Santa Messa 50o Anniversario Sacerdozio Don Vincenzo Carnevale, Paola 1 Agosto 2020
6a Domenica di Pasqua, 9 Maggio 2021
Rimanete nel mio
amore.
Amiamoci
gli uni gli altri, perché l’amore è da
Dio e Dio è Amore, ci ama da sempre, non fa
differenze e preferenze, perciò ha mandato il Figlio
a compiere l’universale Sua volontà salvifica perché
tutti, nel Figlio abbiano la vita e nessuno vada
perduto.
L’amore di Dio,
rivelato da Gesù, Parola di vita e verità, e il
Comandamento dell’amore dei fratelli, sono il cuore
della fede e il fine della vocazione cristiana.
Il Figlio, fatto Uomo per farci come Lui, ci rivela
l’amore del Padre e ci comanda di amarci gli uni gli
altri, ‘come’ Egli ci ha amati, e di ‘rimanere’ nel
Suo amore, osservando i Comandamenti del Padre, con
lo stesso amore e fedeltà con cui Egli li ha accolti
e li ha osservati, ‘perché la Sua gioia sia in
noi e la nostra gioia sia piena’ (Vangelo).
Solo osservando i Suoi
Comandamenti e solo se ci
amiamo gli uni gli altri, come Egli ci ha insegnato,
possiamo conoscere che Dio è Amore, ci ha generato
per amare, ci ha amato e ce l’ha dimostrato e
rivelato, mandandoci il Figlio a ‘riconciliarci’ con
Lui nel Suo amore oblativo e sacrificale,
liberandoci dai nostri peccati, ‘affinché noi
avessimo la vita per mezzo di Lui’ (seconda
Lettura).
‘Dio non fa
preferenze di persone, ma
accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a
qualunque nazione appartenga’. Questo annuncio
rivoluzionario dichiara Pietro, raccontando “La
Pentecoste dei Pagani”, come, cioè, lo Spirito
Santo si fosse effuso su Cornelio e su tutti i
Pagani presenti in quella casa, che ‘li sentivano
parlare in altre lingue e glorificare Dio’
(prima Lettura).
Il Salmo
è canto di lode, di esultanza e di ringraziamento
che esprime la gioia degli Esiliati durante il
ritorno a Gerusalemme: il Signore ha mostrato a
tutti i Popoli la potenza del Suo braccio, le
meraviglie operate in favore del Suo popolo e la
fedeltà del Suo amore che è per sempre.
Dio È Amore!
Non Dio che esige amore, ma che si dona, si offre;
non che chiede la nostra vita, ma dona la Vita del
Figlio, perché noi abbiamo la pienezza della vita e
della Sua gioia! Cosi ha dimostrato e rivelato
Questo Suo Infinito Amore (Agàpe) per noi: ‘ha
mandato il Suo Figlio Unigenito, perché noi avessimo
la vita per mezzo di Lui’ (v 9); ‘perché
chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la
vita eterna’ (Gv 3,16).
‘Questo vi
comando: che vi amiate gli uni gli
altri’ (v 17), per rimanere in Me ed Io in voi e,
così, tutto ciò che chiederete lo otterrete
dal Padre Mio (v 16b), perché l’avrete chiesto
secondo quanto Io vi ho insegnato e voi avete
imparato! Soltanto l’amore fraterno e
vicendevole ci rende capaci di superare tutte le
barriere costruite dal sospetto, dal pregiudizio e
innalzate dalla cattiveria, della disparità di
cultura, razza, interesse e finanche dalle diversità
di religione.
‘Vi ho detto
queste cose perché la Mia gioia sia in voi e la
vostra gioia sia piena’.
La gioia (charà), che comunica Gesù, il Vero
e Sommo Bene, consiste nella comunione con Lui, il
Bene amato. Nell’essere in/con Cristo, il
vivere per Cristo è fonte della vera gioia,
che nessuno potrà mai toglierci. Il sentirsi amati e
il poter rispondere a questo Suo amore, rendono
pienamente
felici e generano gioia e vita piena!
Il Comandamento
Nuovo dell’amore fraterno è un dono
dall’alto: Il Padre ci dona il Suo amore nel Figlio,
che ci ama e ci fa Suoi amici e ci riconcilia con
Lui. Noi dobbiamo rispondere a quest’amore, amando e
obbedendo il Figlio e, così, per mezzo di Lui e
attraverso l’amore vicendevole fra noi, possiamo
amare il Padre.
L’amore oblativo
e sacrificale (crocifisso) di Gesù per
noi, è il fondamento e la ragione dell’amore
fraterno e dell’essere stati scelti e chiamati Suoi
amici e ‘costituiti perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto rimanga’.
Ultimo aggiornamento 08/05/2021 - 09:30
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