morta! Che ci vai a fare, adesso, Gesù? È inutile che vai: è morta! Dovevi correre subito, non dovevi farti distrarre e attardarti con una persona impura, non dovevi nemmeno farti sfiorare da una che ‘toccandoti’ ti rende impuro! Ti sei lasciato cercare, raggiungere, toccare e l’hai guarita con quella ‘forza che era uscita da Te’ e, poi, hai interrogato la folla e i Tuoi per coinvolgerli e l’hai cercata, guardata e attratta a Te, le hai parlato da padre, l’hai chiamata ‘figlia’ e le hai detto di andare in pace, guarita dal suo male perché ‘la sua fede l’ha salvata’. Ma, intanto, la fanciulla è morta per colpa Tua e di questa donna!
Non temere, soltanto abbi fede!’ (v 36).
Gesù, ora, non permette alla folla incredula di seguirLo e con Lui restano il padre che, sull’assicurazione di Gesù continua a credere alle Sue parole, e i tre Discepoli prescelti ad essere Suoi testimoni sul Tabor (Mc 9,2) e al Getsemani (Mc 14,33). ‘Giunsero alla casa del capo della sinagoga’, Gesù, sente grida, strepiti e forti urla. Entra, invita tutti a non agitarsi e a non piangere più, e annuncia: ‘la bambina non è morta, ma dorme!’ (v 39). Tutti i presenti, reagiscono e rispondono deridendoLo e beffeggiandoLo! Gesù non può far altro che ‘cacciarli tutti fuori’, e prende con Sé il padre e la madre della fanciulla e, insieme con i tre discepoli ‘che erano con Lui’, (v 40), entra nella stanza, le prende la mano e le comanda: “Talità Kum!’ che significa: ‘fanciulla, Io ti dico: alzati!’ E subito la fanciulla si alzò e camminava! (vv 41-42a).

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Ultimo aggiornamento 26/06/2021 - 09:04

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